RESISTENZA O GUERRA CIVILE?

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In questo giorno, l’8 settembre, il giorno più tragico per il nostro popolo, che ha vissuto fino in fondo la tragedia dell’occupazione nazista e delle stragi perpetrate da questo occupante, c’è ancora chi a livello letterario (Giampaolo Pansa), e, quello che più importa anche a livello istituzionale (il ministro della difesa La Russa), parla ancora di guerra civile, mettendo sullo stesso piano gli artefici della resistenza e della lotta di liberazione, i partigiani insomma, e quella sparuta congrega che con nomi diversi, sotto l’egida della repubblica di Salò, si sono prestati a dar man forte all’occupante nazista alla stregua di piccoli e non sempre graditi schiavetti, utili per le operazioni più sporche.

Qualcuno (Ignazio La Russa) dice che questi (pseudo)soldati aderenti alla repubblica di Salò, in buona fede hanno creduto di difendere la Patria. Sarebbe opportuno specificare quale Patria. Quella in mano ai nazisti? quella che ha visto stragi di civili, a partire da quella delle Fosse Ardeatine, senza che alcuno dei cosiddetti suoi militanti o governanti abbia alzato anche una sola parola di condanna?
Andiamo, è una vergogna che un uomo delle istituzioni, un ministro, faccia affermazioni di questo tipo e non dia, nell’immediato, le dimissioni. Ma si sa, questo cosiddetto ministro è impegnato a riempire le strade italiane di soldati armati con la scusa (ridicola!) di tutelare la sicurezza dei cittadini.

Per quanto concerne le posizioni di Pansa, mi sfugge come un intellettuale possa continuamente insistere sulla trasformazione della guerra di liberazione in guerra civile. Forse per lui gli eserciti alleati e l’esercino nazista avevano gli stessi diritti di occupare il nostro suolo nazionale? E chi era alleato degli anglo.americani, e partecipava alla liberazione d’Italia, può essere messo sullo stesso piano di quei pochi delinquenti che facevano il lavoro sporco per i nazisti?
Forse Pansa crede che i misfatti e i crimini di alcuni partigiani possano essere un elemento tale da ridurre la resistenza e la guerra di liberazione a una guerra civile? Mah, come se crimini e misfatti, in ogni guerra, anche la più giusta e la più santa, non possano avvenire come episodi isolati e devianti, senza per questo togliere alcunché alla valutazione storica che viene data a quella guerra.

Buona notte Pansa, e se puoi scrivere quello che scrivi, ringrazia quei partigiani che combattendo credevano di fare una guerra di liberazione dal Nazismo e dal Fascismo, e non una guerra civile fra due concezioni ideologiche di pari dignità.

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