SPARTACUS (Stanley Kubrick, 1960)
Kubrick prosegue la sua grande carrellata fra i generi più battuti del cinema. Dopo un film noir come potrebbe essere definito Rapina a mano armata, e un film di guerra, come si potrebbe definire Orizzonti di Gloria, questo lo si potrebbe definire un film storico, incentrato sull’antica Roma, e in particolare su un evento drammatico che ne ha scosso la repubblica e ha contribuito a provocarne la caduta per dar vita all’Impero: la rivolta degli schiavi guidati da Spartaco. Naturalmente, mentre Orizzonti di gloria è stato girato in bianco e nero, in modo da rendere le immagini più aderenti alla cupa atmosfera della guerra, Spartacus è stato girato a colori, come si conviene alle immagini di un film storico che vuole ricostruire un ambiente ricco di suggestioni come quello della Roma antica. È forse il film più lungo di Kubrick, seguito a ruota da Barry Lyndon.
Il film inizia con le immagini di una cava dove un grande numero di schiavi spezza pietre a colpi di piccone. Fra loro c’è Spartacus, uno schiavo proveniente dalla Tracia, interpretato da Kirk Douglas. Egli ha un carattere ribelle. A causa dell’aiuto prestato a un collega in difficoltà viene immediatamente sottoposto a una crudele punizione: la morte per fustigazione. Proprio in quel momento arriva un ricco mercante, Lentulo Batiato (interpretato da Peter Ustinov), che a Capua gestisce una scuola per gladiatori. È in cerca di uomini che possano arricchire la sua squadra. Spartacus va benissimo; lo sottrae agli aguzzini e lo porta con sé. Alla scuola dovrà imparare l’uso delle armi e a battersi contro altri gladiatori. Il loro insegnante è un ex-gladiatore ora liberato, carogna quanto basta. Nell scuola gli allievi gladiatori, se si sono comportati bene, ogni tanto possono avere una donna per sfogare i loro appetiti sessuali. La donna che viene portata a Spartacus è una schiava molto bella e di aspetto nobile, di nome Varinia (Jean Simmons). Scatta l’amore, ed egli si rifiuta di avere con lei rapporti sessuali in presenza di spettatori sghignazzanti. Da una parte comincia ad aprirsi un conflitto fra Spartacus e la direzione, e dall’altra nasce un amore che allo stato attuale non trova conclusione.
La scintilla scatta quando arrivano alla scuola quattro alti personaggi di Roma: Licinio Crasso (interpretato da Laurence Olivier), un suo protetto, Glabro, appena nominato, per sua intercessione, capo della guardia repubblicana, e rispettive amanti. Vogliono assistere a uno spettacolo di gladiatori con duello a morte, pur essendo l’esito mortale estraneo alle tradizioni della scuola e considerato pericoloso da Batiato per la stabilità.
Per il duello vengono scelte dagli ospiti le due coppie di gladiatori. La seconda coppia è formata da un gigantesco negro e da Spartacus. Le prima coppia termina con la morte di uno dei gladiatori. Nella seconda coppia, il negro vince il duello; ma al momento di uccidere Spartacus si ferma, e si dirige contro Cassio. Ovviamente le guardie uccidono lui, ma l’episodio innesca una rivolta che ben presto scoppia cruenta. Batiato fugge, i gladiatori diventano padroni del campo e si organizzano.
Il compito è presto definito: ognuno tornerà alla propria terra di provenienza. Per farlo occorre raggiungere un porto di mare, Brindisi nella fattispecie, dove navi dei pirati cilici potranno imbarcare gli schiavi e portarli alla libertà. Nel frattempo occorrerà anche darsi un’organizzazione civile, certo, per sopravvivere, ma anche militare per scontrarsi e battere le forze romane mandate per intercettarli. Così si organizza sulle falde del Vesuvio un campo fortificato nel quale si accolgono gli schiavi fuggiaschi. Fra loro anche Varinia, che in tal modo vivrà con Spartaco la storia d’amore che prima, alla scuola dei gladiatori non era stato possibile vivere. Successivamente, attraversando le terre, i paesi e le città, scontrandosi e battendo le armate romane inviate per intercettarli, essi si daranno da fare per liberare tutti gli schiavi che incontreranno, fino al raggiungimento del porto di Brindisi. Coi pirati cilici si stabilisce un patto: essi daranno le navi in cambio di una grande ricchezza che l’esercito degli schiavi sarà in grado di accumulare con le varie razzie che compiranno.
Intanto a Roma si scontrano le fazioni contrarie, anche prendendo spunto dalla necessità di domare la ribellione. Da una parte Licinio Crasso vuole conquistare il potere e cerca appoggio nella guardia repubblicana, a capo della quale mette i suoi uomini. Dall’altra parte c’è Sempronio Gracco (Charles Laughton), tribuno della plebe, che intende contrastare le velleità di Crasso, alleandosi con Giulio Cesare. La sua idea vincente è quella di inviare Glabro al comando di un contingente della guardia repubblicana, e mettere – temporaneamente – al suo posto Giulio Cesare. La cosa fa infuriare Crasso, che vede la trappola: se Glabro sarà sconfitto la guardia repubblicana non sarà più ai suoi ordini.
Così infatti avviene; Glabro commette un grave errore militare per eccesso di sicurezza; le sue coorti vengono decimate; egli stesso è catturato e viene liberato con il compito di riferire al Senato la loro offerta: se Roma non cercherà più di intercettarli, essi lasceranno la penisola senza far danni di sorta.
