LA STAGIONE DELLA SCALA 2008-2009

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Queste sono le opere che verranno rappresentate alla Scala durante la stagione 2008-2009.

Don Carlo (Direttore Daniele Gatti; regista Stéphane Braunschweig)
L’affare Macropoulos (Direttore Marko Letonja; regista Luca Ronconi)
Tristano e Isotta (Direttore Daniel Batenboim; regista Patrice Chéreau)
Alcina (Direttore Giovanni Antonini; regista Robert Carsen)
I due Foscari (Direttore Carlo Montanaro; regista Cesare Lievi)
Il Viaggio a Reims (Direttore Ottavio Dantone; regista Luca Ronconi)
The Rake progress (Direttore David Robertson; regista Robert Lepage)
Assassinio nella cattedrale (Direttore Donato Renzetti; regista Yannis Kokkos)
A Midsummer night’s dream (Direttore Andrew Davis; regista Robert Carsen)
Aida (Direttore Daniel Barenboim; regista Franco Zeffirelli)
Eugenio Onegin (Direttore Alexander Vedernikov; regista Dmitri Cernjakov)
Orfeo (Direttore Rinaldo Alessandrini; regista Robert Wilson)
Idomeneo (Direttore Myung-Whun Chung; regista Luc Bondy)

Sono in tutto 13. Non viene specificato quali siano le 10 che faranno parte dell’offerta per gli abbonati.
A me, la stagione sembra molto interessante.

Anzitutto le opere selezionate:
L’opera di apertura è il Don Carlo. Mi pare una scelta giusta, anche se con qualche riserva. Il Don Carlo è una grandissima opera di Verdi. Il problema è che è già stata l’opera inaugurale della stagione 1992-93, sotto la direzione di Muti e la regia di Zeffirelli. Non fu un grande successo. Anzi, direi piuttosto fu un insuccesso. Muti la dirigeva per la prima volta e la mia impressione fu che forse non la capì a fondo. Zeffirelli si affidò a scenografie grandiose, ma kitsch, come spesso fa. Pavarotti cadde in alcuni infortuni vocali e smise di cantare già alla seconda o terza rappresentazione. Non so se riproporlo come opera di apertura sia giusto. Vi è un po’ una tradizione (che, per la verità Muti ha cercato lodevolmente di interrompere) che le opere inaugurali debbano essere prevalentemente di Verdi, Wagner o Mozart, con qualche intrusione di Rossini. Forse sarebbe bene allargare un attimo il repertorio. Comunque, è da sperare che la proposta del Don Carlo sia di altissima qualità. Il direttore Gatti da questo punto di vista è ricco di promesse. Qualche dubbio l’avrei sul regista, Braunschweig. Lo conosco poco. Ho registrato in video una sua Walkiria diretta da Ratte al Festival di Aix-en-Provence nel 2007. Si è trattato di una regia molto scarna ed essenziale, ma non mi è parsa particolarmente geniale. Nel cast Furlanetto, Filianoti, Salminen, la Cedolins e la Zajick.

Fra gli altri titoli ce ne sono alcuni di quelli che avevo auspicato da tempo: uno di questi è L’affare Macropulos. Mi auguro che la Scala intenda completare la rappresentazione delle opere di Janacek, almeno quelle dell’ultimo periodo, programmando in una delle prossime stagioni Da una casa di morti, magari nella edizione già rappresentata ad Aix-en-provence sotto la direzione di Boulez e la regia di Chéreau (recentemente trasmessa da ARTE). Di questo Affare Macropulos non conosco il direttore; come regista Ronconi potrebbe riservare delle sorprese, in positivo ma anche in negativo (vedi la sua regia del Trittico pucciniano rappresentato nel corso di questa stagione). Fra gli interpreti Angela Denoke, straordinaria interprete di più di una edizione di La città morta, grande attrice e ottima cantante. Con lei Alan Opie, Miro Dvorsky, David Kuebler.

Poi c’è una opportuna ripresa del Tristan und Isolde, vittima di uno sciopero all’inizio di questa stagione, per cui gli abbonati del turno C non hanno potuto assistere alla rappresentazione. La Scala ci ha così offerto la prelazione per l’acquisto dei biglietti. Immagino che questo sia uno dei titoli non in abbonamento. Direttore, regista, interpreti sono gli stessi del dicembre 2007.

L’Alcina è finalmente un avvicinamento della Scala a Händel. Non che io ne fossi ansioso. Tuttavia penso che Händel non possa essere assente da un teatro come La Scala. E per la verità, in una quindicina di anni ho visto una sola opera del sassone, il Rinaldo, nel 2005 sotto la direzione di Ottavia Dantone e con la regia di Pizzi. Il direttore dell’Alcina è Giovanni Antonini, a me del tutto sconosciuto. Ben conosciuto invece è il regista, Robert Carsen. Sarà interessante vedere come questo regista canadese saprà svecchiare un’opera barocca (magari fra le proteste dei baroccofili puristi). Fra gli interpreti Anja Harteros, Monica Bacelli, Patricia Petibon etc. No comment.

Sui Due Foscari non faccio commenti. Si tratta della riesumazione della rappresentazione scaligera del 2003 (diretta allora da Muti, oggi da Carlo Montanaro) con la regia di Cesare Lievi. Interpreti: l’immancabile Leo Nucci, Sartori e la Vassileva. Inutile dire che considero quest’opera un riempitivo della stagione, senza alcuna pretesa. Spero che non sia fra quelle in abbonamento.

