Da IL VIOLINO (novella di Erri de Luca)
mercoledì 25 aprile 2012
Ecco come le parole si possono sostituire alle note per creare musica. Erri De Luca ha questo potere. Basta leggere l’incipit di una sua bellissima novella, IL VIOLINO.
Ecco come le parole si possono sostituire alle note per creare musica. Erri De Luca ha questo potere. Basta leggere l’incipit di una sua bellissima novella, IL VIOLINO.
È giusto e bello celebrare la giornata della liberazione dal nazifascismo. Ma è anche doveroso ricordare coloro che per rendere possibile questa liberazione hanno fatto dono del loro bene più prezioso: la vita. Questo monumento, in piazzale Genova ricorda i nomi dei piacentini che lo hanno fatto. E noi li vogliamo ricordare con riconoscenza e affetto.
Oggi è un giorno di gioia per l’Italia: è l’anniversario della cacciata del nazismo e del fascismo dalla nostra patria, ed è anche la data che ci ricorda la fine della guerra. Una guerra tragica, una guerra che ha fatto centinaia di migliaia di morti: civili, soldati, partigiani. E fra questi un gruppo di loro ha sollevato particolare commozione: le migliaia di morti e dispersi in Russia. Sappiamo le tragiche condizioni in cui questi nostri sfortunati compatrioti hanno dovuto lottare; i pochi superstiti della terribile ritirata nel grande gelo ce ne hanno raccontato gli orrori: Nuto Revelli in La guerra dei poveri, Giulio Bedeschi in Centomila gavette di ghiaccio. Oggi, oltre alla gioia, vorrei che nelle nostre anime si risvegliasse il ricordo di quei dispersi. Nella mia camminata mattutina passo davanti a un monumento, piccolo, quasi invisibile che li ricorda. Anch’io, francamente, me ne sono accorto quasi per caso. Ebbene vorrei che oggi tutti, rivedendo la foto su FB di quel monumento dedicato ai dispersi in Russia e rileggendo la bellissima poesia a loro dedicata, dedichino loro un piccolo mesto pensiero