SOLE E OMBRA, di Cinzia Tani
La mia impressione, forse a torto influenzata dal sapere che Cinzia Tani è una conduttrice televisiva, è che questo romanzo abbia molto in comune con le telenovele. La trama è molto complicata, sullo sfondo della guerra civile spagnola. Tre personaggi, che sono poi i tre protagonisti del romanzo, si inseguono cercando di costruire fra loro storie d’amore che si intrecciano ma che non si concludono o si concludono malamente.
Il romanzo inizia narrandoci separatamente le storie di questi tre personaggi, Nina, Julian e Michele, a partire dall’infanzia, se non addirittura dalla nascita. Questo approccio che ho avvertito piuttosto disarticolato, mi ha subito dato una sensazione di distacco, anche per la lunghezza di questa fase, che occupa le prime cento delle trecento e oltre pagine del libro.
Nina è figlia di una ricca famiglia di nobili feudatari spagnoli ai tempi della dittatura di Primo de Rivera. Si tratta di una famiglia rigida, con una madre remissiva e profondamente religiosa, un padre orgoglioso e determinato a proseguire la stirpe familiare attraverso una progenie maschile. Per questa ragione il padre non dimostrerà mai affetto per la bambina, mentre tutto il suo affetto sarà riversato sul secondogenito, Carlos. Nina accentrerà invece tutto l’affetto della madre, che le costruirà attorno un muro protettivo e che di fatto terrà segregata la fanciulla fino alla sua adolescenza. Ciò sarà anche un po’ la causa di tutte le sue disavventure future.
Il secondo protagonista è Julian, un ragazzo di padre spagnolo e madre inglese. È il terzo rampollo della coppia, e la madre, che desiderava una femminuccia, riversa su di lui tutto l’affetto, crescendolo come persona molto sensibile, dedita alla poesia, ma timido e piuttosto codardo. La sua codardia sarà causa della morte di uno dei suoi fratelli, affogato nel fiume senza che Julian abbia avuto il coraggio di buttarsi a salvarlo. Questo episodio segnerà tutta la sua vita.
Il terzo protagonista è Michele, un ragazzo italiano povero, che ha uno strettissimo rapporto di amicizia con Loris. I due hanno un carattere molto differente: Loris è figlio di un professore di liceo benestante; frequenta la società bene di Ferrara; le sue idee sono di tipo anarchico e il suo comportamento è serioso. Michele al contrario è politicamente indifferente; è vivace, ama la libertà di comportamento, beve e gioca spesso, non disdegna la compagnia di fascisti.
La vita dei tre protagonisti si incrocerà nella Spagna della guerra civile. Nina riuscirà a svincolarsi dalla famiglia e incontrerà Julian del quale si innamorerà perdutamente. Julian andrà in Spagna per combattere con i repubblicani su sollecitazione della sua fidanzata Patricia, iscritta al partito comunista. Michele, dopo aver assistito all’assassinio di Loris da parte di un gruppo di fascisti, partirà per la Spagna assumendone l’identità, e si arruolerà nelle brigate internazionali. Incontrerà Nina e se ne innamorerà, apparentemente senza speranza.
Il romanzo più che svilupparsi si inviluppa nell’inseguire questi amori sfalsati nel tempo, seguendo le tracce dei vari protagonisti che attraversano una Spagna in preda alla guerra. Sia Julian che Michele parteciperanno a scontri cruenti, anche se nessuno dei due esprime un ben definito credo ideologico. In Julian quello che prevale è la volontà di riscattarsi dal suo atto di codardia che è costato la vita al fratello; in Michele prevale invece la volontà dare al suo grande amico il merito di atti di eroismo che egli compie al fronte.
Nina, figlia della grande borghesia spagnola, non riesce a schierarsi esplicitamente con i repubblicani, e mantiene una indifferenza che serve anche a spiegare un carattere timido, indeciso, sensibile agli affetti e preda di una amore violento e sensuale per Julian, che tuttavia non riuscirà mai a diventare un rapporto definitivo.
