La chiave di lettura del libro è la natura del Male come viene percepito: il Male come violenza delle o sulle cose, il Male come prodotto delle nostre attese. Scurati ci ricorda come l’avvento sempre più invadente dei media nella comunicazione di massa abbia determinato una sostanziale modificazione del comportamento umano. Il XX secolo è stato un secolo di immani tragedie. Gli uomini vi hanno partecipato come vittime e come carnefici, convinti di appartenere ad un movimento più vasto in un tempo più ampio nel quale veniva inscritta la loro vita: la Storia. La caduta del muro di Berlino, come molti hanno teorizzato, ha decretato la fine della Storia? Oggi questa convinzione sembra aver perso la sua dimensione di ampio respiro, e restringersi ai fatti del quotidiano: la cronaca. Cronaca come organizzazione del sentimento del tempo. È la cronaca che guida i nostri sentimenti, che li stimola: la cronaca nera, la cronaca rosa; quella che suscita nella nostra mente il terrore inconcepibile o la banalità ininterrotta. Il fantasma di fatti riportati, veri o falsi, provati o solo immaginati, dimostrati o supposti, penetra nelle nostre vite sollevando pensieri, sensazioni, convinzioni, che durano finché il fatto di cronaca è alla ribalta del media, per poi sparire ed essere riproposti quando la cronaca prende di mira altre situazioni, altri eventi, altre fonti di terrore e magari di orrore.
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