L’ORGOGLIO DEGLI AMBERSON ( The Magnificent Ambersons), di Orson Welles (1942)
Welles ci porta con un tocco di magia cinematografica in una cittadina della Nuova Inghilterra negli ultimi decenni del secolo XIX. Siamo nel cuore di un mondo tranquillo, dove il tempo fa parte della nostra vita quotidiana, dove i ricchi abitano in splendide ville, dove il mezzo di trasporto è la carrozza o il tram a cavalli, dove la gente si conosce, si incontra, passeggia per le strade della cittadina, i ragazzi si frequentano con rispetto e si scambiano dolci proposte amorose, e alla sera la corte alle fanciulle viene fatta con le serenate.
In una cittadina simile vivono gli Amberson, una dinastia di gente molto ricca, che abita in una villa sontuosa. Isabel, la figlia del maggiore Amberson, l’uomo che potremmo considerare il capostipite, è corteggiata da molti uomini. Il corteggiamento deve rispondere a forme che esprimano il più grande rispetto per la fanciulla e per la famiglia di cui fa parte. Purtroppo, Eugene Morgan, l’uomo che avrebbe avuto le maggiori probabilità di ottenere la mano di Isabel, combina una corbelleria: nel corso di una serenata serale, inciampa e cade dentro il contrabbasso, sollevando divertite risate fra la gente. Il fatto viene interpretato come una gravissima mancanza di rispetto, e la fanciulla lo congeda bruscamente e definitivamente.
La vita continua. Eugene, uomo che sente il tempo trascorrere e che si impegna a perseguire il progresso, si dedica al mondo dei motori a scoppio, creando prototipi di automobili che, nella sua idea, finiranno per sostituire i mezzi di trasporto a cavalli. Isabel, da parte sua si sposa con Wilbur Minafer, un personaggio più coerente con il modo di vivere delle generazioni di elevata nobiltà, e dal matrimonio ha un figlio, George.
George è un fanciullo prima e un ragazzo poi, caratterizzato da un carattere prepotente. L’orgoglio di essere un Amberson fa sì che egli tratti con sufficienza tutti gli altri, e ciò lo rende odioso agli abitanti della cittadina. Il pensiero comune è che prima o poi il signorino dovrà fare i conti con la vita, e allora dovrà ricredersi in merito a un modo di vivere così altezzoso.
Il tempo passa. George va al liceo diventa un giovane dotato di una certa cultura e partecipa alla vita della società attorno alla famiglia. Le difficoltà della vita sono tuttavia ancora lontane e il carattere si mantiene ai livelli che conosciamo.
Ricompare Eugene. Egli si è sempre più impegnato nel mondo dell’automobile ottenendo anche buoni risultati. Il progresso sta avanzando e il mondo comincia a esserne influenzato, ma gli Amberson non se ne rendono ancora conto. In una grande festa data in onore al suo compimento degli studi, George conosce Lucy, figlia di Eugene. Fra loro nasce una simpatia, ma i discorsi che fanno durante i loro incontri dimostrano che le mentalità sono molto lontane. I progressi del padre Eugene nella costruzione di automobili, che rendono orgogliosa Lucy, agli Amberson, e soprattutto a George, sembrano divertenti fole destinate a risolversi in un nulla di fatto. In una scampagnata invernale si manifesta una specie di gara fra l’automobile e la carrozza a cavalli. La vittoria, con la maligna gioia degli Amberson, sembra essere di quest’ultima. L’automobile nella neve fatica a marciare e deve essere spinta. Il vecchio mondo è ancora la vera realtà attorno alla quale girano le famiglie nobili, e ogni tentativo di cambiarla viene interpretato come un modo della classe borghese di imporsi e salire alla ribalta.
Nel frattempo tuttavia il progresso, sotto forma di espansione del potere delle classi medie, attraverso gli strumenti offerti dalla tecnica, dall’industria e dal commercio avanza. Il marito di Isabel muore. Isabel, vedova, si trova sempre più a contatto con Eugene; il contatto fra i due segue dei ritmi di reciproco rispetto, e fra loro rinasce l’amore. Le difficoltà questa volta nascono nell’atteggiamento di George, che sempre prigioniero di un orgoglio nobiliare, non tollera che la madre si abbassi a contrarre il rapporto con una persona della classe media, sia pure al colmo del successo. Eugene ormai ha una fiorente industria automobilistica, è diventato un uomo ricco, ma non sarà mai un Amberson e non potrà certo condividerne l’orgoglio. Per George la commistione delle classi non è accettabile. Anche il suo rapporto con Lucy, ne soffre. Egli ne è innamorato, certo, ma la vorrebbe sottomessa. Lucy dovrebbe essere illuminata dall’orgoglio di entrare a far parte della famiglia Amberson, mentre Lucy, da parte sua, esprime il modo di pensare della società che sta emergendo. Nessuna sottomissione, ma il lavoro, la carriera sono gli strumenti. L’amore è importante, ma non può e non deve impedire la libertà personale, la possibilità della ricerca di un successo. La rottura fra i due è definitiva.
