L’ASSASSINIO DELL’AMBASCIATORE AMERICANO CHRIS STEVENS E DI ALTRI TRE DIPLOMATICI USA IN LIBIA

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L’assassinio a Bengasi dell’ambasciatore americano Chris Stevens e di altri tre diplomatici USA è stato un atto di una ferocia incredibile. Oggi sulla stampa, sulla TV e sulla radio si stanno scatenando svariate opinioni sui mandanti, sul movente, sulle conseguenze, sulle cause. Ognuno dice la sua. Tuttavia una cosa non ho notato. E allora la dirò io, tanto per aggiungere una voce a un coro stonatissimo di opinioni.

Mi limiterò a constatare una coincidenza: Jimmy Carter, presidente democratico dal 1977 al 1981, fautore della pace in medio-oriente (fu opera sua l’accordo Egitto-Israele del 1979), si trovò a dover far fronte nel ’79-80 a una crisi gravissima, quella di 52 ostaggi americani catturati in Iran e rimasti prigionieri per tutto il 1980, anno in cui si dovevano svolgere le elezioni presidenziali. Carter tentò invano di liberarli. Non vi riuscì né con la diplomazia, né con la forza (in quella occasione le truppe americane subirono una sconfitta clamorosa, si spararono addosso, si abbatterono alcuni propri elicotteri, insomma di tutto e di più. Fu solo un caso di inefficienza? O qualcuno all’interno delle Forze Armate favorì il verificarsi di questo disastro?). Le elezioni andarono come andarono. Carter fu disastrosamente sconfitto da Ronald Regan, repubblicano. Il processo di pace iniziato da Carter si arrestò. Oggi siamo alla vigilia di elezioni presidenziali. Il candidato democratico è Obama. In Libia viene assassinato l’ambasciatore americano. Il mondo, e ancor prima gli USA, si aspettano una risposta. Dall’esito di questa risposta potrebbe dipendere l’esito delle elezioni di novembre, e già se ne parla. Si tratta di una semplice coincidenza?

Comunque non mi si chieda che cosa può essere alla base di questa coincidenza. Sappiamo che, per quanto riguarda l’11 settembre o l’assassinio di Kennedy ci sono state molte interpretazioni che si discostano dalle verità ufficiali. Forse che sì. forse che no. Non sono in grado di avere una posizione personale. Ma la coincidenza sugli eventi negativi che hanno preceduto le elezioni presidenziali ai tempi di Carter e ora a quelli di Obama mi pare che sia oggettiva, al di là di possibili interpretazioni. Potrei fare un’ipotesi, che tuttavia lascia il tempo che trova: Carter aveva fatto fare un importante passo avanti verso la pace fra Arabi e mondo occidentale (la pace Israele-Egitto) Se rieletto, probabilmente avrebbe continuato sulla stessa strada. Regan invece l’ha bloccata e, anzi, ha acuito il conflitto. Sappiamo una cosa per certo: che in larghi strati dell’opinione pubblica israeliana (e fra molti ebrei americani) la ricerca della pace non è gradita, così come non è gradita in molti settori arabi, integralisti o no. Quindi avrebbe potuto essere interesse di queste aree la caduta di Carter. Le stesse forze, contrarie al raggiungimento di una pace in medio oriente, mi pare che stiano emergendo anche ora: sia da parte israeliana, sia da parte dei settori arabi. Il video blasfemo (l’insospettabile Ilary Clinton lo giudica un film disgustoso e riprovevole, e rivendica l’estraneità degli Stati Uniti alla sua produzione) è opera di Sam Bacile, ebreo americano e per sua stessa ammissione finanziato da altri ebrei americani di cui non si consce l’identità; ed è stato diffuso proprio ora, alla vigilia delle elezioni presidenziali, nelle quali il candidato democratico è ancora Obama, che non ha mai nascosto il suo interesse per la pace in medio-oriente e le sue critiche alla politica di Benjamin Netanyahu. È possibile che la diffusione di questo filmato abbia a che fare con l’interesse a contrastare la rielezione di Obama? Certamente coloro che hanno promosso la sua diffusione non possono non aver previsto una grande reazione da parte del mondo islamico. E nella confusione di una reazione di massa, forse qualcuno poteva sperare in, o addirittura provocare, interventi violenti atti a ottenere conseguenze catastrofiche (come di fatti è avvenuto con l’assassinio dei diplomatici USA) che avrebbero danneggiato Obama? Questo non vuol dire che sicuramente Obama sarà sconfitto. Auguriamoci di no. Obama è un presidente che ha dimostrato grandi capacità e saprà reagire opportunamente. Ma il dubbio che lo scopo della diffusione del film sia quello, non mi sembra uno dubbio peregrino. Ci sono troppi settori che hanno interesse a non raggiungere una pace fra Israele e palestinesi e quindi fra arabi e americani! 

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