TORRENTI DI PRIMAVERA (The Torrents of Spring), di Ernest Hemingway, 1926

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È il primo romanzo (o forse sarebbe meglio considerarlo un racconto lungo) di Hemingway. Generalmente esso è considerato una parodia del romanzo di Sherwood Anderson Riso nero, con la quale lo scrittore prese definitivamente le distanze da quello che egli considerava il suo maestro alla ricerca di una nuova forma di dare al romanzo. L’allontanamento ebbe luogo quando Hemingway si rese conto che Anderson, il cui insegnamento era stato fondamentale nella critica alle forme passate, non riusciva tuttavia a impostare quella che sarebbe diventata la forma nuova, della quale Hemingway può essere considerato l’iniziatore.


Il racconto, comunque, anche se si richiama a una forma parodistica, non è bello, anzi direi piuttosto noioso alla lettura e qualcuno sostiene che solo la sua brevità consente di arrivare alla fine. Un ultima considerazione: essendo Torrenti di primavera la satira di un romanzo serio, occorrerebbe conoscere quest’ultimo per capirne il senso. Io non l’ho letto e questo ha limitato molto la mia possibilità di comprensione.
Nelle prime pagine ci vengono presentati due personaggi che potremmo definire i protagonisti, anche se i loro rapporti reciproci sono pressoché assenti. Siamo alla fine dell’inverno e alle ampie finestre di una fabbrica di pompe di Petoskey, una cittadina settentrionale sulle rive del lago Michigan, due operai stanno guardando il cortile ancora invaso dalla neve, mentre comincia a soffiare un vento tiepido, il chinook, che annuncia la primavera. Uno si chiama Yogi Johnson e l’altro Scripps O’Neil.

Scripps è uno spirlungone di corporatura magra. È stato uno scrittore di racconti e abitava a Mancelona con la moglie Lucy e la piccola figlia Lousy. Proprio l’anno precedente, alla fine dell’inverno fu lasciato dalla moglie. Allora Scripps con ancora qualche soldo in tasca decise allora di trasferirsi al nord per trovare lavoro. Camminando a piedi lungo la ferrovia arrivò alla stazione di Petoskey dove decise di fermarsi. Una fagioleria con un’insegna appetitosa, lo attirò per consumare il pranzo. Lì trovò una nuova moglie, una vecchia cameriera, Diana. La donna era di origine scozzese. Nel 1900 si trovò perduta a Parigi dove era andata assieme alla madre per l’esposizione Universale. La madre misteriosamente scomparve e fu così che decise di trasferirsi in America, dove per sopravvivere si fu impiegata come cameriera. Scripps trovò lavoro a Petoskey nella fabbrica di pompe dove conobbe Yogi Johnson. Diana diventò la signora Scripps, orgogliosa di esserlo. Ora il racconto si riaggancia alla pagina iniziale, quella con i due protagonisti davanti alle finestre della fabbrica, la primavera che avanza e il vento caldo che l’annuncia. I due sposi hanno ormai formato una famiglia. Ma ben presto sospetti cominciarono a tormentare la vita di Diana. Riuscirà ella a trattenere il suo uomo? Ogni volta che vanno a mangiare alla fagioleria, e ci vanno sempre più spesso, le attenzioni di Scripps sono sempre più attratte dalla cameriera più giovane e fisicamente più dotata, Mandy, che evidentemente non fa mistero di voler portare via Scripps alla ex collega.
Lo scrittore interrompe a questo punto il racconto della vicende di Scripps per passare a quelle di Johnson.