La trama è complicata e difficile da raccontare, ma, mi sento di dire, banale, fatta di incroci improbabili, di circostanze casuali, di mortalità di personaggi scomodi, tutti aspetti indispensabili per il procedere del racconto.
Il racconto stesso è condotto con un linguaggio troppo ricco di descrizioni spesso ripetitive, sia dei sentimenti e dei pensieri della persone (come i sentimenti di Nina basati sul suo amore indefesso per Julian), sia di paesaggi o di ambienti devastati dalla guerra, etc.
Tutto questo complesso, vicende complicate ed eccesso di descrizioni, non mi hanno suscitato una reale interesse, e spesso mi hanno stimolato anche un senso di noia. I frequenti incisi nei quali viene narrata la guerra civile di Spagna, ripercorrendo episodi in generale ben noti, come l’assedio dell’Alacazar di Toledo, il bombardamento di Guernica, la battaglia fra italiani, fascisti e antifascisti di Guadalajara, gli scontri sanguinosi fra governativi e anarchici in Catalogna, etc. interrompono la narrazione, riducendone ulteriormente l’interesse.
Inoltre, per dare un po’ di sapore letterario al romanzo, vi appaiono, fortunatamente in modo solo fugace, anche personaggi storici: grandi scrittori come Hemingway, Dos Passos, André Malraux, etc, o personaggi politici italiani come Luigi Longo e Carlo Rosselli.
Non mancano poi accenni al cannibalismo, all’omosessualità, etc.
Se il racconto è intricato e piuttosto scontato, mi sembra che il finale sia quanto di più banale si possa immaginare. Direi quasi un “e vissero felici e contenti” delle fiabe per bambini. Morti tutti i personaggi scomodi, che avrebbero potuto intralciare un lieto fine, ereditate da Michele le enormi ricchezze dello zio, vagabondando Nina per un’Europa finalmente uscita dalla guerra antinazista, così, per un destino benigno che solo nei romanzi d’appendice si trova, finalmente Michele riuscirà ad incontrare Nina. Questa ormai ha dimenticato Julian, opportunamente morto suicida dopo che non è riuscito a riscattare il suo atto di codardia, e si è innamorata di Michele. Alla base di questo nuovo (?) innamoramento c’è il ricordo di una notte lontana nella quale, quasi senza accorgersene o senza proprio volerlo, si era data a lui, provando per la prima volta (e per molto tempo anche l’ultima) l’orgasmo.
La chiusura di questo cerchio, è prolissa, e occupa le ultime 50-60 pagine, anche se il ritmo del racconto, molto lento nel racconto delle vicende centrali, subisce un improvvisa accelerazione. Questo aspetto mi è parso quasi il sintomo di una fretta da parte dell’autrice di arrivare ad una conclusione che nel corso delle vicende narrate sembrava irraggiungibile.
22 dicembre 2008 alle 17:19
MIA STIRPE
( Dolce,duro,lento,morbido,violento,veloce è lo sguardo che forma la discendenza ).
L’altra meta’
della mia terra
è morbida
di lusinghe,
è dura
e in rivolta,
è veloce
di gocciole,
è dolce
nel nutrirsi,
è lenta
da impegni.
Nel suo brontolio
mi dira’
quale fontanile
accogliera’
le cento rughe
violente,
e gli renderò
la nascita , il linguaggio , l’amore
trafitto
nel solco…
di mia stirpe.
