Una significativa immagine shakespearian-verdiana
Commento all’editoriale di Ernesto Galli della Loggia sul Corriere della Sera del 14/11/2010
Ho trovato molto convincente l’immagine della solitudine di Berlusconi paragonata a quella di Macbeth assediato nella foresta di Birnan. Come Macbeth non ha amici, solo servi che alle loro comparsate televisive sono costretti ad arrampicarsi sugli specchi per giustificare le uscite sempre più demenziali del loro padrone. Non si può realizzare una dittatura basandosi solo sull’interesse che lega i servi al dittatore. Un minimo di convinzione reale è necessario anche nelle persone che lo circondano. E ce ne sono state. Ma Berlusconi ha liquidato al primo contrasto queste persone. Una alla volta. Ora sta cadendo vittima della propria presunzione. Come una mosca incappando in una ragnatela, cerca di liberarsi agitandosi convulsamente, rimanendo inevitabilmente preda del ragno, così Berlusconi sta incappando nella ragnatela tesagli dalla Lega e, agitandosi convulsamente, rischia di rimanerne preda e vittima. Quale senso dello stato avrebbe avuto se, in questa situazione avesse cercato, con l’atto coraggioso delle dimissioni, di trovare un accordo con le forze moderate e aprire la strada ad un rinnovamento del quale il paese ha urgente bisogno. Ma no! Berlusconi ha deciso per la guerra: e così vedremo un leader disfatto e macilento, seguito da un esercito di servitori, rivendicare la vittoria contro tutte quelle forze che hanno a cuore i destini di un Paese in evidente debito d’ossigeno. Il prezzo della solitudine, interna prima ancora che esterna.