LE AMICHE (Michelangelo Antonioni, 1955)
Questo film ha ricevuto il leone d’argento alla XVI mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia (in quella occasione il leone d’oro fu assegnato a Carl Theodor Dreyer con il film Ordet).
Antonioni ci introduce nel mondo scialbo e annoiato della ricca borghesia torinese, al seguito di una ragazza, impiegata nel settore della moda, che proviene da Roma al fine di organizzare una sartoria per conto del suo attuale datore di lavoro. Questa ragazza, Clelia, interpretata da Eleonora Rossi Drago, prende alloggio in un albergo dove, per un caso fortuito, scopre che nella camera vicina alla sua una fanciulla (Rosetta, interpretata da Madeleine Fischer) giace sul letto priva di sensi. Si tratta di un tentato suicidio. La notizia si sparge rapidamente e all’albergo arrivano le sue amiche, in primis Momina (Yvonne Furneaux). Clelia viene presa un po’ in mezzo a questo ambiente che si presenta subito per quello che è. Commozione fino a un certo punto per il gesto dell’amica, ma curiosità tanta per le motivazioni che l‘hanno provocato, e pettegolezzi a non finire. Assieme a Momina conosciamo altri personaggi del gruppo, come Mariella (Anna Maria Pancani), Nene (Valentina Cortese) e alcuni bellimbusti pseudo-corteggiatori, Lorenzo (Gabriele Ferzetti), Cesare (Franco Fabrizi), Tony, etc. Clelia si associa alla compagnia, partecipa a ritrovi nella casa dell’una o dell’altra, e si rende conto che i valori di cui è portatrice sono ben lontani da quelli delle amiche, il cui interesse si limita a disputarsi la corte di questo o di quello, oppure a litigarsi sul modo di vestire o di ricevere gli amici, etc. Anche il tentato suicidio di Rosetta sembra interessarle più per insultarla e ridicolizzarla (“non è riuscita neppure ad uccidersi”, la deride Momina) che per cercare di capire le motivazioni profonde che l’hanno spinta a un gesto così disperato, e aiutarla a superarle. Clelia, invece, in lungo colloquio in treno dal ritorno da una gita al mare, capisce ciò che l’ha spinta e scopre che la ragazza è innamorata di Lorenzo, uno del gruppo, pittore di scarso successo e marito di una delle amiche, Nene, a sua volta ceramista di successo. La trama del film si svolge su due binari paralleli: da una parte Clelia, impegnata a costruire la sartoria, conosce Carlo, un assistente all’edilizia, persona seria, bel fusto ma, come lo definisce Cesare l’architetto che dirige i lavori, di rango sociale inferiore, e se ne innamora; dall’altra si realizza la relazione di Rosetta con Lorenzo che, un po’ trascinato dalla passione di lei, accetta di diventarne l’amante e intraprendere una relazione clandestina. Le cose sembrano procedere lungo i soliti binari. Clelia realizza la sartoria dove iniziano con un certo successo le sfilate di moda. Rosetta vive con entusiasmo e felicità la sua relazione e vorrebbe che Lorenzo lasciasse la moglie per andare a vivere con lei. Lorenzo è intenzionato a lasciare la moglie e si dimostra invidioso del successo di lei (che a lui invece manca). Ma quando la sua relazione viene alla luce, in un drammatico confronto con la donna, si rende conto che non può farne a meno, e si decide a lasciare Rosetta. Nel gruppo delle amiche la situazione crea tensioni di vario genere, chi pro chi contro la relazione di Rosetta. Le discussioni vengono interrotte dalla terribile notizia che Rosetta, questa volta, si è uccisa realmente. Clelia rivolge violente accuse alle amiche, che non sono state in grado di capire e di aiutare la ragazza, ma, al contrario l’hanno spinta sulla via che l’ha portata al suicidio, e disgustata abbandono il gruppo. Le vicende di cui è stata testimone e forse anche complice le fanno temere di perdere il posto. Le rimane Carlo, col quale ha intrapreso una relazione, tuttavia non facilissima, visto la differenza di gusti e di interessi che c’è fra i due. Ma proprio alla vigilia di prendere la decisione di vivere con lui, viene a sapere che non solo non è stata licenziata, ma ha conservato il posto a Roma, dove il datore di lavoro l’aspetta quello stesso giorno. Clelia capisce che il lavoro, prima ancora di Carlo, è il suo interesse e decide di partire, mentre Carlo non visto, la vede salire sul treno che la porterà a Roma.
Il film colpisce duramente la vita di una certa società borghese, priva di interessi reali, tenuta assieme solo da frivolezze, pronta a scannarsi per problemi di nessuna importanza, impegnata solo a far passare il tempo fra noia, pseudo divertimenti, piccole e fugaci relazioni senza alcun contenuto, e incapace di sopportare la comparsa di veri problemi. Il film è bello, ottima la recitazione degli attori che riescono a ricostruire l’atmosfera frivola e annoiata di questa borghesia.