Romanzo postumo e incompiuto di Hemingway, ricuperato dal figlio minore Patrick nel 1998. In questo scritto, nel quale la struttura del romanzo si innesta in una serie di annotazioni di tipo autobiografico, Hemingway torna in Africa per un safari, dopo quello del 1933 con la seconda moglie Pauline descritto in Verdi colline d’Africa. Qui siamo circa venti anni dopo, nel 1953, nel corso del suo secondo e ultimo safari in compagnia della quarta moglie, Mary, sempre nella stessa area di quello precedente, in Kenya al confine con la Tanzania nel distretto di Kajado. Sullo sfondo a sud c’è il Kilimangiaro con la sua forma conica e la vetta coperta di neve, e lateralmente a est la catena della colline Chyulu. Il titolo lo spiega Hemingway nella introduzione: «In Africa, una cosa è vera all’alba e falsa a mezzogiorno, e per questa cosa non si ha più rispetto di quanto se ne abbia per il bel lago dalla perfetta corona d’erba che si è visto oltre la pianura salina cotta dal sole. La mattina abbiamo attraversato quella pianura a piedi e sappiamo che il lago non esiste. Ma ora è là, assolutamente vero, bello e credibile.»
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