I DUE FOSCARI, al Teatro degli Arcimboldi
giovedì 22 maggio 2003
In occasione delle rappresentazione al teatro degli Arcimboldi, si è parlato molto di quest’opera, officiandone una valorizzazione che a me, francamente, è sembrata eccessiva. Se si analizza l’opera drammaturgicamente ci si rende conto che la struttura è inconsistente. Un fatto che avviene all’inizio dell’opera, la condanna all’esilio del figlio del doge Francesco Foscari, porta ad una successione di lamenti, vuoi disperati, vuoi di ribellione, vuoi rassegnati che di fatto occupano quasi tutta l’opera. Non si rileva alcuna arcata drammaturgica. Dall’evento “scatenante” subito all’inizio del primo atto, si passa, senza che accada più nulla se non la sequela di lamentazioni, all’unico vero climax alla fine del terzo atto, quando Francesco Foscari si trova bersagliato in pochissimo tempo (nell’opera una decina di minuti) dalla notizia dell’innocenza del figlio, dall’annunzio della di lui morte e infine dalla sua esautorazione che culmina con la sua morte. (altro…)