ESPIAZIONE (Atonement) di Ian McEwan, 2002

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Una famiglia dell’alta borghesie inglese, la famiglia Tallis. La storia è ambientata nel 1935 e successivamente nel 1940, con un epilogo nel 1999. Il padre è una persona importante del Ministero e passa gran parte delle sue giornate a Londra dove, per inciso, frequenta anche qualche giovane fanciulla. La madre, Emily, e i tre figli (due femmine, Cecily e Briony, e un maschio, Leon) vivono fuori città, in una villa di sapore vittoriano, che prende il nome dalla famiglia, circondata da un grande parco ricco di alberi (grandi platani e querce), con una fontana che è la riproduzione della fontana del Tritone di Bernini e un laghetto con un isolotto al centro.

La descrizione dell’ambiente è indispensabile perché è proprio l’ambiente a essere lo strumento che ha reso possibile la tragedia.
Oltre ai tre figli, nella casa è accolto, quasi come uno di loro, il figlio della serva, Robbie, ragazzo molto intelligente e studioso, al quale il padre paga gli studi e dà sostegno economico.
La figlia minore Briony, tredicenne, ha una mente sveglia, stimolata da una grande fantasia che ella cerca di riversare nelle novelle che si diverte a scrivere. È convinta di poter diventare una scrittrice. All’inizio del romanzo sta scrivendo il suo primo lavoro teatrale, Le disavventure di Arabella, che intende rappresentare la sera, in occasione della festa per l’arrivo del fratello Leon. Proprio in quei giorni la famiglia ha anche l’incombenza di ospitare i figli della sorella della madre, Hermione, che sta divorziando dal marito e convive a Parigi con il suo amante, un presentatore radiofonico. Anche i figli di Hermione sono tre: due gemelli di nove anni, Jackson e Pierrot, e una figlia, Lola, di quindici.
Briony è felice. Il suo lavoro teatrale in casa è piaciuto, e verrà rappresentato in onore del fratello, la sera stessa dell’arrivo subito dopo la grande cena di benvenuto. Durante il giorno si dovranno fare le prove, e i personaggi che daranno vita al lavoro saranno Lola e i due gemelli. Ma le cose non vanno come previsto. I due gemelli sono distratti e hanno un solo desiderio: quello di tornare a casa. Lola si applica con sufficienza, e le prove vengono interrotte. Briony scopre il significato e soprattutto la potenza delle parole. Sono le parole, più che l’azione, a dar senso a situazioni e stati d’animo. Ella pensa che forse un racconto, per festeggiare l’arrivo del fratello, avrebbe avuto più fortuna. Qui si manifesta la psicologia di questa ragazzina. Nella sua mente emerge l’incrocio fra fantasia e situazioni reali che la parola è in grado di mediare.
Intanto, Cecily e Robbie hanno una discussione aspra. Nel cercare di strapparsi reciprocamente un vaso antico che ha un valore intrinseco, ma anche un valore storico per la famiglia, il vaso viene spezzato e alcuni dei pezzi cadono nella fontana presso la quale i due giovani sono capitati. Cecily si spoglia in presenza di Robbie e si immerge per ricuperare i frammenti. Quindi prende il tutto e se ne va arrabbiatissima verso la casa. Briony vede la scena e rimane scossa dal vedere la sorella discinta in presenza dell’uomo. Non sa cosa pensare e scende in giardino per prendersela con le ortiche.
Nel frattempo arriva Leon con un amico di studi, Paul Marshal. Il suo arrivo è festeggiatissimo da tutti, vengono presi aperitivi e viene approntata la tavola per la cena di benvenuto. Leon è un personaggio di scarso interesse. Fa una bella vita ed è poco interessato alle vicende di casa. Paul è un personaggio scialbo, la cui famiglia ha un’impresa per la produzione di cioccolato. Si tratta di persone ricche che, come tali, sono sempre alla ricerca di soldi. La grande speranza di Paul è che scoppi la guerra (la grande tensione internazionale provocata da Hitler lo fa ben sperare), in modo da poter vendere allo stato barrette di cioccolato da inserire nella razione quotidiana dell’esercito. Sono pertanto in vista favolosi guadagni.
Robbie a casa, in attesa di recarsi alla cena dei Tallis, si rende conto che Cecily è molto arrabbiata con lui, e che, d’altra parte egli ne è innamorato. Cerca di scriverle una lettera per chiedere perdono. La prima che ne sortisce è una lettera con un contenuto audace, passionale, e più che una richiesta di perdono è l’espressione delle immagini erotiche che il suo corpo, discinto ai margini della fontana gli ha trasmesso, e per significarlo usa senza scrupoli il termine “figa” (cunt, in inglese) e le confessa di sentire un intenso desiderio.
Naturalmente la lettera viene scartata e sostituita da una di scuse più formali. Tutta la tragedia successiva inizia in seguito all’errore che viene commesso del ragazzo il quale inavvertitamente scambia le due lettere. Robie chiede a Briony di portare la lettera (sbagliata) alla sorella. Un tentativo di rimediare all’errore va a vuoto.
La ragazzina è già corsa in casa, e ha già letto la parola fatata “figa” (“cunt”) che non può non lasciare un segno profondo nel suo spirito. Subito, ricorrendo anche alle immagini viste al bordo della fontana, si apre alla sua mente una situazione scabrosa, di pensieri e intenzioni oscene che mettono in pericolo la sorella, che va quindi protetta. La cosa si aggrava ulteriormente, quando, poco dopo, entrando in biblioteca, scorge in un angolo buio Robbie che abbraccia la sorella in modo da sembrarle che stia avvenendo una specie di violenza.
In realtà le cose sono andate in modo molto diverso. Cecily ricevuta la lettera dalla sorella, rimane colpita e si accorge che il suo odio non è altro che una manifestazione di amore, e che le frasi audaci della lettera hanno acceso in lei, quasi all’improvviso, il desiderio fisico di Robbie. I due in biblioteca si scambiano intense effusioni e giungono fino a fare l’amore. Un momento di totale felicità scambiato dalla fantasia di Briony in un atto di violenza, proprio a causa di quella parola fatata che l’ha sconvolta e che finisce per disegnare nella sua mente una situazione di allarme. L’occasione per reagire in difesa della sorella si presenterà a breve.
Durante la cena, alla quale partecipano tutti i personaggi principale, ci si accorge che i due gemelli non sono presenti. In realtà si scopre che sono fuggiti, inseguendo il loro desiderio di tornare a casa.
Subito si organizzano le ricerche. È notte, e i diversi personaggi presenti alla cena girano per il parco armati di pile elettriche. Anche Briony si aggira nel bosco, e a un certo momento vede Lola stesa a terra piangente, mentre un’ombra si allontana furtiva scomparendo fra gli alberi. Per Brioni, che pure non ha certo potuto vedere in faccia l’aggressore dato il buio, non possono sussistere dubbi. Tutto il castello costruito nella sua mente che le indica Robbie un maniaco sessuale trova qui la sua chiave di lettura: l’episodio ai bordi della fontana, la parola scritta nella lettera, l’aggressione in biblioteca, non possono suggerire altro che il suo nome, come responsabile dell’aggressione a Lola. Briony è certa di aver scoperto un maniaco sessuale e si sente obbligata a denunciarlo agli altri, corsi in soccorso di Lola, e poi alla polizia, come tale. Non ha alcuna importanza se Robbie, prima della fine della serata ritorna alla casa con i bambini da lui ritrovati. Tutti i presenti ad eccezione di Cecily, sentito il racconto di Briony, sono convinti che la bambina dica il vero, e così farà la polizia e poi la magistratura che condannerà Robbie a 5 anni di galera. L’addio di Robbie e Cecily conclude la prima parte del romanzo.