di Maurizio Spagna
Si è consacrato
Il Rotoversi.com
La cultura poetica in linea con la vita…
Verso i nostri sogni riversi ma scritti per sempre-
Un raccoglitore di poesia on line-
Maurizio Spagna
http://www.ilrotoversi.com
info@ilrotoversi.com
L’ideatore
Scrittore e Poeta-
2 marzo 2009 alle 20:35
LO STERMINIO
…Ossa d ‘occhi nella tormenta…Fosse e luoghi dove le ali tormentano l’uomo…
All’angelo piaceva
Commemorare
Le sfortune
Dei deportati
E lì,
Lì su quei campi
In sé
L’incarnava
Così come si sdegna
La fortuna
Su l’umida vergogna
Di masse istintive ,
Inumane , recidive
E stragi di schiene missive
Nella ricchezza di razza-
All’angelo del progresso
L’inserimento
E le cicatrici
Sono frustate di gas
Lungo il cunicolo
Del respiro,
Lungo il bruciore
Dello stomaco
In conflitto…
Con l’angelo del calore
Cuore e colore-
All’angelo del regresso
Libri di carne
Il servizio per distribuirne
Le grida nei campi
Con esequie informazioni
Di un binario in crampi
E l’orario infornato deiezioni-
All’angelo impopolare
L’altare per rileggersi
La vita… e il suo vangelo-
Alle vittime
Dell’OLOCAUSTO,
Adorno il mio Angelo-
Da “Il cuore degli Angeli”
di Maurizio Spagna-
Maurizio Spagna
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L’ideatore, Scrittore e Poeta-
2 marzo 2009 alle 21:29
Sono belle poesie. Quest’ultima mi piace molto. Magari la metterò nella pagine del Benvenuto. In quella pagina di solito metto le poesie che mi piacciono o che mi dicono qualche cosa. Ne metto una nuova ogni mese. Per il 10 marzo ne ho pronta una di Yeats, Bysantium. Per il mese successivo magari metterò questa. Se vuoi mandarne altre, non ho problemi a pubblicarle nei commenti. Ma scegli un commento più decente! )
Ciao
27 marzo 2009 alle 21:12
Al fin d’amore
La sera vestiva di nero
lasciava molto alta l’intenzione
l’eleganza provocava
ma era gentile-
Presto o tardi
Sparsa nel tremore
in miseria
audacia
e un po’ d’imbarazzo
quella pelle oscura
abbagliava al fin d’amore…
Ammirava ansimante
il proscenio di in corpo filante-
Ed io
seducevo il mio sangue
limpido e caldo
al fin d’amore-
di Maurizio Spagna
Con Maurizio Spagna
si è consacrato
Il Rotoversi.com
La cultura poetica in linea con la vita…
Verso i nostri sogni riversi ma scritti per sempre-
Un raccoglitore di poesia on line-
Maurizio Spagna
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L’ideatore
Scrittore e Poeta-
9 aprile 2009 alle 11:40
PESCE fUOR D’ACQUA
La sociologia del poeta-
… annotata , nuotata e nata
per le persone smarrite nei freddi angoli della società isolata…
Profondo occhio d’origine fluida
Scendi nella strada gelida
Ed avvolgi la miseria ruvida
Di coperte e riluci roventi-
Pesante occhio d’origine austera
Scendi sul giaciglio di pietra
E stringi la povertà tetra
Con mani d’oro lucenti-
Celato occhio d’origine ventrale
Scendi nel tratto infernale
E culla la notte nascosta
Con piani di stelle portanti
Nel fulgido di una giostra
Che appare per nude lacrime nane
E sale…
Verso nuvole di sole
Sale
Farina
e pane-
Vasto occhio d’origine squamato
Scendi nel parco invisibile fatato
Pesca una dignità mancata…
In lenza
E rimedia al viscido perdersi
Trattieni il respiro dell’essenza
Che nulla è pioggia
Nulla è vento
Ma tutto è scivolo agitato d’annegamento-
Al culmine del che sia e spia
L’occhio di pesce fuor d’acqua
Si trascina nel caldo soffio dorsale
Vagando oltre il gelido rimando-
E’ il principio di tutti i cavalcavia
Dalla natura all’immensa scia
E’ lo scopo per comporre
Il bagliore del futuro passato prematuro
Oggi come l’inizio di ogni ritrovo
Esistito per le strade del consueto…
Vestito in prestito-
“In memoria del mio amico “Il Giusto” che consumò la sua identità”
di Maurizio Spagna
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L’ideatore
Scrittore e Poeta-
20 maggio 2009 alle 16:23
VOLAMI VIA e AMA
…incontriAMO del poeta,
l’amore e il ricordo dell’anima che pietrifica l’essenza dell’assenza…
Volami via
volami via e ama
nel palmo di un altro
e porta parole plasmate
poi accompagnate.
