William Xerra da piccolo preferiva le figurine: una sorridente profezia, ecco l’artista visivo che già insegue l’imago mundi. Daniele Novara da piccolo giocava con le biglie e misurava la propria abilità e precisione nella competizione con i compagni. Da grande, nel 1989, fonderà il Centro Psicopedagogico per la Gestione dei Conflitti, con il desiderio di restituire ai bambini di oggi anche quello spazio di pacifico fare e quel tempo meno crudo.
Nella ricorrenza del ventennale della fondazione del Centro di via Campagna, il committente Novara e l’artista Xerra si ritrovano uniti da un gioco che molti conoscono come “cielo”. Celebrato in un bel mosaico, diventerà pubblico venerdì prossimo con una cerimonia aperta alla città. Non c’è solo una data da valorizzare, c’è il ricordo di una piazza dell’infanzia, San Sepolcro, vissuta da Novara, e il desiderio di affermare un diritto immutabile a divertirsi anche nelle strade.
«Ho vissuto tanto in questo quartiere da piccolo, era una zona molto popolare negli Anni ’50 e ’60, c’erano tantissimi bambini come ne trovo oggi in Kosovo. E la Diocesi chiamò i salesiani per gestire l’oratorio di San Sepolcro, la cui piazzetta era un luogo dalla vocazione ludica».
E sarà una leva per ripensare agli spazi cittadini: «Giochi per le strade non se ne vedono più. È un peccato, abbiamo bellissime piazze, dovremmo dedicarne alcune ai bambini, invece sono piene di auto. Eppure il gioco all’aria aperta è occasione di crescita straordinaria – spiega Novara – Prendiamo “cielo”, non è un gioco in cui si vince. Per vincere devi superare un avversario, per raggiungere qualcosa devi superarti. Purtroppo oggi si educa all’agonismo, non alla sfida con se stessi».
Patrizia Soffientini
Da Libertà, sabato 18 aprile 2009.
Il gioco che arriva sino in “cielo”:
un mosaico per via Campagna
Firmato da William Xerra è un dono di Daniele Novara alla città
E una bambina futurista lancia il sasso