BARRY LINDON (Stanley Kubrick, 1975)

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Ennesimo capolavoro di questo grandissimo regista. In questo film Kubrick si cimenta con un periodo storico insignito dalla grande eleganza della vita, delle ville o castelli, dell’arredamento, del modo di vestirsi, del modo di comportarsi della gente, in particolare della gente appartenente alla società superiore, quella definita dei gentiluomini. Anche la guerra entra nell’ambito di questa eleganza: le uniformi, il modo di marciare in pace e contro il nemico, lo sventolare della bandiere, il ritmo delle marce scandito dai tamburi. Anche la morte, sia quella in battaglia che quella in duello sembra ripulita dall’apparenza tragica alla quale si è abituati. Fotografie splendide, musica all’altezza. Come nei precedenti film, anche in questo Kubrick ama servirsi di brani di musica classica, fra i quali fa un particolare effetto, proprio per la sua eleganza, l’Andante con moto del trio in mi bem. magg. N° 2 op. 100 di Schubert. Altri brani famosi sono la Marcia dall’Idomeneo di Mozart, la Sarabanda dalla Suite N° 4 in re min. di Händel, e altri brani di Bach, Schubert, Paisiello e Vivaldi.

Il film ha come perno la storia di un giovane, Redmond Barry (Ryan O’Neal) appartenente alla bassa società irlandese. Ha perso il padre in un duello (è l’inquadratura che dà inizio al film), e la madre lo accudisce con infinito affetto. Una voce narrante ci accompagna nelle descrizione della vita di questo giovane mentre da bambino diventa ragazzo. Il primo suo incontro con la vita è l’incontro con l’amore: si innamora di sua cugina Nora (Gay Hamilton) un bella ragazza, di poco più anziana di lui, che gli si concede, ma che, chiesta in matrimonio da un capitano inglese, John Quinn, giunto al villaggio per reclutare soldati per re Giorgio III (allora sul trono dell’Inghilterra) impegnato nella guerra detta dei sette anni. Redmond si ribella, sfida il capitano a un duello, lo uccide, o meglio crede di averlo ucciso, e quindi scappa per evitare l’arresto da parte della polizia. In realtà successivamente si saprà che il duello era stato montato, il capitano Quinn non è morto e diventa sposo di Nora.

A questo punto comincia la storia di Redmond. Una didascalia e, in seguito, il narratore ci informeranno che nella prima parte del film si narrerà come Redmond Barry diventerà Barry Lyndon, cioè riuscirà a realizzare la metamorfosi per la quale ha impegnato i migliori anni della sua vita: diventare un gentiluomo appartenente all’alta società.
In questa prima parte Redmond, appena fuggito dal villaggio per evitare l’arresto e diretto a Dublino, incontra dei rapinatori che lo privano di tutto. Dovrà cominciare a zero. E comincerà arruolandosi come soldato nell’esercito inglese. In quel momento è in corso la guerra dei sette anni, che vede l’Inghilterra alleata della Prussia combattere contro la Francia, alleata all’Austria e alla Russia. Redmond farà addestramento, sarà inviato in Francia, parteciperà a battaglie, vedrà morire suoi amici, sarà sottoposto a una vita faticosa e rischiosa. Il suo carattere di persona dura, ambiziosa e decisa tuttavia lo aiuterà ad emergere. Per evitare di terminare la sua vita con una pallottola in corpo, decide di disertare. Travestito da ufficiale inglese riesce a raggiungere il territorio occupato dalle truppe prussiane. Un ufficiale tuttavia, il capitano Potzdorf, lo smaschera e, per evitare di riconsegnarlo agli inglesi, lo costringe ad arruolarsi come soldato semplice. Anche in questa nuova veste partecipa a scontri a fuoco, e in uno di questi salva la vita proprio al capitano che lo smascherato. Fra i due nasce un amicizia, e alla fine della guerra, nel 1763, Redmond viene trasferito a Berlino e ingaggiato come informatore di polizia.
Questa parte del film è caratterizzata soprattutto dall’ambiente militare. La fotografia ci mostra gli schieramenti delle truppe nello loro bellissime uniformi, rosse e bianche quelle inglesi, blu e grigie quelle prussiane; le marce al suono dei tamburi e nello sventolare delle bandiere; immagini di boschi all’interno di quali si snodano le strade percorse da carrozze e da cavalleggeri; vedute di una campagna verde, ampia, serena, dove, tuttavia, si svolgono i combattimenti, crepitio di moschetti, ruderi di castelli dove sono alloggiati gli stati maggiori, tutto all’insegna dell’eleganza e della leggerezza che caratterizza la seconda metà del XVIII secolo.
Redmond riceve un incarico: sorvegliare un gentiluomo francese, lo Chevalier de Balibari (Patrick Magee), che è sospettato di essere una spia a favore dell’Austria. Balibari, infatti, non è propriamente francese: è un irlandese come Redmond. Scopertasi compatrioti, ben presto fra i due nasce amicizia, e in combutta, si dedicano al gioco d’azzardo; Balibari, barando con l’aiuto di Redmond, vince somme considerevoli. La loro fortuna provoca ai due spiacevoli incidenti, per cui vengono espulsi dalla Prussia. Ma la loro fortuna continuerà nei vari salotti d’Europa dove si gioca d’azzardo. Nel frattempo Barry, sviluppatosi nel corpo e nello spirito entra negli ambienti dell’alta società, diventando famoso per la sua bellezza e la sua abilità come giocatore e come spadaccino.
In uno di questi salotti Redmond conosce una ricchissima Lady inglese, Lady Lyndon (Marisa Berenson), moglie di Sir Charles Reginald Lyndon, vecchio Lord, ormai del tutto impotente e costretto a vivere su una carrozzella. Fra i due nasce una amicizia che, almeno da parte della donna diventa intensa attrazione. La relazione diventa ben presto di dominio pubblico, e il marito, sopraffatto dall’ira contro Barry, subisce un attacco cardiaco e muore. Un anno dopo la sua morte, Barry sposa la Lady aggiungendo così al suo nome primitivo quello di Lyndon, diventando così a tutti gli effetti un gentiluomo. Il grande obiettivo è stato così raggiunto.
Le immagini di questa parte del film sono dedicate soprattutto alla vita dell’alta società: sale sontuose, interni riccamente addobbati, serate attorno al tavolo da gioco illuminato da numerose candele; giardini di grandissima eleganza, con aiuole fiorite, fontane, laghetti, sentieri ghiaiosi, etc., mentre i personaggi che popolano vestono nel modo elegante che è proprio di quel periodo: le donne con ampie gonne, corsetti con audaci decolleté, acconciature ricche, cappelli piumati, etc.; mentre gli uomini vestono abiti classici di sobria eleganza.