Un filo d’aria unisce
un batter d’ali al cuore
quel filo d’aria che cosparge
il cuore caldo
di un cuore svuotato
quel filo d’aria
che è contorsionista
e si perde nell’azzurra
aderenza di una vista…
Conscio di un amore inconscio
ed involato via.
Incrocia il nostro destino…
E spezzati lo strato amato!
Volami via
volami via e ama
porta chi sei
nel cuore di un altro
e accompagnati
di parole amate
nel soffio di un battito
di mani accaldate.
Incrocia il tuo destino
ama, amati e saziati!
E se nel risveglio
mi risenti liscio al cuore
magari voltati
ma volami via e ama.
Incrocia il tuo destino
e raggiungi spianate…
Di nuovi amori.
di Maurizio Spagna
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L’ideatore
paroliere, scrittore e poeta al leggìo-
Collaboriamo…
4 giugno 2009 alle 20:38
Collaboriamo per l’arte in generale….
Se conosce poeti li rincuori a scrivermi-
E MI PARVE
..la malinconica coscienza è dei poeti mentre il coraggio di vivere
è degli uomini..
il coraggio di descrivere un suicidio è nei poeti stessi o immaginari
mentre la voglia di sorridere, la voglia di continuare, la voglia di nascere per morire
è parte degli uomini
di buona volontà e di buona incoscienza..
Maurizio Spagna
E mi parve
il bianco lastricato
quel poco esitato
fu fatto schiaffo
di un gesto in confusione
e se fosse in me
di maggior rilevanza
la compagnia
mi fermerei ancora sul molo
a voltare il verso del mare
a vomitare
quei pallidi cenni d’incendio
e a venir fanciullezza
in un ciuffo di sole…
Spericolato in confidenza.
Ma il nero lastricato
quel tanto è tramontato
smorto
e in disordine
tacque dell’usuale
vestito distinto e socchiuso.
E mi parve
l’ondata indifferente
e tacqui per sempre
balbettando…
Un tuffo calato nella sera.
di Maurizio Spagna
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L’ideatore
paroliere, scrittore e poeta al leggìo-
23 luglio 2009 alle 18:07
Collaboriamo per l’arte in generale….
Se conoscete poeti incoraggiateli a scrivermi-
MAGIA è MARIA
…può udirsi anche agli inferi
la regnante della lirica,
MARIA CALLAS
1923-1977…
Ci ha promesso la sua voce
E così è stato!
Magia è Maria.
Non ce la faccio
diavolo
Non ho il coraggio
Sbotto
Mi sbottono d ‘insulto esizio
Nel dire e ridir sgomento
Dopo che ceneri verso l ‘oblio
In visitar fanno croce.
Può sollevar l’eccelsa voce
Così in equilibrio sulle corde
Della magia
Così affondata sui fianchi
Di Maria
Vestir là
Dove giace l’affondo
Per il bel canto del Mondo.
Felicissima magia
Fierissima Maria
Incoraggiasti…
Un giro di note
A passeggio con eleganza
Un viario in Grecia
Per trovar di tanta usanza
Amor tua riluttanza
Ma per Magia
Sii Maria fia romanza.
Ci ha promesso la sua voce
E così è stato,
per Maria è nato l ‘usignol sordo.
di Maurizio Spagna
Da “Sotto le sembianze di..”
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L’ideatore
paroliere, scrittore e poeta al leggìo-
18 settembre 2009 alle 20:08
RISVEGLIO
…tempo, tempo, tempo,
per tempo
apparirà il sogno più nero
perché nel mondo inquieto
esiste un solo colore vero,
il nero…
Nel nero più temuto
Si finisce
E finisce il dispiacere
Provato.
Nel nero più malinconico
Si ascolta il silenzio
In silenzio
E l’uomo annuvolato
Sghignazza.
Nel nero più privo
La presunzione dei giovani
E l’irritazione
Nei più vecchi incontrati
Contro l’attimo rubato.
Nel nero più al di fuori
I supponenti
Gli intelligenti
E chi ha
Il feto della guerra
In corso e tecnologica.
