MARIA STUARDA, alla Scala
mercoledì 30 gennaio 2008
L’aspetto generalmente più trascurato, se non del tutto ignorato, dagli amanti dell’opera è il libretto. È vero che la grande maggioranza dei libretti (mi riferisco in particolare a quelli in lingua italiana, in quanto quelli in lingue non italiane sono, almeno per me, più difficili da valutare) sono scritti in una lingua ampollosa, spesso faticosa, e comunque di mediocre qualità letteraria, e che quindi tutta l’attenzione dello spettatore viene monopolizzata dalla musica che saprebbe esprimere sentimenti, emozioni, molto più complesse e impossibili da essere espresse dalla parola scritta.