QUADRI

 
 
 

Nasce a Quargneto (AL) l’11 febbraio 1881 e muore a Milano il 13 aprile 1966.

Dopo un inizio di particolare ammirazione per i pittori francesi in un suo viaggio a Parigi nel 1900, Carrà aderisce dal 1910 al 1916 al movimento futurista assieme a Boccioni, Severini e altri. Il quadro più noto e più discusso di questo periodo sono i Funerali dell’anarchico Galli.

Dal 1917 aderisce al movimento metafisico assieme a De Chirico e De Pisis. Danno vita a questo periodo quadri come Il gentiluomo ubriaco, L’idolo ermafrodita, etc.

Nel 1923 una nuova svolta nel pensiero dei Carrà dà luogo al suo periodo definito trascendente nel quale cerca di cogliere quel rapporto che comprende il bisogno di immedesimazione con le cose e il bisogno di astrazione. La contemplazione del paesaggio si risolve nella costruzione di dipinti spesso ispirati da paesaggi e da scene di vita. Lungo questa direttrice si svolgerà poi la sua ricerca pittorica fino agli anni Sessanta.

Longhi dedicherà al pittore una monografia, con la quale riconosce a Carrà il «primo poderoso riavvio della pittura italiana»

CARLO CARRÀ