Nel nero più ingiusto
Il niente
L’aria fannullona
Degli immortali
E l’aria annoiata
Sui mortali
Per una vita modesta
Osteggiata.
Nel nero più al colletto
Migliaia di aristocratici
Replicanti e intellettuali
Svoltati presso
Le opportunità.
Nel nero più avverso
Il puro volto a rendere
A prendere
Il tratto contratto
Da un immischiato nemico
La scomodità onesta.
Nel nero più radunato
La capanna a buon mercato
Denudata o smagrita
Ma entrati per poco tempo
Perché
Nel tunnel del gorgoglìo
Il nero…
È un eterno sano
Risveglio.
©
Da “Il cuore degli Angeli”
di Maurizio Spagna
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L’ideatore
paroliere, scrittore e poeta al leggìo-
1 ottobre 2009 alle 16:50
TRENT’ANNI DOPO E’ PER SEMPRE…
…le crisi, le voci apparvero
imbrogliando sulla soglia,
una sorta di fragilità
e di angoscia da rivivere
in una vertigine d’amore…
“È sempre perplesso
Che strano quell’uomo..”
È insolito
Che quando rifletto
Da tutto ciò che sfiorisce
Sfiorisco anch’io
Perdo i petali di casa
È curioso
Che quando ripercorro
Tutto ciò che è perduto
Di quello sfigurato
Sciagurato
Periodo percettivo…
Oscillo come un fiore.
È il vento che sceglie
All’improvviso
Il tuo nervo
Accarezza il vuoto.
“Si priva di saluti
E com’è mascalzone
Che strano quell’uomo”.
Alle voci ingarbugliate…
Ma le pagine più belle
Di una vita al fiordaliso
Si posano
Fra le labbra di un lobo
Nel seno di un loto
E i fiori azzurri delicati
Crescono
In un gran grano d’amore.
Da “Ammissioni”
di Maurizio Spagna
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L’ideatore
paroliere, scrittore e poeta al leggìo-
14 ottobre 2009 alle 11:44
IL TEMPO PASSA
…sentivo di sentire, meditavo per meditare
scrivevo per scrivere nel tempo andato…
Padre io
Padre e spirito
Il tempo è peccato
E penetra nella carne viva…
Come silenzio
Senza via di campo libero.
Madre io
Madre e spirito
Il tempo è umiliato
E penetra nella carne viva…
Come il buio
Senza battiti al cuore libero.
Come un soffio
Come un brivido
Il tempo passa
Più luminoso di un cero
E più tremante del proprio
Inverno libero.
Padre io
Padre in aiuto
Il tempo è una razza
E penetra nella carne viva…
Come l’incoscienza
Senza paesi e un racconto libero.
Madre io
Madre in aiuto
Il tempo è ritratto
E penetra nella carne viva…
Come anima burattinata
Senza abbraccio e braccio libero.
Come una strada
Come una fitta
Il tempo passa
Più nuvola della gioventù
E più svestiti del proprio
Estivo libero…
E così sia.
di Maurizio Spagna
Da “Il cuore degli Angeli”
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L’ideatore
paroliere, scrittore e poeta al leggìo-
30 ottobre 2009 alle 12:34
IL “CARATTERISTICO”
..l’interesse per la società
è tipico nello scrittore poeta..
La Dea del sacrificio, l’omaccione sacro torna sempre a rivivere dalle proprie spoglie.
Perlustrazioni indipendenti?
Collezioni singole o in coppie?
Trucchi prepotenti per alcuni uomini ingordi?
Ma anche abbondanti intrusioni, in un protesto di vizi doloranti del civile.
Io non scrivo per me stesso, scrivo per il genere umano e mi sfibro dei suoi problemi.
Contesto i compromessi ed il silenzio di un disgusto in via di regresso, cesso e sesso.
Non so se limitare l’eros ad un prodotto o rappresentarlo in un particolare conflitto della mente umana?
Gli sposati poi amanti e confortevoli in diverse comparse?
La donna che per amore dei figli o la bella vita in cui vive, mente a riguardo?
Certo,
queste sono strategie, infelicità, avvelenamenti di una pezza pazzia in tutti noi!
