giriamo intorno a una nuvola in forma di pecora
sospesa sopra la nostra città
(abbiamo pure una bellissima centrale atomica a dieci
chilometri) guardo nel mio binocolo made in Japan
i gatti si spostano silenziosi (sembra sappiano qualcosa)
siamo sopra ad Harrisburg (U.S. Pennsylvania)
se ne fregano del triplano
dopo il pericolo la vita è ripresa esattamente come prima
ci avviciniamo un po’ di più
le donne vanno al supermarket a fare rifornimento di pop corn
i bambini si siedono sulle verande
belli biondi e rotondi
e masticano masticano masticano
« L’azzurro del cielo » si stava cancellando
(era tempo di planare)
Georges accompagnò Dirty fuori dal cimitero
tirandosi dietro un sacco di critiche
cambiò il nastro della macchina da scrivere
in attesa che Dirty si sistemasse le giarrettiere
dietro il chiosco dei fiori
insieme io e te in questa magnifica sera di prima estate
e ancora più in alto di noi un cerchio con scritto
dentro «moon»
(e una foglia tenera appassita caduta sulla sedia bianca
da campeggio) (Rosetta tuba più di una colomba
al mese di maggio scriveva Theophile Gautier) (intanto
il nero gatto Minnaloushe striscia fra l’erba
importante e saggio come il suo padrone)
« e dell’amore che ne pensi dell’amore?»
dissi al mio secondo pilota
« va allungato con l’acqua »
sorvolavamo il Colosseo
stranamente pieno di gente
(Nicolini che riprendeva quelle antiche feste
coi leoni a i cristiani? mah!)
e dissi al mio amico:
che ne pensi delle Brigate Rosse?
e lui
ammazzano ammazzano ammazzano e non certo
per far sì che la classe operaia vada in paradiso
(Guido Rossa a parte)
Gillo Dorfles coglieva fragole azzurre in giardino
quando si girò e vide il triplano
«bello» disse Gillo Dorfles che aveva letto
tutta l’opera di Foucault e non si stupiva più di niente
l’Enrico fissò il triplano
« non tutto si può spiegare attraverso
il materialismo dialettico »
in quel momento si trovava
a Stintino seduto sotto il portico
insieme alla vecchia zia
sulle ginocchia teneva
« l’amante di Lady Chatterly »
quando passammo sopra Buenos Aires
Jorge Luis Borges stava facendo colazione
con Silvina Ocampo
Silvina ci vide e lo disse Jorge
il Gran Vecchio non ebbe dubbi: è il Behemoth disse
(poi arrivò Richard madden vestito da generale
e la Ocampo tirò fuori la pistola ma questa è un’altra storia)
Pierre Restany si trovava in India quando ci vide
«potrebbe essere il pallone di Prete Gianni» disse
poi ritornò ai suoi affari
stava meditando sul perché
le ragazze amano i fiori
se poi si accoppiano con energumeni
l’amata Russia scorreva sotto di noi
«e l’arte?» disse il mio simile
te la racconto subito
carte di credito (american cards) Bellonci’s house
e qualche tetta da poker oplà (salto mortale)
the art is divided in three part: arte A B C
quel giorno eravamo sopra Piacenza
e col binocolo potemmo seguire Artemio Cavagna
che attraversava Piazza Cavalli
quando vide il triplano aggrottò la fronte
tenne per sé quello che pensava
e sparì dentro le volte del Gotico
(d’altra parte non è così facile come sembrava
socializzare i rapporti di produzione oltre che i mezzi)
Giulia Niccolai scosse il capo
(«perché poi rosso?»)
e si allontanò dalla finestra mostrandoci
il suo formidabile culo
il miglior poeta visto da dietro (we are sorry for Allen)
quando Achille Bonito Oliva aprì la finestra
vide il triplano luminoso in controluce
« è qualcuno che vuol fare il furbo »
poi ritornò ad allungare noccioline al suo pelosissimo cane
« mai visto un cane così triste » si disse Achille Bonito Oliva
« che sia un intellettuale? »
Sinfisi Silvana scrutava il cielo dentro una fontana
quando vide apparire il triplano
subito pensò fosse un pesce rosso
poi alzò gli occhi al cielo e si rese conto
che si trattava di qualcos’altro
nel pomeriggio scrisse una lunga lettera
a un suo amico poeta con il quale aveva
avuto un’amara discussione intorno al «correlativo oggettivo»
gli spiegò in tono amichevole
che nel cielo
(delle Arti forse? …qui non era chiaro)
vi sono più cose di quanto noi possiamo intendere e/o pensare
P.S. l’amico-poeta rilesse più volte la lettera
poi le rispose nel modo classico: «ti amo.»
da qui in alto possiamo gettare uno sguardo
sul panorama delle lettere
cazzo! (cock) ma questa è Dirty seduta sul W.C. di Bataille
(mentre in sala da pranzo Balthasar Klossowski
tenta di fottere Joseph Beuys del quale è innamorato)
il mio amico e io riusciamo anche a fumare
mentre voliamo
io addirittura riesco a soffiarmi sopra la testa
perfetti cerchietti di fumo
adesso (appena terminato di leggere l’ultima opera
d’un Nouveau Philosophe)
io guardo i cerchietti in cui vorrei mettere il collo
nella affollatissima piazza della Vittoria
Gabriele Albanesi in un completo di cotone bianco
rincorre Marinetti vestito da prete
urlando disperatamente
Papà… papà… portami con te!
