Nel sottotitolo fa “Un romanzo con guardia e ladri” e ci introduce in un’atmosfera (ma non troppo seria) da romanzo giallo. E gli ingredienti ci sono: una guardia (notturna, Firmato Bicicli) che all’inizio del romanzo per festeggiare il suo compleanno si lascia trascinare, un bicchierino dopo l’altro, ad uno stato di ubriachezza comatosa per cui deve essere portato a casa di peso e che per questa sbronza non si accorge di un furto con scasso nell’edificio del municipio (ma non risulterà rubato nulla); un maresciallo dei carabinieri (Accadi), che preoccupato da altre cose (una fognatura delle caserma che non funziona bene e ammorba la sua abitazione di odore di merda) delega all’appuntato (Marinara) di svolgere le indagini; un sindaco che cerca di capire, senza riuscirci perché ha la passione per la caccia e ha premura di correre a prendere a fucilate un passaggio di tordi; insomma da questo inizio a tinte gialle, l’autore ci accompagna all’interno di una paese sul lago di Como, Bellano, e ci fa conoscere una galleria di personaggi, tutti con i loro problemi, tutti con i loro piccoli misteri, tutti con la loro umanità. E il romanzo insegue le loro storie, che sono le nostre storie quotidiane, che si intrecciano disegnando il ritratto di una comunità di paese, forse ancora un po’ naive (siamo negli anni Cinquanta), ma pur sempre con le sue astuzie, con le sue protervie, con le sue miserie, ma tuttosommato, con varia ma vera umanità.
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