Nel peccato di una vita la coscienza corporale peculiare, egocentrica ed interpretativa è notata come una viscida condanna.
Il mio scopo invece è che i falli fallosi e scortesi attraversino il volto scortato in vergogna,
mentre la vaga vagina scontata, sconti la sua fama nell’atollo degli invisi.
È tempo degli appelli, dell’umiltà e della perseveranza…
È il tempo dell’essere “caratteristico”, non più il protagonista favorito del nostro insediamento sulla terra.
©
Da “Ammissioni”
di Maurizio Spagna
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L’ideatore
paroliere, scrittore e poeta al leggìo-
6 novembre 2009 alle 16:44
HO SEMPRE VOLUTO…
Annuisci Alda,
ho sempre voluto poesia attorno a me
tratti di sentiero
che aggiungessero corpi di scrivanie
e lampade accese di protesta
sull’infinito appoggio di un pensiero.
La tua camera ne era impicciata.
Ho sempre voluto foto
copie di poesia attorno a me
sedie foderate da calici piangenti
schizzi di un vissuto amore
strane facce di cassetti ammaccati
e muri
figurati dall’ombra del mio seno.
La tua camera ne era impicciata.
Ho sempre voluto poesia dal vivo attorno a me
musica sperduta nelle parole
volti e braccia cascanti
sopra un leggìo che pieghi
si ripieghi e il certo che si spieghi!
La tua camera ne era impicciata.
Ho sempre voluto una camera vuota
nuda e dalle quattro orecchie
bianca e chiusa in una scossa nera
svenuta
e corteggiata dalla tua poesia
che ho sempre voluto
un po’ mia.
©
di Maurizio Spagna
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31 gennaio 2010 alle 21:13
GRANELLI DI PIANTO
…I preparativi scoperti
e gli affetti che se ne vanno
spolverando ricordi e briciole sparecchiate
in raccolti scoppiati in fondo al cuore…
Per un minuto o due
La cortesia
È diventata mia testimone
È pervenuta risposta
Ad ogni dubbio
Della già adottata malinconia.
Per un minuto
Sempre gentile
Ho ascoltato certe voci
Che mi fanno orecchio
Alla voglia di vivere
Alle questioni per mentire
Di amori prestati
Ed arrestati.
Per un solo istante
Ho perduto
La strada della paura
Ho combattuto
Nel mio sostegno di paglia.
Sparate e sparate!
Sperate e sperate!
A voce troppo alta
Il confronto con la verità
È di essere uomini
Giusti o sbagliati
Ma provati e sbriciolati.
Granate e granate!
Sgranate e sgranate!
Stacchiamo
L’ultima occhiata al rimasto
Perchè
Sarà resa supplica vita…
La nostra neve è sciolta
In un campo
Di granelli di pianto.
©
Da “Il cuore degli Angeli”
di Maurizio Spagna
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L’ideatore
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3 marzo 2010 alle 16:10
IL SOMMO ODORE
…L’amore e la droga scivolano sul pelo della vita…
È fatta così
Melissa
È fatta così bella
Che è meglio di ogni calmante.
È così piena di vita
Che è possedimento
Di un giorno di sole
E a volte
Solletica l’essenza del tuo corpo
Mentendo
Alla sciocca paura di planare
Da vecchie cascate incorniciate.
“Sei uscita
Da specchi del passato
Poggiati, piaggiati in assuefatti piagosi dispiaceri”.
È ansimante
Per un solo bacio sulla guancia
Melissa
È fatta così, così sottile
Che gli riconosci
I tre specchi del tuo futuro:
La foglia dell’imbarazzo,
Il profumo di starsene in pace
Ed il bianco di un viaggio già sconosciuto.
Melissa
Sono estremo e non tremo
Ma il volto del tuo fiore…
Oggi, si è contratto verso me
Intuendone il sommo odore.
“Sei uscita
Da specchi del mio futuro
Infelici e felici di convalescenti piaceri”.
