QUADRI

 
 
 

Alla fine di maggio di quest’ anno, nella ex chiesa di via Nova ho scoperto (si fa per dire) le sculture di Paola Foppiani, e ho anche scoperto che Paola è la figlia di un noto e notevole pittore piacentino,  Gustavo Foppiani.

A suo tempo feci una pagina del mio sito sulle scultura di Paola, ma non avrei potuto ignorare la presenza di suo padre, alla quale, con questa pagina mi sono dedicato.

Gustavo Foppiani, nasce a Udine il 12 luglio del 1925 e muore, a Piacenza, dove si era trasferito nel 1930 ed ha lavorato, con saltuarie interruzioni, per tutta la sua vita di artista, il 5 agosto del 1986. A Piacenza ha frequentato l’Istituto Gazzola, da cui sono prenute le generazioni di artisti che si imposero dopo il 1945.

La pittura di Foppiani, fin dagli anni Cinquanta, si associa allo stile surrealista, secondo la visione del suo fondatore André Breton (1927). Secondo Breton, appunto, possiamo definire il surrealismo come un «automatismo psichico puro col quale ci si propone di esprimere il funzionamento reale del pensiero. Dettato del pensiero, in assenza di qualsiasi controllo esercitato dalla ragione, al di fuori di ogni preoccupazione estetica e morale. […] Tende a liquidare definitivamente tutti gli altri meccanismi psichici e a sostituirsi ad essi nella risoluzione dei principali problemi della vita».

Alla visione surrealista si sono ispirati, fra gli altri, pittori come Max Ernst, Joan Miró, René Magritte, Salvator Dalì, etc. Ad essi, e soprattutto a Miró e in parte anche a Magritte, Foppiani sembra ispirarsi. Si potrebbe dire che la pittura surrealista proviene dall’interno dell’individuo: per tale motivo le opere sono campi dell’arbitrio, libere associazioni di immagini, bizzarrie oscure e inquietanti. Solo negli anni Ottanta, i quadri dipinti da Foppiani tendono a ricuperare una certa forma di figurativismo, senza tuttavia abbandonare, nella sostanza, lo stile surrealista.

 

GUSTAVO FOPPIANI