RACCONTI AFRICANI, di Doris Lessing
Si tratta di 11 bellissimi racconti che hanno come ambiente la Rhodesia del sud, la colonia britannica dove residenti inglesi hanno impiantato fattorie utilizzando il lavoro sottopagato di manodopera nera. Il libro è stato scritto nel 1964, quindi alla vigilia della dichiarazione unilaterale di indipendenza della classe dirigente rhodesiana, che aprì un conflitto sanguinoso, fra un governo che aveva decretato l’apartheid e insorti neri di due movimenti nazionalisti di ispirazione marxista (lo ZANU, di Robert Mugabe, e lo ZAPU di ispirazione sovietica).
Nell’ambientazione di questi racconti la classe possidente inglese esercita ancora tutto il suo potere, mentre i neri vivono in situazioni degradate, sono ancora ampiamente succubi del colono bianco e non si avverte in loro ancora uno stato d’animo di rivolta.
Il primo racconto, Il vecchio capo Mshlanga, ci mostra una bambina bianca che cresce nel disprezzo e in parte anche del timore dei neri, considerati alla stregua di animali non del tutto innocui. È l’educazione “normale” cui vengono sottoposti i bambini bianchi. Un giorno la bambina incontra un vecchio nero che, non solo si rivolge a lei gentilmente, ma non dimostra alcuna soggezione. È il capo di un villaggio. La bambina capisce che i neri sono uomini esattamente come i bianchi, e da quel momento cambia il suo modo di considerarli.
Alba sul veld. È un racconto basato soprattutto sulla descrizione del paesaggio africano mentre gradualmente col sorgere del sole, dall’uniformità dei colori della notte trapassa alla vivacità dei colori del giorno, al canto degli uccelli che si risvegliano, etc. È un ragazzo adolescente che con occhi stupiti lo ammira girovagando per il bush. Ma se la natura offre agli occhi spettacoli idilliaci, può mostrare anche il suo lato violento. Il ragazzo è attirato da un suono lamentoso: è una giovane antilope che sta soccombendo attaccata da migliaia e migliaia di formiche. Il ragazzo, mosso da pietà, sulle prime manifesta la tentazione di salvarla, ma poi capisce che la natura ha il suo corso e l’uomo non ha il diritto di interferire, neppure per pietà.
La magia non è in vendita. Teddy è il piccolo figlio della famiglia Farquar. Il loro cuoco, Gideon, ama svisceratamente questo bambino, e lo fa giocare e lo alleva come se fosse figlio suo. Purtroppo Teddy riceve in piena faccia lo sputo velenoso di un serpente, e rischia di perdere gli occhi. Ma Gideon sa come rimediare, e trova rapidamente un erba che lo guarisce. La notizia si diffonde, e medici del vicino ospedale cercano di farsi confidare il segreto, per avere un mezzo che potrebbe essere di giovamento a molte persone. Ma Gideon non parla, neppure sotto l’insistenza dei suoi padroni. Si verrà a sapere che Gideon è figlio di un vecchio stregone, e i segreti degli stregoni non possono essere divulgati.
Una moglie scomoda. Il Lungo è un nero capo mandriano, abilissimo con i buoi quando devono tirare l’aratro, ma, si dice, molto inesperto con le donne. Egli ha tre mogli che lo fanno disperare, e soprattutto quella peggiore, brutta, antipatica, musona, è la più vecchia. In famiglia c’è sempre tensione. Il Lungo spinge la vecchia moglie ad andarsene, ma questa ogni volta si rifiuta, finché un giorno non la si vede più. Mistero. Finalmente, dice il Lungo, la donna è tornata al suo villaggio natale. La cosa finisce lì. Le donne del villaggio si lamentano che l’acqua del pozzo è sporca e ha un cattivo odore. Il pozzo viene pulito, e assieme ai cadaveri di topi e altre bestie in putrefazione che vi sono cadute dentro, fuoriescono pezzi di un corpo umano: quello della moglie scomoda. Forse vi è caduta dentro anche lei. Meglio non indagare oltre. Il Lungo, tutto sommato, è un mandriano troppo in gamba per potersene privare.
