L’AVVENTURA (Michelangelo Antonioni, 1960)

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È il primo film di quella che, nelle storia del cinema, è conosciuta come trilogia dell’incomunicabilità. Gli altri due film sono La notte (1961) e L’eclisse (1962). Come i film precedenti e gli altri due della trilogia, L’avventura è girato in Bianco e Nero. Solo con Deserto rosso (1964) Antonioni comincerà ad avvalersi del colore. Il film ha ricevuto il premio della giuria al festival internazionale di Cannes nel 1960.

Come nel precedente Il grido (1957) il paesaggio rappresenta un elemento importante della storia e del messaggio che essa trasmette; come nel precedente La signora senza camelie (1953) l’ambiente nel quale la storia si svolge e che interessa al regista per farne risaltare lo squallore, è la borghesia cittadina.

La storia inizia con una gita-crociera di un gruppo di ricchi annoiati borghesi verso le isole Lipari, e in particolare Panarea. Vi sono: un giovane architetto, Sandro, di bell’aspetto e di tanti soldi guadagnati non certo facendo progetti (troppo faticoso e di possibilità di successo incerte), ma facendo calcoli per progetti altrui (attività ben più facilmente lucrosa) interpretato da Gabriele Ferzetti; c’è quella che tutti considerano la sua fidanzata, almeno al momento, Anna, interpretata da Lea Massari; c’è l’amica intima di Anna, Claudia, interpretata da Monica Vitti, alla sua prima apparizione cinematografica (in precedenza aveva doppiato Dorian Gray in Il grido); e poi ci sono altri 4 o 5 appartenenti alla ricca borghesia cittadina. La crociera attraversa un mare costellato di isole e scogli di una bellezza mozzafiato: Panarea, certo, e Basiluzzo, Dattilo, Spinazzola, Bottaro, Lisca Nera e Lisca Bianca e sullo sfondo nella bruma la piramide di Stromboli. Ma nessuno dei gitanti mostra un minimo di meraviglia o di stupore davanti a questo spettacolo. Gli argomenti che più interessano sono se fare o no il bagno, dove ci si tuffa, come ci si insegue a nuoto, e poi si ride, si litiga, ci si corteggia e alla fine si decide di approdare, tanto per fare qualcosa, su Lisca Bianca, isolotto roccioso disabitato che li accoglie, circondato da un mare ribollente di schiuma contro gli scogli che ne disegnano i contorni. Mentre gli altri vagano per le rocce senza sapere che cosa fare e recitando banalità, Sandro e Anna continuano una discussione evidentemente iniziata da tempo. L’amore che dovrebbe unirli sembra qualche cosa estraneo ai due e al loro rapporto. Anna accetta le effusioni di Sandro, ma nello stesso tempo sembra respingere l’uomo; ha bisogno di restare sola senza che questo abbia un apparente motivo se non una specie di noia che ha poco a che fare con l’amore che dovrebbe vitalizzarla; Sandro cerca di vincere le sue resistenze moltiplicando (senza un vero successo) gli sforzi seduttivi. Il rapporto fra i due rimane teso. Ad un certo momento il tempo, all’inizio favorevole, sembra cambiare. C’è odore di tempesta. Occorre partire. Ma al momento Anna non c’è. Inutile chiamarla, non risponde. La si cerca per tutto l’isolotto, e non la si trova. È morta annegata? Si è allontanata su una qualche barca di pescatori? Tutti sono preoccupati, soprattutto Sandro e la sua amica Claudia, che decidono di non partire con gli altri e di restare a cercarla. Il tempo passa, gli amici, ritornano il giorno successivo assieme alla polizia. Arriva anche il padre di Anna, ricco costruttore. Si riprendono, inutilmente, le ricerche esplorando il fondale marino, fermando pescatori che esercitano pesca di frodo nei dintorni, ma niente da fare. Anna non c’è, né viva né morta. Nel corso delle ricerche comincia a manifestarsi un rapporto fra Sandro e Claudia: dapprima il rapporto sembra favorito dall’interesse che entrambi hanno per la fanciulla scomparsa (amante dell’uno e amica dell’altra), ma gradualmente l’immagine della fanciulla che si in frappone fra loro sembra gradualmente affievolirsi. E così, mentre si sviluppa un’attrazione fra i due, finisce per riemergere l’atmosfera che esisteva fra Anna e Sandro. Sandro si fa via via più insistente nei confronti di Claudia, e giunge a baciarla. Claudia è presa da una crescente attrazione per Sandro, ma lo respinge pensando all’amica. I due tornano sulla terra ferma con l’intenzione dichiara di proseguire le ricerche.

Inizia così un loro viaggio attraverso la Sicilia. All’inizio, questo viaggio si realizza in una rincorsa reciproca; poi la reciproca attrazione ha il sopravvento e i rapporti fra i due si stringono fino a coinvolgerli pienamente. Anche in questa seconda parte del film il paesaggio assume un ruolo di protagonista. La Sicilia: le ville della nobiltà, con i suoi splendidi parchi dove si passa il tempo nel dolce far niente; le città dove per strada si vedono quasi solo uomini che, arrapati, inseguono la star cinematografica del momento che si offre ai loro sguardi; paesini costruiti ex novo e mai abitati che sembrano cimiteri; la campagna brulla percorsa da treni con locomotive a vapore; e infine Noto, la bellissima città meraviglia del barocco secentesco, con i suoi palazzi e soprattutto il suo duomo e la cupola, come si sa, crollata in epoca successiva a causa di un terremoto, e solo recentemente restaurata. Ma la modernità in questa parte della Sicilia sembra essere frenata dalla diffidenza della popolazione, da un moralismo becero e macista (i musei sono chiusi, i turisti non sono graditi a causa della loro concezione della libertà sessuale, etc.).

Il rapporto fra Sandro e Claudia nel corso del viaggio si fa più intenso, ma, come quello fra Sandro e Anna, appare essere ben presto asimmetrico. Claudia, si rende via via sempre più conto dell’attrazione che si trasforma in vero innamoramento. A un amica confida che, mentre all’inizio sperava di ritrovare l’amica scomparsa, ora l’idea che possa ricomparire la terrorizza. D’altra parte, Sandro sembra molto più distratto: l’attrazione si manifesta solo nel rapporto fisico, senza che una gesto o una parola affettuosa, di cui chiaramente Claudia avverte il bisogno, esca dalle sue labbra. E ciò si manifesta in modo palese quando i due, interrotte le ricerche che non hanno dato alcun frutto, si ricongiungono agli amici, in un hotel di Taormina. Claudia nella camera attende con ansia Sandro, sceso nella hall per partecipare alla festa-incontro incurante di quello che prova la donna. L’attesa di Claudia non ha una soluzione se non quando, in vista dell’alba, ella scende alla sua ricerca e lo trova in intimità con un’altra donna. Claudia rimane profondamente ferita, ma la sua attrazione di innamorata ha il sopravvento e le lacrime (si immagina false) di pentimento di Sandro riescono con facilità ad ottenerne il perdono.

 

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