©
Da “Diversi, versi ed ersi”
di Maurizio Spagna
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L’ideatore
paroliere, scrittore e poeta al leggìo-
10 marzo 2010 alle 20:12
IL SOL VIVERE
…Un mio commento poetico al film:
Il tè nel deserto (1990)
di Bernardo Bertolucci
Il sole scrive nel deserto la sua astuzia
E il nulla dell’uomo è clandestino in natura.
L’amore ci brucia dentro
L’amore è un turbante dell’odio
L’amore è immenso come il respiro
L’amore ci asciuga una volta sola…
La sabbia scrive nel visibile la sua esistenza
E l’uomo al di là dell’ombra
Al di là dell’amore perduto
Bussa alla porta degli amanti
Immaginati.
Viviamo nel nulla
E il tè soggiorna i nostri accesi ricordi
Di quando amare era…
Per noi il sol vivere!
Di Maurizio Spagna
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L’ideatore
paroliere, scrittore e poeta al leggìo-
11 maggio 2010 alle 20:01
IL ROMANZOGNO
… non c’è inizio e fine in un sogno
quindi,
volgo sulla vita e cogno
la mia sorte nel romanzogno…
Senza punti
E il punteggiar di appoggio
Percorrevo un viottolo intenso largo un metro disatteso
Sulla triste e ferma sinistra
La parte destra di un treno affacciato alla vita
I finestrini aperti e vedette di mani avvinghiate su di me
Sul mio prossimo peccato
Sudicio di amore ed intrigante
Nel corpo di una vellutata amazzone
Paura
Tenebre
Inganni
Miraggi di uomini in fila ed in lotta
“ Lei mi guarda”
Entra come sempre nei miei pensieri
“ È la mia donna”
La mia guardia dell’anima che picchetta per me
Ma io avanzo curioso
Su quel viottolo intenso largo un metro a rilento
Le ombre senza mani slittano la mia destinazione
Impediscono il passo e impegnano le mie vergogne
Sul transito di un desiderio ormai incontrollabile
È il mio turno
Sono a un metro dalla porta adultera
La mano sta per abbordare la maniglia
Le difficoltà
Dietro incontrate mi fissano ma poi si annullano
Paura
Ossessione
Soltanto il sesso o il nulla
È la città degli uomini di potere
“ Volgo sulla vita e cogno
la mia sorte nel romanzogno”
Entro e condanno la fedeltà
Prima apprezzando la sua sensibilità
Poi contenendo il racconto nella natura madre da lei lasciata
Lei mi guarda
Mi accarezza in una brezza di accordi
Non disprezza il mio sperma affogato in un infido sessuale
Anzi
Ringrazia i miei occhi azzurri
Mappe di mari perturbati e pervenuti
Oggi è cessato il plauso mio amore
Esco e la folla furiosa è sparita
È naufragata dentro una tempesta di lacrime
Scatenata dal Dio supremo
Verso la sua delusione penetrata in me
Verso l’intrusione nella mia infelicità
Verso la sola paura
“ Era la mia donna”
La mia guardia
del “ guarda che ti amo”
Ma ora mi accompagno nel vento
Privo dello stimato orizzonte
E macchio la solitudine morale
A stento
Da “Il cuore degli Angeli”
di Maurizio Spagna
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L’ideatore creativo,
paroliere, scrittore e poeta al leggìo-
“Questo è quel che ricordo di un sogno emozionante realmente sognato in una notte d’inverno
e in modo immaginario e poetico ho voluto descriverlo,
lasciando la libera interpretazione dei concetti al lettore irrazionale.
Come vedete non esiste la punteggiatura perché i sogni sono dentro il nostro spazio
incredibile e infinito, non c’è inizio e fine ma solo scie di versi luminosi.
L’aspirazione è di continuare a scrivere affascinato dalla fantasia
che si completa in me,
interrogando l’immagine irrequieta dell’essere in osservanza.”
29 luglio 2010 alle 20:43
TU SAI DELL’AMORE?
…è il peccato originale,l’amore…
Che cosa?
Che cos’è l’amore?
L’equilibrio perfetto dei sensi.
L’abbraccio alla vita per sostenerci dai forti pianti.