Inverno in luglio. È il racconto più lungo. In una fattoria vivono in tre: Julia, suo marito Tom e il fratellastro di Tom, Kenneth. Julia è una donna di una quarantina d’anni. In gioventù ha girato per il mondo, se l’è spassata, innamorandosi in più riprese. Tom è un uomo di grande forza morale, protettivo, lavoratore, romantico la sua parte. Kenneth, fisicamente più debole, ha un carattere cinico, pragmatico. Julia, incontra la coppia di fratelli dopo che la sua vita vagabonda e irrequieta le è venuta a noia e teme di non sapersi costruire un futuro. Nasce così uno strano menage e tre: Julia sposa Tom, l’uomo che la fa sentire sicura; ma anche con Kenneth si instaura una reciproca attrazione che, negli anni in cui Tom va in guerra, si trasforma in una rapporto vero e proprio. Tuttavia, mentre il rapporto con Tom è un rapporto meno intenso, ma più rassicurante, quello con Kenneth è difficile. Tom immagina o forse conosce la situazione, ma non fa nulla per impedirla. Il suo rapporto con Kenneth è molto forte, indistruttibile. Ma Kenneth non può sopportare più a lungo questo menage, e decide di sposarsi. Julia si sente abbandonata. Lo stesso Tom, così protettivo sembra aver perso la forza alla quale Julia si appoggiava. Kenneth verrà ad abitare nella fattoria con la moglie assieme a lei e a Tom. Tutto ciò apre un nuovo orizzonte, che Julia stenta a capire. Poi finisce per rendersi conto che la vita continua, pur con altre prospettive, fra cui quella di accettare una quotidianità più banale di quella sulla quale fino ad allora si era appoggiata.
Il porco. Il padrone della fattoria è irritato perché nei suoi campi vi sono furti di pannocchie in continuazione, nonostante raccomandazioni e minacce ai lavoranti neri. Si decide a ordinare a Jonas, una specie di factotum, di fare la guardia di notte armato di fucile e di sparare contro ogni movimento sospetto anche senza controllare: è probabile che il responsabile dei furti sia un porco. Jonas accetta con riluttanza, ma utilizzerà l’incarico affidatogli per risolvere a modo suo un problema familiare. Egli ha due mogli: una vecchia, che gli ha dato i figli, e una giovane, che tuttavia, ne ha le prove, lo tradisce, provocandogli una grande sofferenza di gelosia. Una notte Jonas aspetta di vedere il rivale uscire dalla capanna della moglie. Lo segue, e gli spara uccidendolo. Poi si giustifica, dicendo di avere sentito grugnire un porco e di aver sparato senza controllare.
Tradimenti. Due sorelline giocano nel bush e trovano i resti di una casa che un tempo era stata quella di Mr. Thompson, che era stato anche il proprietario della tenuta ora di proprietà dei loro genitori. Le sorelline non hanno mai conosciuto quel signore, e lo immaginano un ubriacone violento. In realtà, nel corso di una visita, le sorelline vedranno che Mr. Thompson è una persona mite, mentre hanno subito in antipatia la moglie, che manifesta un’apparenza sguaiata. Le due sorelline non avranno scrupoli a fare dispetti alla coppia che desiderava vedere i resti della vecchia casa, provocandone in certo qual modo una reazione sconcertata.
Lucy Grange. È la moglie di un agricoltore, che, a differenza della mogli della maggior parte dei proprietari di fattoria, ci tiene molto alla proprio persona. La vita nella fattoria è comunque monotona, e i vestiti nuovi che indossa, il trucco con il quale si fa bella, ecc. non sembrano interessare molto, neppure al marito. Le visite che riceve, pur piene di elogi per lei, non la gratificano, e le conversazioni rimangono in un ambito di grande banalità. La visita di un assicuratore, persona elegante e con una certa istruzione, le restituisce una vitalità di cui sente il bisogno e che non tarderà a trasformarsi in un vero e proprio rapporto.
