QUADRI
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Antonio Ligabue, nasce a Zurigo il 18 dicembre 1899.
Il mio interesse per questo pittore si è rinnovato in seguito alla visione di un filmato del 1977 sulla sua vita, interpretato da Flavio Bucci e ritrasmesso dalla RAI nel 2020 in omaggio alla morte dell’attore: filmato molto bello, e splendidamente interpretato, del quale consiglio la visione.
Leggo anche che è in corso di rappresentazione un nuovo filmato sulla vita dell’artista dal titolo “Volevo nascondermi” del regista Giorgio Diritti e interpretato da Elio Germano.
Di Ligabue sappiamo che ha avuto un’infanzia molto difficile. Già all’età di un anno, allontanato dalla famiglia “biologica”, viene affidato a una famiglia di povera gente che lo adotta. Fin dai primi anni di vita manifesta un carattere molto aggressivo. Frequenta le scuole dove spesso subisce punizioni per cattiva condotta. Fatica ad apprendere gli elementi di normale uso, come il leggere e lo scrivere, mentre mostra una precoce inclinazione per il disegno. Crescendo, il suo carattere aggressivo diventa sempre più evidente, tanto che a 18 anni viene ricoverato in un ospedale psichiatrico, e due anni dopo, nel 1917, viene espulso dalla Svizzera.
Da quel periodo Ligabue esercita una vita nomade, vivendo nei boschi della riviera del Po in provincia di Reggio Emilia, e facendo lavori saltuari. In quegli anni comincia a dipingere. Ma la sua attività vera e propria di pittore inizia nel 1928, in seguito all’incontro con Renato Mazzacurati, che ne capisce il genio e che gli insegna l’uso dei colori e delle tavole su cui disegnare e dipingere.
L’attività di pittore di Ligabue si sviluppa in modo continuativo a partire dagli anni Trenta, senza che tuttavia questo abbia riportato a una forma di normalità il suo modo di vivere. Fino agli anni Cinquanta, per episodi di violenza gratuita, viene ricoverato più volte in istituto psichiatrico.
Dagli anni Cinquanta in poi la sua attività di pittore richiama l’interesse della critica e cominciano le esposizioni dei suoi quadri, in grandissima parte caratterizzati da un’arte di stile primitivo, in diverse mostre anche internazionali.
I temi della sua pittura si ispirano particolarmente ad animali selvaticispesso in atteggiamenti di violenza, ad autoritratti, a lavori campestri, o a paesaggi.
Negli anni Sessanta il suo stato di salute tende a peggiorare finché il 27 maggio del 1965, a seguito di un insulto cerebrale che gli ha provocato emiplegia, trova la morte.
ANTONIO LIGABUE