8 agosto 1956: LA TRAGEDIA DI MARCINELLE
L’8 agosto 1956, alle 8.10 del mattino si sviluppò un incendio indomabile nella miniera di carbone le Bois du Cazier a Marcinelle, vicino a Charleroi, in Belgio. Nella miniera in quel momento lavoravano 274 minatori. 262 di loro morirono. Gli italiani deceduti furono 136. La catastrofe diede luogo a polemiche assai aspre, soprattutto riguardo al presunto ritardo nei soccorsi e a errori commessi dal sistema di soccorso. Il ricupero dei corpi dei minatori morti impiegò molto tempo. L’ultimo ricupero avvenne nel dicembre 1957.
Questa fu, come dimensioni, la terza tragedia mineraria della storia. La prima si verificò a Monongah, nella Virginia occidentale (USA) il 6 dicembre del 1907 nella quale morì un numero imprecisato di minatori, ma secondo recenti ricerche ben più di 500, in grande maggioranza italiani, e la seconda a Dawson nel Nuovo Messico (USA) il 22 ottobre 1913, nella quale morirono 263 minatori di cui 146 italiani.
Ora, il sito dove c’era la miniera le Bois du Cazier a Marcinelle è stato definito dall’UNESCO patrimonio dell’Umanità, e nel luogo vi è allestito un museo nel quale vengono conservati tutti i cimeli che riguardano la miniera, il suo funzionamento e la catastrofe di cui è stata oggetto.
Ancora oggi, polemiche sulla vicenda e soprattutto sulla gestione del museo non si sono spente. In particolare in un libro intervista di Paolo Di Stefano, dal titolo “La catastròfa: Marcinelle 8 agosto 1956” del 2011 edito da Sellerio, si rivela il malcontento di molti protagonisti della vicenda: minatori sopravvissuti, vedove e figli di minatori morti, che portano testimonianze che sembrano smentire molte delle verità ufficiali. Questo libro tuttavia, a differenza di molti altri, non è stato accolto nel materiale del museo.
Per questa ragione vi sono lamentele da parte di molti osservatori. Un articolo di Pierluigi Battista sul Corriere della sera ne riassume le motivazioni.