Una modica invasione di locuste. Richard e Margaret, assieme al padre di lui, il vecchio Stephen, gestiscono una fattoria che, pur non arricchendoli, consente loro di vivere decentemente. Ma la situazione cambia all’improvviso in occasione di un’invasione di locuste. Tutti gli agricoltori dei dintorni sono mobilitati, assieme ai lavoranti neri, per uccidere o deviare con grandi sorgenti di fumo le voracissime e dannose bestie. La distruzione dei raccolti è grandissima, anche se meno grave del previsto. Si tratta tuttavia di continuare la lotta per distruggere le uova deposte nelle notte, dalle quali potrebbe nascere una nuova invasione ancora più distruttiva.
Un cambiamento d’aria. Mrs Slatter è la moglie di un colono: un tipo violento, dotato di grande forza fisica, che la maltratta, le mette le corna con Mrs Pritt, donna antipatica ai vicini, sposata a un tipo insignificante. Mrs Slatter è una donna dolce, gentile, molto paziente, che sopporta le prepotenze e le infedeltà del marito con grazia e senza reagire. La figlia dei suoi vicini, una ragazzina, la vede in un’occasione con un atteggiamento disperato, molto insolito in lei. Si viene a sapere che, come reazione all’infelicità della vita coniugale, la donna aveva finito per avere una relazione con un assistente del marito, George Andrews, del quale si era innamorata. Ma la relazione era molto difficoltosa, e George non era affatto innamorato, al contrario la trattava come un semplice sollazzo. Ciò aveva provocato in lei un cedimento emotivo, al punto da farle invocare una precoce e definitiva vecchiaia, mentre a nulla erano valsi i consigli dei vicini di reagire alla situazione con un “cambiamento di aria”.
Storia di due cani. Il cane è un animale indispensabile nelle fattorie della Rhodesia meridionale. Gli vengono attribuiti molti compiti: la guardia, la caccia, ma soprattutto la compagnia ai padroni. La novella, per voce di una ragazzina, ci racconta le vicende di due cani, che, restii ai tentativi di addestramento da parte dei padroni, finiscono per inselvatichire. Nel racconto, accanto ai due cani, è protagonista una natura selvaggia che si estende attorno ai campi coltivati della fattoria.
Questi racconti della Lessing offrono un quadro vivace, dettagliato, realistico di un’Africa che non ha nulla di turistico, ma ha il fascino attraente della terra selvaggia nella quale i coloni costruiscono e gestiscono le loro fattorie. L’ambiente in cui si svolgono alcuni dei racconti appare costituito da incantevoli paesaggi, aspri, variegati, coloratissimi, abitati da piante, arbusti, erbe di ogni varietà e ogni colore; ma accanto alle bellezze del paesaggio, siamo catturati dalla crudeltà della natura, dove la sopravvivenza per la vita crea drammi grandi o piccoli ma sempre crudeli. La Lessing ci fa penetrare inoltre nella vita delle famiglie dei coloni, i rapporti fra vicini di casa, le amicizie ravvivate o perdute, la sofferenza di donne che vivono senza la possibilità di distrazioni accanto a uomini catturati dal lavoro, le vie d’uscita che alcune di loro (molte?) trovano fra le braccia di un amante, la vita dei bambini che crescono in questa natura selvaggia. E accanto ai bianchi ci sono i neri, la loro vita grigia, così lontana e insignificante per i padroni bianchi, il loro senso di subordinazione, i sentimenti che provano per i loro padroni, le loro sofferenze, etc.
Tutto questo emerge dai racconti, in una scrittura fluente, vivace, espressiva, mai preda della retorica. Dopo aver letto questi racconti, l’Africa ci appare così come è stata nella realtà al tempo del colonialismo, e la Lessing ci appare come una grande scrittrice che sa trasmettere immagini ed emozioni.
Leggi la lezione di Doris Lessing alla consegna del Premio Nobel (dicembre 2007)