Archivio di agosto 2008

L’ERBA CANTA, di Doris Lessing

domenica 31 agosto 2008

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Il primo, bellissimo romanzo di Doris Lessing, scritto a 30 anni, nel 1949, al suo rientro definitivo in Inghilterra dalla Rhodesia del Sud (come allora si chiamava lo Zimbabwe), dove aveva vissuto per 25 anni della sua vita.
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IL DIARIO DI JANE SOMERS, di Doris Lessing

lunedì 18 agosto 2008

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Doris Lessing nella prefazione ci informa di aver scritto questo romanzo nel 1983 con lo pseudonimo di Jane Somers. Confessa di aver voluto cimentarsi con un’ “opera prima” e verificarne l’accettabilità presso editori e critici. Ma Jane Somers non poteva essere che Doris Lessing, e il trucco è venuto ben preso alla luce. E Jane, la protagonista, colei che scrive il diario e che vive le straordinarie esperienze descrittevi, è ancora Doris Lessing, alla ricerca del rapporto fra la vita di relazione condizionata dalle convenienze sociali, e la scoperta del mondo reale che esiste nelle persone, quando le barriere difensive dell’autonomia cedono davanti all’avanzare dell’età, e la fragilità conseguente mette a rischio, o addirittura in balia degli estranei, l’identità personale.
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LA SEDUZIONE DELL’INVERNO, di Lidia Ravera

mercoledì 13 agosto 2008

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Stefano lavora in una casa editrice: seleziona romanzi, alcuni li promuove, molti li rispedisce al mittente. Ha sposato per soldi (?), o per qualche ragione che non ha nulla a che fare con l’amore, Sara, la ricca figlia di un ricco imprenditore edile. Alla fine, stufo di lei, si separa. Lo conosciamo come un uomo freddo, disinteressato, in certo qual modo deluso (aveva cercato senza successo di fondare una casa editrice). Le donne, per lui sono una specie di diversivo. Dopo la separazione, prende come amante per un qualche tempo una fanciulla di cui non ricorda neppure il nome, la chiama O.P. (Opera Prima), una giovane scrittrice che gli ha presentato il suo primo romanzo ed egli, con molta larghezza, per incoraggiamento l’ha accettato.
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L’ILLUSIONE DEL BENE, di Cristina Comencini

martedì 12 agosto 2008

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Il titolo mi fa venire in mente la traduzione italiana del libro della Arendt sul processo di Gerusalemme a Eichmann: La banalità del male. Non so se la Comencini ha avuto in mente questo libro, quando ha immaginato un titolo per il suo romanzo. Certamente il tema del male e del bene sono presenti in modo determinante nei due libri: il male del nazismo come degenerata fioritura della concezione burocratico-gerarchica del mondo; il male del comunismo come distorsione di un’utopia: “il male è un caso estremo e fuorviato del bene”.
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NON AVEVO CAPITO NIENTE, di Diego De Silva

lunedì 11 agosto 2008

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Il libro è titolato Non avevo capito niente. Alla fine della lettura mi è sembrata l’unica battuta veramente ironica di tutto il libro. De Silva si confessa: non aveva capito niente; non aveva capito che cos’è un romanzo, perché lo si scrive, che cosa si vuole dire a chi lo legge, come lo si racconta, quale lingua si deve usare…
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