Ovviamente Roma non accetta le condizioni, Glabro viene degradato e la guardia repubblicana passerà nelle mani di Gracco e di Giulio Cesare. Crasso si ritira a vita privata e si fa coccolare da uno schiavo di nome Antonino (Tony Curtis), bravo cantore, bravo massaggiatore etc. Tuttavia, nonostante la benevolenza del padrone, anche Antonino fuggirà da Roma per raggiungere Spartaco e la massa degli schiavi che si sono liberati.
La lotta fra Spartaco e Roma riprende furiosa, con battaglie in gran parte vinte dai fuggitivi. A questo punto Crasso rientra in politica: tutti si aspettano da lui una mossa decisiva per fermare Spartaco. Egli chiede di essere nominato primo console e di avere pieni poteri. Gracco cerca di opporsi, ma il suo alleato principale, Giulio Cesare, lo abbandona e si avvicina a Crasso del quale sostiene la richiesta. Gracco capisce di avere perso e si suicida.
Crasso dà un nuovo impulso alla lotta per sconfiggere Spartacus. Infatti quando questi arriva a Brindisi con la sua folla, scopre che le navi cilicie non sono più disponibili, mentre due eserciti romani si stanno avvicinando per stringerlo in una morsa. Spartaco capisce che l’unica via di salvezza è quella di tornare verso Roma e sconfiggere in una battaglia campale le legioni di Crasso. A questo punto Spartacus lascia Varinia, nel frattempo rimasta incinta, per evitare di coinvolgerla in un momento cruciale. Varinia promette a Spartacus che il figlio che dovrà nascere sarà libero, in un mondo libero.
Siamo all’ultimo atto. Spartacus perde la battaglia; una grande quantità di schiavi muore durante lo scontro; vengono catturati 6.000 prigionieri che Crasso condannerà ad essere crocifissi lungo la via Appia fino a Roma. Crasso vorrebbe riconoscere Spartacus, l’uomo che ha saputo tenere in scacco Roma per tanto tempo, ma questo sembra impossibile. Riconosce invece Antonino fra i prigionieri. Decide che il suo schiavo venga crocefisso per ultimo, assieme a un collega col quale sembra condividere amicizia. Si tratta proprio di Spartacus. Con grande cinismo allora decreta che i due si battano in un duello mortale: il vincitore verrà crocifisso. I due non vorrebbero dare a Crasso la soddisfazione di battersi. Spartacus propone ad Antonino di ucciderlo, in modo che la morte per crocifissione spetti a lui. Antonino non accetta, volendo essere lui quello che sopporterà la morte più terribile. I due allora si scontrano e Spartaco ha ragione rapidamente dell’amico, ottenendo così di essere crocifisso.
Mentre l’eroe è agonizzante sulla croce, viene avvicinato da Varinia, che, disperata, gli mostra il figlio già nato. Con l’aiuto di Batiato lo porterà alla libertà come gli aveva promesso.
Il film ricostruisce con discreta precisione uno degli eventi più drammatici della storia della Roma repubblicana. Le vicende di Spartaco si sono svolte dal 73 al 71 a.C. Il personaggio centrale in quel periodo è Crasso. 11 anni dopo si formerà il primo triumvirato, e Crasso si unirà a Cesare e a Pompeo. Nel film Pompeo è nominato solo verso la fine, senza tuttavia comparire, quando col suo esercito si avvicina a Brindisi per prendere Spartaco in un morsa assieme a Marco Terenzio Varrone. Cesare appare invece nel film dapprima come personaggio di “sinistra” alleato di Gracco tribuno della plebe; ma successivamente lo si vedrà avvicinarsi a Crasso. Si sta costruendo il famoso triumvirato che avrà realizzazione nel 60 a.C.
La bellezza del film sta di fatto in un inno al tema della libertà che lo impregna dall’inizio alla fine: libertà dalla schiavitù al seguito di Spartaco, ma anche libertà in Roma dalle velleità dittatoriali di Crasso. Entrambe le due libertà saranno sopraffatte, ma esse lasceranno un segno indelebile nella storia. Sono inoltre da citare la ricostruzione accurata dell’ambiente romano sia nelle veduta della città, sia nella ricostruzione degli ambienti (palazzi, prigioni etc.), sia nei costumi. La recitazione è dovuta a un cast di attori di altissimo livello: davanti a tutti un Kirk Douglas che trascina la vicenda, l’ambiente, l’avventura; ma da osservare sono anche il gelido e cinico comportamento di un Laurence Olivier; la bellezza, forse un po’ annacquata, di Jeane Simmons; l’astuzia e il cinismo di Peter Ustinov; e l’ironia e il piacere di vivere di un Charles Laughton in grandissima forma. L’unico grande attore chiaramente a un livello più basso è Tony Curtis, che, nel ruolo di Antonino, non dice proprio nulla di particolarmente interessante. Il suo personaggio potrebbe essere interpretato da un semplice caratterista.
13 luglio 2014 alle 17:17
Tra i migliori peplum mai girati e forse il più riflessivo. Kubrick venne chiamato per sostituire Anthony Mann. Kirk Douglas al top, Laughton vecchio leone, Olivier anche lui in forma e la Simmons in quel periodo dimostrò una volta di più grande vessatilità recitativa interpretando ben tre parti diverse (!): qui, ne “L’ erba del vicino” e ne “Il figlio di Giuda”. In effetti un po in ombra Tony Curtis.
Ho letto che la produzione comprò lo Spartaco di Freda per evitare una possibile riedizione (così da come ho capito ha dichiarato il regista nostrano) e o che trovò tecnicamente interessante il film!
13 luglio 2014 alle 17:17
Comunque anche veramente spettacolare dopo oltre 50 anni!