Archivio di settembre 2012

L’ECLISSE (Michelangelo Antonioni, 1962)

giovedì 6 settembre 2012

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Terzo film della trilogia dell’incomunicabilità, e ultimo film in bianco e nero di Antonioni. Riceve il gran premio della giuria al Festival internazionale del Cinema di Cannes nel 1962. Il film inizia con una coppia in crisi. Vittoria (Monica Vitti) e Riccardo (Francisco Rabal) hanno trascorso una notte insonne a discutere sul loro rapporto e sul loro futuro, senza giungere a una conclusione accettabile. Ora hanno esaurito gli argomenti; entrambi si muovono, nervosamente ma stancamente, per la casa: allora vuoi proprio andartene? insiste Riccardo; e la risposta altrettanto definitiva di Vittoria: non ti amo più. Alla fine Vittoria se ne va, ma non si manifestano drammi, non c’è nulla di sconvolgente. Riccardo vuole accompagnarla in un ultimo tentativo che egli stesso capisce inutile. Il rapporto è definitivamente rotto, non c’è più amore né da una parte né dall’altra. Al momento dell’addio, nemmeno la prospettiva di potersi eventualmente rivedere o di telefonarsi ha più spazio. Allora: ciao, stretta di mano e Riccardo se ne va. Neppure la parola “addio” esce dalla sua bocca.

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L’ESATTORE di Petros Markaris, 2012

martedì 4 settembre 2012

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Un giallo ambientato nell’Atene contemporanea, in una Grecia in preda a una violenta crisi economica, e guidata da una classe politica inefficiente e corrotta e da una burocrazia corrotta e invincibile. Il protagonista è il commissario di polizia Kostas Charitos. Il tema è intrigante: si trova il cadavere di un uomo al centro di un sito archeologico, il cimitero del Ceramico. La posa dell’uomo fa pensare che sia stato ucciso altrove e poi trasportato in quel luogo. Le solite indagini, la scientifica, il medico legale, etc. sono sul posto per gli accertamenti di rito. La causa della morte è una iniezione di cicuta.

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LA NOTTE (Michelangelo Antonioni, 1961)

lunedì 3 settembre 2012

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È il secondo film della trilogia dell’incomunicabilità. Ha vinto l’Orso d’oro al Festival internazionale del cinema di Berlino nel 1961. Direi che in questo film il tema dell’incomunicabilità è più esplicito di quanto non lo sia nell’Avventura. I protagonisti sono una coppia di sposi della media borghesia: Giovanni Pontano, uno scrittore di successo interpretato da Marcello Mastroianni e Lidia, sua moglie, interpretata da Jeanne Moreau. Il paesaggio è la Milano agli inizi degli anni Sessanta. Sta incominciando il miracolo economico: il centro storico offre alla vista palazzi moderni, si intravedono i grattacieli, fra cui il celebre Pirellone; le strade sono percorse da molte automobili, soprattutto fiat, lancia e alfa: 600, 1400, lancia aurelia, giuliette, ma anche auto americane possedute dalla ricca borghesia. Al confronto le periferie mostrano ancora un’immagine degradata: case coloniche in decadenza o addirittura diroccate, prati incolti selvatici dove bande di ragazzi giocano, litigano, fanno a pugni, binari morti un tempo utilizzati per la comunicazione fra frazioni, piccoli comuni dei circondario, etc. L’ambiente è quello solito della borghesia che coll’avanzante miracolo economico si sta espandendo e arricchendo, ma anche culturalmente impoverendo.

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L’AVVENTURA (Michelangelo Antonioni, 1960)

sabato 1 settembre 2012

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È il primo film di quella che, nelle storia del cinema, è conosciuta come trilogia dell’incomunicabilità. Gli altri due film sono La notte (1961) e L’eclisse (1962). Come i film precedenti e gli altri due della trilogia, L’avventura è girato in Bianco e Nero. Solo con Deserto rosso (1964) Antonioni comincerà ad avvalersi del colore. Il film ha ricevuto il premio della giuria al festival internazionale di Cannes nel 1960.

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