La nuova vita di Barry Lindon si svolge nel castello di famiglia, una sontuosa costruzione, riccamente addobbata, con sale vastissime, tappeti, quadri e arazzi alle pareti, ricca biblioteca, un giardino vastissimo e perfettamente curato, etc. Barry è il padrone di casa. Lady Lyndon è sottomessa a tutte le sue decisioni. Un figlio che ella ha avuto dal marito precedente (Lord Bullington, interpretato da Rodolfo Traversa), tuttavia, non apprezza il padrigno e fin da bambino gli dimostra grande ostilità, ritenendolo un arrivista e giudicando il matrimonio della madre un insulto al defunto padre. Per questa sua ostilità il bambino e più tardi anche il ragazzo, subirà dal padre diverse punizioni. Alla coppia nasce comunque un secondo figlio, Bryan. Col passar degli anni, anche il rapporto fra il figlio e il figliastro diventa problematico, quando appare chiaro che tutte le attenzioni e le premure del padre sono per il primo.
In questa situazione il problema principale di Barry è quello di consolidare la propria posizione. La madre, venuta a vivere nel castello dove vile il figlio, gli fa osservare che tutte le proprietà sono della moglie, e nel caso del decesso di lei l’eredità non va a lui, ma al figlio primogenito, ovvero al figliastro Lord Bullington, che non gli ha mai nascosto la propria ostilità. Per sanare questa situazione occorre che Barry ottenga un titolo nobiliare. Questo sarà l’obiettivo che impegnerà questa parte della sua vita. Per far questo egli mette in moto una gran quantità di gente altolocata, spende somme enormi, intacca la rendita della moglie in modo serio, ma l’obiettivo questa volte gli sfugge. La parabola di Barry Lindon, finora in costante ascesa, comincia a declinare. Un incontro con re Giorgio III che, fra le mille difficoltà, gli è riuscito di ottenere non porta alla conclusione attesa. Di fatto il re lo ignora. Intanto Lord Bullington si dimostra sempre più ostile, e nel corso di un concerto, presenti molti invitati dall’alta società, proclama la sua volontà di andarsene e di non voler più vivere nella casa con un patrigno che egli giudica un miserabile arrivista. Si arriva a una zuffa pubblica, in seguito alla quale Barry Lyndon perde molte simpatie negli ambienti del gran mondo, che comincia a voltargli le spalle.
Un ulteriore disgrazia sconvolge l’uomo: la morte del piccolo Bryan, che cade da cavallo. Questa tragedia fa impazzire la madre che tenta il suicidio e deprime pesantemente Barry che si dà all’alcol. Lord Bullington viene a conoscenza della tragedia, fa una specie di esame di coscienza e si rende conto di essere stato un vigliacco a non affrontare Berry quando era il momento. Dopo l’aggressione subita dal patrigno, anziché fuggire, avrebbe dovuto sfidarlo. Decide allora di farlo, cercando in tal modo di salvaguardare la madre e quello che resta dei beni di famiglia. Si farà il duello, e Barry viene ferito ad una gamba, che dovrà essere amputata. Le fortune di Barry sono finite. Bullington riprende il proprio ruolo in casa della madre e pone a Barry una condizione: dovrà lasciare l’Inghilterra e gli sarà garantito un vitalizio di 500 ghinee all’anno; in caso contrario, verrà arrestato per gli enormi debiti che egli ha fatto durante la vita in casa della madre, e che certamente non è in grado di onorare. Barry accetta il vitalizio e torna in Irlanda. L’ultima inquadratura ci mostra Bullington che prende in mano l’amministrazione della proprietà, mentre la madre firma gli impegni economici presi dal figlio: l’ultimo di questi impegni è proprio il versamento delle 500 sterline per Barry.
Il film termina informandoci, con una didascalia, che Barry riprenderà il mestiere di giocatore d’azzardo in Europa, ma con molta minor fortuna di quanto non avesse avuto nel passato.

Come già osservato, la parte più bella del film sono proprio le fotografie: immagini della guerra, immagini della natura, immagini delle grandiose ville, dei ruderi di antichi castelli, immagini di sontuosi interni, immagini di costumi di straordinaria eleganza: tutto concorre a ricreare un ambiente, quella della seconda metà del XVIII secolo, il secolo dei lumi, che terminerà qualche decennio più tardi con la rivoluzione francese. Anche gli attori partecipano a questa festa di immagini, con la superlativa interpretazione di Barry Lyndon da parte di Ryan O’Neil. Ma anche gli altri attori riescono a far rivivere i personaggi con il dovuto realismo e con la dovuta eleganza.

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