Nella seconda parte siamo all’inizio della II guerra mondiale. I Tedeschi hanno invaso la Francia. Siamo nel maggio del 1940. Il corpo di spedizione inglese è stretto d’assedio e si sta ritirando per raggiungere la spiaggia di Dunkerque ed essere imbarcato per essere trasportato sulla costa inglese. Robbie è uscito di galera perché ha accettato di arruolarsi nel corpo di spedizione. Lo scrittore ce lo descrive mentre assieme a due caporali, percorre a piedi strade e campagne affollate di fuggiaschi. Gli aerei tedeschi, gli Stukas, in picchiata sganciano bombe e mitragliano la gente provocando dovunque morti e feriti. La situazione è sempre più grave. Finalmente i tre giungono alla spiaggia. C’è il mare, ma non ci sono imbarcazioni. La costa pullula di soldati in attesa. Si tratta solo di aspettare, mentre l’esercito tedesco è sempre più dappresso. Fame e sete dominano la situazione. Robbie continua intensamente i suoi rapporti epistolari con Cecily, che si è allontanata dalla famiglia con la quale non ha più rapporti. Ella vive in un piccolo appartamento in affitto, e lavora come infermiera all’ospedale. L’amore fra i due è tenuto desto dalle frasi con cui terminano le lettere di lei: Ti aspetterò. Torna da me. I ricordi comunque sono amari. Nessun incontro nei lunghi anni passati in carcere. Una breve fugace visita nel periodo dell’addestramento, culminata solo in disperati baci di addio. Licenze interrotte e inseguimenti senza frutto nel tentativo di incontrarsi. E poi la ricomparsa all’orizzonte di Briony, che vuole parlare con la sorella e le scrive lettere. Evidentemente anche in Briony, ormai cresciuta, si sta facendo strada la consapevolezza del dolore che le sue menzogne hanno provocato. Ma Cecily non le risponde. La seconda parte si conclude con la notizia che l’attesa è finita. È giunta l’imbarcazione per portarli in patria.

