Il Crepuscolo degli dei è un opera che si differenzia sotto molti aspetti dalle altre giornate della Tetralogia. Drammaturgicamente è molto più movimentata; la trama è intrigante, vi è perfino, nel secondo atto, la soluzione di un piccolo giallo: Brunilde si accorge che l’anello che le è stato tolto da Gunther in realtà è sul dito di Sigfrido. Di qui lentamente apre gli occhi e aggiunge tragedia alla tragedia. In un altro post, facendo un arbitrario (ma non del tutto peregrino) parallelo con la tragedia e con l’arte greca, avevo paragonato questa terza giornata a una tragedia di Euripide, o addirittura all’estetica ellenistica. Le giornate precedenti mi sembravano richiamare più Sofocle ed Eschilo, oppure l’arte classica e quella arcaica. A parte il parallelo, discutibilissimo, resta il fatto che in questa giornata vi è un maggior movimento. I protagonisti sono tutti esseri umani, e le presenze divine o paradivine, stanno sullo sfondo senza partecipare direttamente all’azione.
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