BEATO ANGELICO (Guido di Pietro)

Nasce a Vicchio (Firenze) nel 1395 e muore a Roma nel 1455

Nel 1421 diventa frate domenicano. Per le sue opere di carattere eminentemente religioso, nel 1982 viene beatificato da papa Giovanni Paolo II.

I critici d’arte rinascimentali (e in particolare Giorgio Vasari) lo definiscono “Angelico” per gli argomenti relativi alle immagini delle sue pitture e dei suoi affreschi.

La sua prima opera conosciuta (oggi perduta) è una pala d’altare nella chiesa di Santo Stefano al Ponte in Firenze, che risale al 1423.

Negli anni Venti e Trenta la sua produzione artistica è dedicata ad alcune grandi pale per la chiesa di San Domenico a Firenze, fra cui la pala di Fiesole. Negli anni Trenta e successivamente si dedica a una serie di annunciazioni di cui una delle più famose è quella ora conservata a Madrid, al museo del Prado.

Negli anni Trenta e Quaranta si dedica a dipingere ritratti di santi, crocifissioni, annunciazioni, e soprattutto pale per altari di chiese, fra cui particolarmente noti sono il trittico di Cortona, e la pala di Perugia.

Negli anni Quaranta particolarmente importanti sono gli affreschi di San Marco, a Firenze, con numerose celle riguardanti la vita di Cristo, oltre a predelle con la vita di alcuni santi, fra cui Cosma e Damiano.

A Roma viene chiamato in Vaticano dove affresca i muri della cappella Niccolina nel Palazzo Apostolico, Città del Vaticano.

Al suo ritorno a Firenze alla fine degli anni Quaranta e all’inizio degli anni Cinquanta si dedica ad alcune Pale, fra cui la pala di Bosco ai Frati, trittici sul giudizio universale, crocifissioni e all’Armadio degli Argenti.

In molte delle sue opere il Beato Angelico ha lavorato in collaborazione.

La pittura del Beato Angelico è tutta destinata a riprendere aspetti della vita religiosa, che gli sono valse l’appellativo di devoto. Occorre tuttavia osservare nelle sue opere un ruolo altissimo nella pittura del primo quattrocento. Il suo linguaggio è potentemente espressivo, la sua personalità colta e raffinata.