La terza parte ha per protagonista Briony. La ragazza, ormai diciottenne, si è iscritta alla scuola infermieri e sta facendo tirocinio. Umiliazione, fatica le sembrano un prezzo che sta pagando per la menzogna che ha distrutto la vita della sorella e di Robie. Il lavoro è duro, ma Briony si impegna al massimo.
Nel frattempo la sua fantasia lavora, e nei periodi liberi scrive racconti che invia a case editrici. Fra questi lavori ce n’è uno in particolare che, se pur respinto, desta interesse in un editore, il quale, con una lettera, invita la ragazza a persistere. Il significativo titolo del racconto è Due figure vicino a una fontana. È facile capire quale sia l’argomento di cui tratta.
Verso la fine di maggio del 1940, mentre cominciano ad arrivare i gravi feriti della ritirata di Dunkerque, viene a sapere che la cugina Lola si sta per sposare con Paul Marshall, il giovane che si accompagnava al fratello Leon la fatidica notte dell’incidente per il quale Robie era stato condannato. La notizia crea nella ragazza una sgradevole sensazione di colpevolezza. Proprio lei è stata alla base di questo rapporto. Oggi, a distanza di tempo, si rende conto che la persona che vide perpetrare violenza su Lola per la quale aveva incolpato Robie, era proprio Paul.
Va quindi ad assistere al matrimonio e subito dopo si reca alla casa dove vive Cecily. Visto che, non ostante le sue ripetute richieste, Cecily non le ha mai risposto, decide di rivelarle di persona il suo dolore, il suo pentimento e la sua disponibilità a cercare di rimediare, anche se è consapevole che non otterrà mai il suo perdono. A casa di Cecyl c’è anche Robie, in uno dei pochi momenti in cui, durante brevi licenze, i due si possono vedere. L’incontro è burrascoso. Briony è disposta a tutto pur di riuscire a scaricare l’enorme senso di colpa che la sta avvincendo. Robie e Cecyl le imporranno alcune condizioni. La prima è quella di andare dai genitori e rivelare tutta la verità, ai quali finora è stata taciuta. La seconda cosa è quella di andare da un avvocato e alla presenza di testimoni, di firmare una dichiarazione in cui ammette di avere sbagliato nella testimonianza, e di ritirare ogni accusa. E come terza condizione, scrivere una lettera a Robie nella quale rivelare tutto quello di cui è stata a conoscenza e tutti i suoi pensieri e le sue considerazioni durante la notte fatale e il successivo procedimento giudiziario.

L’Epilogo. Siamo a Londra, nel 1999. Briony è un’affermata scrittrice che ha scritto e pubblicato numerosi romanzi. È il giorno del suo compleanno. Compirà i 77 anni e tutti i familiari e le loro discendenze si sono riuniti per festeggiarla, facendo la rappresentazione del suo primo lavoro, quello famoso che si sarebbe dovuto rappresentare la fatidica notte del 1935, Le disavventure di Arabella. Briony ne è commossa, e ci informa che quello appena uscito è il suo ultimo romanzo. Non scriverà più. Si tratta del romanzo verità, quello che ha impiegato tutta la vita a scrivere per pagare un debito che non verrà mai riscosso. Infatti Robie morrà di setticemia il 1 giugno del 1940, mentre Cecyl morirà nel settembre dello stesso anno per il crollo della stazione metropolitana nella quale si era rifugiata per sfuggire al bombardamento tedesco.

Sulle vicende narrate dal romanzo nel 2007 è stato girato un film, Espiazione appunto, diretto da Joe Wright e interpretato da Keira Knightley, James McAvoy e Saoirse Ronan, che le riproduce abbastanza fedelmente. Naturalmente il film si affida soprattutto alle immagini, mentre nel romanzo l’aspetto più penetrante sono le riflessioni di Briony, sia nella fatidica sera della cena per l’arrivo di Leon, sia nei lunghi anni nei quali ha cercato l’espiazione lavorando come tirocinante in un ospedale prima e come scrittrice poi. E, ci dice Ian McEwan, il tutto fa perno all’impatto che le parole hanno nell’animo di chi le riceve. E in pericolare la chiave di lettura è proprio una parola, figa (cunt), che crea nella ragazzina e nella sua tendenza a essere scrittrice e a raccontare uno stato d’animo nuovo, dal quale tutto sembra iniziare e scatenarsi. Del film si potrebbe proprio dire quello che è la tesi sostenuta nel libro: che le immagini sono statiche, legate alle cose che ci appaiono, mentre le parole vivono e così danno vita all’ambiente e ai personaggi che lo abitano. Non è un caso che, nel momento in cui Robie scrive la lettera di scuse per Cecily, la parola che appare ripetutamente, trascurando tutte le altre è proprio “cunt”, cioè la parola che è la chiave di lettura dell’animo di Briony e quindi delle successive vicende.

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