Le opere successive sono invece altamente interessanti, e qualificano, assieme all’affare Makropulos, la stagione. Parlo del Viaggio a Reims, di The Rake’s Progress, dell’Assassinio nella cattedrale di Pizzetti e di A Misdummer Night’s Dream.

Il viaggio a Reims è una deliziosa opera rossiniana, che finalmente viene riproposta alla Scala. Il direttore è Dantone, la regia di Ronconi (la stessa che ha fatto la fortuna dell’opera con la direzione di Abbado) e fra gli interpreti voci rossiniane di ottimo o addirittura grande livello: La Ciofi, la Barcellona la Massis, la Remigio. Insomma opera da vedere e, spero, da godere.

Poi la Carriera di un libertino. Finalmente! Splendida opera di Stravinsky in questa occasione diretta da Robertson, che l’ha diretta molte volte con grande successo e con la regia di Robert Lepege, regista ben conosciuto dal pubblico scaligero per avere fatto, con grandissimo successo, la regia di 1984 di Lorin Maazel. Comunque la regia della Carriera di un libertino è la stessa effettuata a Bruxelles nel 2007. Anche alcuni degli interpreti sono gli stessi: Andrei Kennedy nella parte di Tom Rackwell e William Shimell nella parte di Nick Shadow. Anne è invece interpretata da Emma Bell, che ha interpretato qui alla Scala la parte di Elettra nel recente Idomeneo.

Assassinio nella Cattedrale. Opera della quale non so nulla e che certamente, visto l’autore, Ildebrando Pizzetti, mi attira. Il direttore è Donato Renzetti e il regista è quel Kokkos che alla scala ha avuto molto successo nella regia del Götterdämmerung del 1998 diretto da Muti, e dell’Ifigenia in Aulide del 2002 sempre diretta da Muti.

Poi ancora A Midsummer Night’s Dream. Finalmente torniamo a vedere un’opera di Britten. Alla Scala era stato rappresentato il Peter Grimes nel 2000 sotto la direzione di Jeffrey Tate. Sarebbe una cosa molto opportuna che un teatro come La Scala desse molto più spazio a Britten. In questa occasione il direttore sarà Andrew Davis e il regista ancora Robert Carsen. Fra gli interpreti David Daniels, Rosmary Joshua. Spero proprio che sia nelle serate in abbonamento. Si tratta di un’opera che aspetto di vedere con grande interesse.

C’è poi una ripresentazione dell’Aida zeffirelliana, sotto la direzione di Barenboim. Penso che non sarà fra le opere in abbonamento. Non mi sembra che la sua riproposta vada oltre una questione di facciata. Nessun commento.

L’Evgenij Onegin ci viene proposto dal Bol’šoj di Mosca: direttore, regista, interpreti sono tutti di quel teatro. Non conosco nessuno, ma, generalmente, il materiale esportato dai teatri russi, soprattutto di quelli di Mosca e Leningrado, è di alto valore. Lo vedremo.

Di grande interesse mi sembra anche la proposta dell’Orfeo di Monteverdi. E’ un’opera meno rappresentata rispetto all’Incoronazione di Poppea. E io, personalmente la conosco meno. Ma, a differenza di Händel, io amo moltissimo Monteverdi, le cui opere hanno una drammaturgia intensa e perfettamente organizzata. Il direttore è Alessandrini, un grande del barocco italiano; il regista è Robert Wilson. Qui qualche dubbio mi insorge. Wilson ha una regia statica, direi piuttosto noiosa nel suo complesso. Anche qui vedremo.

L’ultima opera è una riproposta dell’Idomeneo del 2005. La regia è sempre di Luc Bondy (ma, si dice, perfezionata rispetto a quella del 2005, risultata un po’ affrettata). La direzione è di Myung-Whun Chung. Fra gli interpreti Filianoti, la Polverelli e la Ciofi.

In complesso mi sembra che il giudizio da dare a questa stagione sia molto positivo: grande varietà di titoli: si va dall’Orfeo di Monteverdi a La Carriera di un libertino: dal Seicento al Novecento. Oltre ai compositori italiani più tradizionali (Verdi, Rossini) si è dato spazio a compositori di rarissima rappresentazione, come Ildebrando Pizzetti. Si riprende la rappresentazione delle opere di Janacek, che si spera continui anche alle prossime stagioni, e si ripropone Britten, che, si spera, venga un po’ più frequentemente rappresentato. L’unica cosa che manca, in questa stagione, è un’opera contemporanea, come è avvenuto nelle due stagioni precedenti. Un’altra mancanza mi sembra Strauss. E’ vero che le sue opere principali sono state tutte rappresentate. Ma sarebbe un’ottima cosa aggiungere l’Elena Egiziaca, e soprattutto Capriccio.
Fra i direttori mi sembra di osservare nomi di alto livello, almeno nelle opere che sembrano essere più interessanti. Mancano tuttavia Chailly e Harding, presenti nelle passate stagioni. Un altro direttore che è stato frequentemente ammirato alla Scala e che non è presente in questa stagione è Jeffrey Tate. In compenso vi sono due direttori italiani considerati di altissimo livello nell’opera barocca, Dantone e Alessandrini che, se ben ricordo, almeno quest’ultimo non ha mai diretto opere alla Scala.
Fra i registi, spiccano ancora il nome di Robert Carsen, di Luca Ronconi e di Yannis Kokkos. Interessante sarà vedere Stéphane Braunschweig in un Don Carlos che dovrebbe annunciarsi molto interessante.

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