QUADRI
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Il termine Rinascimento, ora usato in tutte le analisi culturali del periodo che va dalla fine del 1300 a metà del 1500, è stato usato per la prima volta dallo studioso svizzero, Jakob Burckhardt, nel suo libro Die Kultur der Renaissance in Italien, scritto nel 1860, dopo un viaggio nell’Italia centrale durante il quale fu straordinariamente colpito dai prodotti dell’arte di quel periodo.
Michelangelo fa parte di quel periodo, e quindi deve essere considerato come un artista rinascimentale. Nasce in provincia di Arezzo nel 1475, ma cresce a Firenze dove frequenta la scuola del Ghirlandaio. Le sue opere della fanciullezza vengono apprezzate dalla corte dei Medici, dove viene accolto e dalla quel riceve le prime commissioni da parte di Lorenzo il Magnifico.
La sua vita prosegue nel turbolento periodo che va dal 1594, anno della cacciata dei Medici da Firenze, fino al 1598 quando Savonarola, l’orchestratore della politica fiorentina, viene messo al rogo. In quel periodo i luoghi nei quali Michelangelo esercita la sua arte sono soprattutto due: Firenze e Roma. A Firenze fu scolpito il David, nel 1501 e fu dipinto il Tondo Doni nel 1503).
A Roma alla corte di papa Giulio II della Rovere ebbe l’incarico di affrescare la volta della Cappella Sistina, cosa che iniziò nel 1508 e proseguì fino al 1512. Oltre agli affreschi della cappella Sistina, Giulio II gli conferì l’incarico per il suo monumento funebre, cosa che Michelangelo iniziò nel 1505, ma non riuscì a terminare che molto dopo la morte del papa (avvenuta nel 1513), negli anni ’40. Il monumento venne rifatto e restaurato diverse volte. nella versione conclusiva venne utilizzata la statua di Mosè, scolpita nel 1513, e, di mano michelangiolesca, le due statue di Rachele e Lia.
Nel 1515 tornò a Firenze, ancora in regime repubblicano, e vi realizzò, fra altre cose, le tombe medicee nel complesso di San Lorenzo, dal 1524 al 1534.
Nel 1534 tornò a Roma dove risiedette definitivamente fino alla morte. Per conto del papa Paolo III Farnese iniziò nel 1536 l’affresco murale nella parete di fondo della Cappella Sistina: il Giudizio Universale. L’opera proseguì fino al 1541.
Negli ultimi anni della sua vita Michelangelo si dedicò soprattutto alla progettazione di opere architettoniche, fra le quali la più imponente è stata la grande cupola di san Pietro. Nell’ambito della pittura vanno ricordati gli affreschi della Conversione di Saulo e della Crocifissione di san Pietro nella Cappella Paolina (1542-45), mentre nell’ambito della scultura vanno ricordate le due pietà: La Bandini (1549-55) e La Rondanini (quest’ultima incompiuta) (1555-63)
Michelangelo muore a Roma nel 1564.
MICHELANGELO BUONARROTI