Marinetti seccato di essere stato riconosciuto
esclamò « il faut que jeunesse se passe »
Gabriele scoppiò in lacrime
Marinetti aprì le ali e sparì in direzione est est-est
su uno spuntone di roccia del New Jersey
trovammo la capra di Marianne Moore ferma
nell’atteggiamento di un cervo braccato
il mio amico mi guardò
l’informai rapidamente: sta
« fissando la cascata che sembra non cadere mai
infinita matassa fatta oscillare dal vento »
non si vede una mucca
in compenso vediamo alcuni elefanti su una collinetta
si lasciano scivolare giù stesi sul dorso
gambe all’aria e proboscide arrotolata
il Polacco coricato sul dorso
faceva il morto in piscina
ogni tanto dava un colpo di piedi
quando improvvisamente
vide sopra di sé il triplano
rimase un attimo perplesso
poi disse: « il cardinal Benelli
è capace di tutto »
tutte le mattine leggevo alcune pagine
del « Don Chisciotte » al mio compagno di volo
« altro che Balestrini » diceva sempre il mio amico
avremmo voluto avere con noi Ezra Pound
per sapere come era andata a finire
quella storia dei cavalli di Sigismundo
erano mille o duemila?
e perché mai ebbe indietro
anche due grumi di tufo e seicento porci da basso?
il miglior Fabbro era un po’ matto
certo gli sarebbe piaciuto volare!
ogni mattina io e il mio amico
intoniamo uno scioglilingua wagneraino
e cheffAbbabababa babababa
bbAbbabadooohoooo
e cheffAbbabababa babababa
bbAbbabadooohoooo
dentro il mio cannocchiale nipponico
osservando la terrazza dell’Hotel Plaza (N.Y.)
vidi apparire Joseph Agneta
steso a prendere il sole su una sedia a sdraio
(la sua relazione con Ranuccio Farnese era finita male
ora si era messo con un commerciante di tappeti turco)
«perbacco c’è Agneta» dissi
« cosa legge? » domandò mon semblable
« dorme »
(poi sapemmo che faceva finta)
il triplano con il suo motore a due tempi
si affacciò sulla baia di Coney Island
fu visto da migliaia di americani coricati sulla sabbia
si scambiarono impressioni
poteva essere una farfalla
oppure l’ultima trovata di Flash Gordon
o anche l’espediente-volante
di una catena di supermercati alimentari
allo scopo di scaricarci addosso
migliaia di cappellini pubblicitari
o la macchina volante del Barone Rosso
venuto sulle nostre coste per derubarci di Norman Mailer
mi sa che si tratta dei russi
disse un avvocato di Washington D.C.
il triplano sorvolò Big Sur
in un incavo della roccia Ginsberg
scriveva la sua ennesima poesia
Allen sollevò il capo e osservò il triplano
i triplani gli erano sempre piaciuti
ora che Ti Jean e il vecchio Henry
erano sottoterra e l’amato Gregorio in Europa
vorrei essere un triplano disse
intanto che il mio amico guida
per auto-punirmi (di aver trattato male Allen)
ho ripreso in mano Glucksmann
sai ho detto
che nel caso di un attacco con bomba H
la prima cosa da fare è allentare la cravatta
sbottonare la giacca il reggipalle e gli altri indumenti stretti?
l’altra mattina mentre sorvolavamo l’amata Russia
il mio amico mi dice: perché scrivono i poeti?
per avere qualcosa da leggere
e lui: ma è vero che un poeta
per vendere sessantamila copie deve spararsi nella testa?
ci sono anche poeti che diventano imprenditori edili
siamo passati vicini alla più alta vetta
del monte Comata
su questa vetta vi sono fiori fossili
duri come il cristallo
ma i saggi che vivono a valle
si guardano bene di venire fino qua in alto
allevano invece merli poliglotti
siamo sopra le Niagara Falls passo il volante al mio amico
« come ti va con le donne? » gli chiedo
« le donne mi annoiano »
« ma non è obbligatorio conversarci » dico io
« potresti sempre fottere intellettuali maschi »
« sì » fa lui « ma sono tanto complicati!
e se poi si innamorano ti creano un sacco di problemi »
attento ai moscerini mon amour dio che vento!
no è noi che siamo velocissimi
sorvolando la
California vedemmo ancora Ginsberg con Paul Vangelisti
seduti su un baule a guardare il cielo
« waiting for the Los Angeles Express to depart »
allora mi sono incazzato
non c’è amore che ti salvi Allen!
l’America se ne sbatte delle tue pallide chiappe
che nemmeno fossero dipinte a striscie
potrebbero sembrare una bandiera!
« quella striscia di terra là in fondo è la California »
guardammo in silenzio
poi gli chiedo: «sarà bene rivedere il nostro metodo
di lavoro?»
ecce Eco
luminoso come un bronzo
« L’organizzazione dell’indice deve riflettere
quella del testo, anche in senso spaziale »
quando passammo sopra la Garonna
mi ricordai dell’asma di Serge Poiron
e che M.me Durelle diceva sempre
che con una malattia del genere bisognava stare poco al sole
Poiron un giorno si prese una pistola ma non ne fece niente
nessuna idea particolare nello specchio di casa sua
Carmelo Strano si precipitò in strada con il malloppo
aveva sottratto ventiquattro reliquie
agli archivi del Vaticano
guadagnandosi così 1950 anni di indulgenza
«dovrò cambiare vita e interessi»
due mesi dopo raggiunse gli Stati Uniti
insieme, a Dora in un vagone blindato
« sta bene! VIVE »
eravamo sopra il Galles
un bambino si mise la mano sulla fronte
a fare da ala di berretto
(si scarti l’idea che fosse figlio di Sweeney
anche se stava in piedi e faceva ombra)
guardò il triplano e disse: toh! un biplano
con un ala di riserva
Testi Triplano 1°
Lettera ad Adolgiso