Johnson, di fisico piuttosto basso e tarchiato, era molto preoccupato. Non riusciva a trovare una donna che lo attraesse. Vista dalla finestra della fabbrica la primavera in arrivo, decise di uscire dalla cittadina incamminandosi lungo la costa del lago. Seduto su una catasta di tronchi ripensò al libro preso in biblioteca. Era un libro di Anderson che parlava di guerra. Il protagonista, un certo Fred, aveva ucciso un uomo. Era la prima volta. La sua reazione era stata di sgomento. Anderson la descriveva come una reazione isterica. Forse si poteva fare a meno di uccidere quell’uomo. Ma Yogi trovava quell’episodio lontano dalla realtà. Egli era stato in guerra, sapeva quali erano le emozioni che si provavano, e sapeva anche che ammazzare un uomo in guerra era un evento che poteva capitare senza che questo determinasse nel soldato una particolare apprensione. Raccontò così le sue esperienze a due indiani che si erano fermati vicino a lui. La guerra, disse, è come giocare a football: un gioco estremamente sgradevole, ma nello stesso tempo stimolante ed eccitante. A lui capitò certamente di uccidere almeno cinque uomini, senza per questo provare emozioni particolari.
Riprendendo il libro di Anderson, Yogi concluse che uno scrittore non dovrebbe descrivere situazioni che non ha vissuto direttamente sulla propria pelle. I due indiani erano stati in guerra anche loro e avevano ottenute della medaglie al valore. Uno dei due, il più alto, era stato maggiore, l’altro, di statura più piccola, era stato gravemente ferito, e aveva perso entrambe le gambe ed entrambe le braccia, sostituite tutte da protesi.
Ritornati in città andarono a giocare a biliardo, sport nel quale l’indiano più piccolo eccelleva. Poi i due invitarono Yogi in un club privato di proprietà degli indiani dove era possibile bere alcolici. All’inizio Yogi fu molto bene accolto, ma l’atmosfera cambiò radicalmente quando gli ospiti si resero conto che Yogi era un bianco e non un indiano. Lo cacciarono senza tanti complimenti, e altrettanto fecero con i due indiani che l’avevano accompagnato.
I tre si trovarono così nuovamente per strada. Dove andare? La meta potrebbe essere la fagioleria, dove si mangia bene. Alla fagioleria ci sono tutti, compresi Scripps, Mandy, che continua a parlare e a raccontare storie a Scripps e Diana che continua a paventare di essere abbandonata dal marito. Non ci sono donne indiane. A un certo momento la porta si spalanca ed entra una squaw che indossa solo un paio di mocassini, porta un bambino sulle spalle e accanto ha un cane da slitta. È un’indiana dei boschi (come del resto i due amici di Yogi) e non sopporta di indossare i vestiti. La donna viene cacciata fuori con violenza. Johnson ha una reazione: è invaso da una nuova sensazione. La sua indifferenza nei riguardi delle donne, che lo faceva soffrire e che gli aveva reso odiosa la vita, sembra svanire. Forse la squaw entrata quasi come un annuncio di primavera aveva smosso in lui qualche cosa di profondo. Raccontò una storia ai due amici rossi: una volta, quando era stato a Parigi, fu avvicinato da una donna bellissima di alta classe. Passò alcune ore di straordinaria felicità con lei. Poi fu congedato con l’intesa che non si sarebbero mai più rivisti. Il suo ricordo però lo indusse a ricercarla ovunque, senza mai riuscire a trovarla. Passarono così i giorni. L’ultimo giorno della sua permanenza, si fece accompagnare da un taxista a vedere le cose più notevoli della città. Fu alla fine accompagnato in un posto molto costoso ma che valeva la pena. Era una stanza con un muro pieno di fessure, e incollati a quelle fessure c’erano diverse persone che guardavano. Guardò anche lui, e vide un uomo e una donna che si spogliavano. La donna era proprio quella che lui aveva cercato invano. Questa scoperta gli procurò una reazione dolorosa che fu alla base della sua repulsione per le altre donne. La vista della donna indiana sembrò riaccendere in lui quell’interesse che l’avventura parigina gli aveva soffocato e, finito il racconto, uscì dietro la squaw. I due amici rossi finirono di mangiare e poi uscirono anche loro.

Intanto si stava concludendo il matrimonio fra Scripps e Diana. Diana fece un ultimo, inutile, tentativo di trattenere il marito. Diana così se ne andò lasciando che Mandy e Scripps concludessero la loro attrazione amorosa. Ma Scripps, pur desiderando Mandy, con la mente vagava fuori della fagioleria e cercava di capire la natura dell’inquietudine che l’aveva colpito. Era la primavera, entrata nel locale sotto le forme della squaw senza vestiti.
Fuori, Yogi e la sua squaw procedevano lungo i binari della ferrovia. L’uomo si tolse i vestiti e i due col bambino e il cane da slitta proseguirono il loro viaggio senza meta. Dietro di loro i due amici rossi raccolsero i vestiti di Yogi per venderli all’Esercito della Salvezza dove avevano intenzione di arruolarsi. Ma Yogi e la squaw, nel loro procedere nudi non hanno freddo. Il vento che spira è proprio quello della primavera.

Il romanzo procede in due parti distinte: quella relativa a Scripps e quella relativa a Johnson. I due protagonisti si incontrano per caso, senza scambiarsi esperienze. Il racconto è interrotto da alcune intromissioni dell’autore che, come in un dialogo col lettore, spiega ciò che lo ha spinto a scrivere. Nel romanzo c’è un esplicito riferimento ad Anderson e al suo libro, e la critica che Hemingway gli fa: scrivere di emozioni che coinvolgerebbero il protagonista in una situazione che non si è vissuta, porta a offrire un quadro falso e quindi criticabile.

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