Fra Isabel e Eugene nel frattempo si apre la prospettiva del matrimonio. La donna deve parlarne al figlio, ma prima che questa avvenga, George viene a sapere che il rapporti fra Eugene e sua madre è ormai di pubblico dominio. Se ne parla in città e non sempre in termini positivi. I soliti pettegolezzi. Per George, geloso custode dell’orgoglio degli Amberson, questo è insopportabile. Fa indagini, si rende conto della realtà, si confida con la zia, sorella del padre defunto, a sua volta innamorata, ma senza speranze, di Eugene, e pieno di ardore affronta la madre. Mai egli potrà acconsentire a un rapporto fra la madre e Eugene. Anzi, accusa Eugene di cercare questo rapporto per avere finanziamenti per la sua impresa, e invita la madre a rompere ogni contatto e impedisce a Eugene la possibilità di vederla.
La situazione è ormai di rottura, e Isabel, per evitare un rapporto devastante col figlio che ella nonostante tutto ama disperatamente, gli propone un lungo viaggio attorno al mondo, nella speranza di riuscire a convincerlo che il mondo sta cambiando e che questo suo rapporto con Eugene è giusto è ha un senso nel progredire delle nuove forme sociali.
Ma le cose non vanno nel senso prefigurato. Il ritorno avviene in condizioni drammatiche. Isabel ha sofferto in questo viaggio e si è ridotta in una condizione nella quale la sopravvivenza diventa impossibile. Una grave malattia la sta stroncando. Eugene vorrebbe vederla, ma il medico glielo impedisce nel timore che la presenza dell’uomo aggravi la situazione. La donna muore con il rimpianto di non aver potuto vedere un’ultima volta l’oggetto del suo amore, mentre il figlio, che la sta assistendo, sembra cominciare a capire l’assurdità della sua ostilità.
Nel frattempo il progresso avanza, la città cambia, diventa irriconoscibile rispetto a quello che era la cittadina dove gli Amberson erano una famiglia di grande prestigio. La struttura urbanistica ne vede una grande espansione. Case con pluriappartamenti sorgono ai lati delle strade, la popolazione aumenta. I mezzi di trasporto a cavalli spariscono e vengono sostituiti dalle automobili, e altri progressi tecnici impostano il nuovo modo di vivere, fatto di premura, velocità, indaffaramento. Le vecchie famiglie dominanti, come gli Amberson, sono in decadenza. Le grandi ricchezze sono state divorate. Anche per George, che sognava una vita di yachtman, al di sopra dei mestieri e delle volgari professioni, ormai c’è la necessità di trovarsi un lavoro per poter sopravvivere. E questo, finalmente, in un George che non ha dissipato l’intelligenza di cui la natura l’ha fornito, ma che non è più vittima di un orgoglio del tempo passato, si risolverà in una adesione a una delle nuove professioni che diventeranno il vero motore della nuova società. Il film termina con, finalmente, l’incontro e l’amicizia fra George e Eugene. George viene ricoverato in ospedale in quanto vittima di un investimento automobilistico. Eugene lo va a trovare. Il quadro finale mette assieme Eugene e il frutto della sua attività con George che ormai ha fatto l’ingresso nel mondo del progresso, in positivo e in negativo. La ruota ha completato il giro, George, l’orgoglioso e altezzoso George, ora, come molti speravano decine di anni prima, ha dovuto imparare a fare i conti con la vita. Peccato, ci dice Welles, che questi molti che speravano, ora non ci siano più.
Il film è molto bello e sa creare la sensazione del passare del tempo e dell’avvento del progresso in una società nata e cresciuta nell’orgoglio dinastico. E questo Welles lo fa incrociando continuamente i progetti del progresso (nel film le auto) agli incontri amorosi fra i personaggi che sembrano sottostare alle regole principali di una vita in forte evoluzione e in profondo cambiamento con forti contrasti. Gli amori perderanno tutti: Isabel e Eugene non riusciranno a sposarsi, così come George e Lucy si lasceranno pure essendo ancora innamorati. Ma questo è lo scotto da pagare perché i rapporti fra gli uomini assumano un sapore ben diverso, come quello dell’amicizia: come avverrà alla fine fra George ferito da un’automobile, e Eugene che va ad assisterlo.