Un PD del Nord?
Leggo con enorme stupore questa notizia sui giornali. Forse l’avanzamento elettorale della Lega ha provocato il panico negli ambienti del centro-sinistra?
La motivazione sembrerebbe questa: la lega è avanzata perché ha saputo interpretare le esigenze del Nord, altrimenti trascurate dai governi nazionali. Quali siano queste esigenze non è chiarissimo. Si parla di “sicurezza”, ovvero di risoluzione della presenza di extracomunitari o di neocomunitari (romeni), immagino, con la loro espulsione, in quanto fonti di malavita e di degrado ambientale soprattutto in alcune aree urbane. Si parla di paura del futuro: produzione, lavoro, e dell’incertezza provocata dal nostro appartenere all’area, anzi alla comunità europea, con concorrenza di regimi industriali più forti da una parte, e nuovi lacci e lacciuoli imposti dai vertici europei dall’altra; si parla della necessità di infrastrutture che sono state ignorate o dilazionate dai governi centrali; si parla della necessità di poter governare il soldi prodotti nel Nord per affrontare e risolvere i problemi del Nord (federalismo fiscale).
Certo, nel Nord vi sono dei problemi. A me sembrano problemi che investono un po’ tutta la nazione, ma più sentiti al Nord dove il denaro gira più velocemente, la produzione è più intensa, il ceto medio più esteso, il benessere più diffuso ma più “fragile” nel senso che in un sistema di globalizzazione è più a rischio di sgonfiarsi. D’altra parte, si dice, anche nel resto dell’Europa le aree più ricche hanno una forte tendenza all’indipendenza dallo stato nazionale: vedi, in Spagna, la Catalogna e i Paesi Baschi.
Quello che non riesco a capire è come in un paese, in cui storicamente si sia sempre ritenuto che esistesse un problema meridionale, nel senso che si riconosceva al meridione un livello di povertà maggiore che dovesse essere corretto e portato a livello del tenore di vita del resto del paese, quindi sostanzialmente del nord; che ci si lamentasse perché le leggi, i provvedimenti, la politica fossero fatti su misura per il Paese nel suo complesso, ma errati per il sud, in difficoltà sempre maggiori a mantenere il passo col resto del Paese (Paese a due velocità, si diceva, e, ad esempio, si puntava l’indice sulle cosiddette gabbie salariali); in questo paese, dico, improvvisamente i problemi e le prospettive si capovolgono: i problemi ora sono soprattutto al nord mentre, occorre osservare, i problemi del meridione sono ancora del tutto irrisolti. Anzi, sembra di leggere (anche se ovviamente non viene detto, e secondo alcuni nemmeno pensato) che il problema del sud non interessi più tanto, visto che il sud un governo efficiente, per quanto corrotto e criminale, lo ha già, la mafia e le sue sorelle, e quello su cui ora occorre puntare l’attenzione è il Nord.
Ma il governo non dovrebbe essere nazionale e in quella sede cercare di affrontare le diverse compatibilità?
Mi sembra di vedere l’unità nazionale in pezzi. Questa sembra progredire impetuosamente nei fatti. Ma che il PD, un partito che si vanta di essere erede di partiti che dell’unità nazionale hanno sempre fatto un principio irrinunciabile, un partito guidato da uomini che discendono da statisti che hanno fatto dell’unità nazionale la loro battaglia, si ponga il problema di formare un “PD del Nord” per affrontare il problemi che l’avanzata della Lega ha messo in primo piano, questo mi sembra veramente incredibile. Si dà per scontato che una entità nazionale, un partito e nel caso fosse possibile, un governo, non sia in grado di gestire al meglio l’unità nazionale contemperando i diversi problemi, con la necessaria flessibilità, e si pensa di ricorrere alla organizzazione di forze locali.
Temo che a portarci a questo approdo sia stato un livello di corruzione del quale oggi si pagano le pesanti conseguenze.
Forse la mia generazione, che credeva nella politica come terreno sul quale cercare la soluzione dei diversi problemi, è tramontata del tutto. Lo scenario che si apre è ben diverso. Che sia quello che il mitico Enrico chiamava la “nuova barbarie”?
21 aprile 2008 alle 19:37
Si dicono tante cose, giuste, sbagliate; si dicono anche tante stupidaggini. Adesso tutti vorrebbero adottare il sistema “Lega”, che elettoralmente ha pagato. E invece di riflettere seriamente, e cercare una linea comune, un terreno comune su cui lavorare, ex PC e ex DC, si comincia a litigare. Ma forse questa clamorosa sconfitta nonn è anche colpa di questo?