Archivio di maggio 2007

L’ULTIMA NOTTE BIANCA, di Alessandro Perissinotto

domenica 20 maggio 2007

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Alessandro Perissinotto è uno scrittore dalla penna leggera e che sa attrarre l’attenzione del lettore con trame semplici ma ricche di spunti. Si tratta per lo più di romanzi a sfondo giallo, se non gialli propriamente detti: La canzone di Colombano, Treno 8017, Al mio giudice, Una piccola storia ignobile e quest’ultimo, L’ultima notte bianca.
Gli ultimi due libri sono un po’ le avventure investigative di Anna Pavesi, psicologa che per ragioni diverse è costretta ad improvvisarsi investigatrice ed entrare così, almeno in questa due storie, in misteri che la sua intelligenza, la sua semplicità, le sue conoscenze da psicologa, le consentono di risolvere. Il tutto, lontano e al di fuori dai canali investigativi ufficiali o paraufficiali.
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Il berretto a sonagli

mercoledì 16 maggio 2007

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Il berretto a Sonagli. L’immagine della pazzia. Un dramma feroce di Pirandello sul principio dell’onore coniugale vigente in una Sicilia non troppo lontana nel tempo. La trama si ispira a due novelle del 1912 contenute nelle Novelle per un anno: La verità (raccolta L’Uomo solo), e Certi obblighi (raccolta Dal naso al cielo).
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Jenufa alla Scala

domenica 6 maggio 2007

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Finalmente dopo aver a lungo atteso, dopo avere assistito senza alcun entusiasmo alle opere della prima parte della stagione, opere non esaltanti né per scelta di titolo e ancor meno per l’esecuzione, ho potuto gustarmi la Jenufa di Janacek, opera che non credo azzardato considerarla fra i capolavori del Novecento.
Dico gustarmi non solo per la bellezza dell’opera, ma anche per una esecuzione all’altezza, sia per quanto riguarda la parte musicale che quella registica.
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Amos Oz e il problema dei profughi palestinesi

martedì 1 maggio 2007

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Qualche tempo fa ci fu sul NG una discussione relativa ai profughi palestinesi. Quanti sono, di chi è stata la responsabilità, che fare oggi per affrontare e risolvere il loro problema, stante che proprio questo problema è uno dei punti che finora hanno reso impossibile un accordo serio fra israeliani e palestinesi.
Ricordo in particolare che le mie posizioni, che tendevano ad attribuire la responsabilità della diaspora palestinese al come si e venuto a formare lo stato israeliano e alla necessità degli israeliani di ridurre la minimo la presenza di palestinesi all’interno del territorio riconosciuto come Stato di Israele, erano fieramente contestate da molti interventi, con argomenti, tuttavia, non sempre convincenti.
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