Il caldo appassire di un bianco sperma.
L’ultimo sforzo per spezzarci dal cordone ombelicale.
Sotto il cuscino per respirare.
Sotto il cuscino in caduta libera nei sogni.
La parola amore è pesante
e scava fra le rughe tortuose
appiccicate addosso.
Tu sai dell’amore?
Sai quante cose dell’amore?
Quello vero torna sempre a casa.
Quello fragile è abile e disperato.
Tu padre, tu madre e noi figli dell’amore nutrito.
Il primo amore è sempre il più carico di zucchero.
Il secondo, è un introdotto necessario.
Il terzo, fuoco costante sul comodino accanto al letto.
E poi il disordine,
Lo scivolo dei tuoi ricordi,
Il carbone della scelta
Che faceva di te un grande incontro,
Un grande amore.
La parola amore è una scoperta
E fin dal primo schiocco di sguardo
Capisci che il suo viso è il tuo viso.
La stessa immagine accoccolata
In cioccolata.
Cosa vuoi imparare?
Io voglio imparare tutto dall’amore!
L’amore è un passo dolce e musicale.
La paura di perdersi spalancando gli occhi della morte.
Sotto gli alberi sgocciolanti, l’amore è venuto a cercarti.
L’amore interiore è tutto.
Quello esteriore non ha nessun valore.
Ognuno sta inseguendo la strada giusta,
Il confine pieno di amore,
Un cancello verso l’alto.
Alla fine dei giorni,
Come petali discesi nel vuoto,
Come carne viva salita nel dolore
E nel ramo di chiodi bestiali
Noi, vediamo amore?
Io credo di si.
Credo sia così intenso,
Così intrepido nei cuori e nei palpiti
Da rendere l’aria tremula.
Tu sai dell’amore?
Qualcosa di troppo sentitamente intimo.
Come se fosse la storia della propria vita,
Luci altre luci,
Sere dopo sere…
Pazienti ed impazienti ma in saliva.
©2010
di Maurizio Spagna
http://www.ilrotoversi.com
info@ilrotoversi.com
L’ideatore creativo,
paroliere, scrittore e poeta al leggìo-
29 luglio 2010 alle 20:53
Spero tanto di conoscerla un giorno..
Magari per intervistarmi e parlare del mio portale nel suo programma in tv.
Adesso il portale è visitato da 1.100.000 visitatori e perchè no
collaborare anche per la mia idea del giro del mondo poetico.
Io ho un destino scritto e un domani cambierò l’arte dello scrivere ed avvicinerò anche i giovani alla poesia.
Perchè inventerò una nuova poesia in movimento.
In giro non esiste nessuno con le mie capacità creative, sono unico e raro come il respiro.
Di Maurizio Spagna
ilrotoversi
11 novembre 2010 alle 21:36
” A tutte le donne, a John Lennon e un pò anche a me vero artista delle emozioni ”
IO, TU E DONNA-
…siamo nati da una donna precipitando poi sulla carne mitologica
ma donne, siete anche vergini e vertigini del privilegio uomo-
TU donna
imbattuta dormi con me e non disordinare l’uomo-
Tutto è in ordine ora,
tu e donna a piedi nudi nell’alba ragazzina da sempre-
Io
Indico l’attesa e aspetto l’attimo
La persona in me
Sta avanzando in una donna
Parlo
Di che parlo?
Indifferenza dell’uomo attuale che cede e cade insanguinato
Sul baratro della pace-
Io
Fortunato ma infelice
Il mio essere
Errante
È squilibrato da uno strano sorriso
Peccaminoso
Al letto e nudo della mia anima
Silenzioso
Con l’eremita dei sensi,del succo e delle stelle-
Io e dell’io mio
Non disperdo l’universo
Ma cammino
Con te…
Donna del mio gusto
Donna nel giusto.
Torna vicino al mio umore
Al resto donna di tante donne
Penseremo poi.
Io e il perdifiato:
“Se la donna si chiude,un fiore e il suo mondo
CI OSCURA”
Maurizio Spagna
©2010 Maurizio Spagna
e il giro del mondo poetico-