TRE SORELLE (Tri Sestry) di Anton Pavlovič Čechov, 1901
Russia. Fine del XIX secolo. Dopo l’uccisione dello zar Alessandro II, la società va rapidamente e profondamente cambiando. Nei piccoli centri della campagna russa, emerge una piccola borghesia dedita alle professioni, che sostituisce la nobiltà, ormai o decaduta o trasferitasi nei grandi centri come Mosca o San Pietroburgo.
Proprio in uno di questi piccoli centri è ambientato il lavoro di Čechov. Tre sorelle, Maša, Ol’ga e Irina, figlie del generale Prozorov, che comandava la brigata militare di stanza in quel luogo, morto l’anno precedente, sono le protagoniste del dramma, accanto a un fratello, Andrej. Vivono in una casa di discreta eleganza, e sono circondate da amici appartenenti alla loro classe, soprattutto ufficiali.
Delle tre, Maša è la primogenita. È sposata, abbastanza infelicemente, a dire il vero, con Fëdor Kulygin, insegnante nel locale ginnasio. La secondogenita, Ol’ga è a sua volta insegnante, mentre la terzogenita, Irina è nubile, una bella ragazza, si presume in attesa di marito che, nel frattempo, amerebbe essere impegnata in un lavoro produttivo. Attualmente è impiegata alle poste, un lavoro che le interessa pochissimo. Andrej è fidanzato con una giovane borghesuccia di bassa estrazione, Nataša, che ben presto diventerà sua moglie.
Tutte e tre le sorelle non tardano a mostrare la loro infelicità, o comunque la loro noia. La vita brillante, cui erano abituate quando il padre era in vita, è ora svanita. Le giornate trascorrono senza novità di rilievo, e i visitatori, gli ufficiali in forza alla brigata comandata a suo tempo dal padre, si riuniscono solo per giocare a carte, bere, chiacchierare, a volte cenare. La speranza che anima le sorelle è di ritornare a Mosca, la città dove sono nate e dove hanno trascorso un’infanzia felice, in una società di nobili e brillante. Anche il fratello Andrej sogna di ottenere una cattedra all’Università di Mosca. Tutto questo sembra essere circoscritto ai loro sogni. Nulla si verifica che possa far pensare a una realizzazione delle loro speranze.
Fra gli ufficiali che frequentano la casa, una persona particolarmente vivace e intelligente, col grado di tenente, è il barone Nikolàj Tuzenbach; con lui, un altro personaggio è l’ufficiale medico Ivan Čebutykin: ambiguo, bevitore, cinico, non si esime dall’esprimere il proprio pensiero anche se ciò può essere offensivo per i circostanti e per le padrone di casa. Altri ufficiali che frequentano l‘ambiente sono il capitano Solënyj, e i sottotenenti Fedotik e Rodè. A servizio nella casa ci sono il vecchio Ferapònt e l’ottantenne balia Anfisa.
Una prima novità che si verifica nell’ambiente è l’arrivo del nuovo comandante della brigata, il tenente colonnello Aleksandr Veršinin. Si tratta di un personaggio di notevole personalità, galante la sua parte con le signore, soprattutto con Maša, sposato con una donna psicologicamente molto fragile (ha tentato più volte il suicidio per tenersi stretto il marito) e con due figlie che soffrono di questa situazione e vanno perciò protette. Anche Veršinin entrerà a far parte dei frequentatori di casa Prozorov.
Il secondo atto ci porta avanti di diversi mesi. Andrej si è sposato con Nataša, che appare subito come una persona priva di sensibilità e soprattutto con la vocazione a fare da padrona. Ha già un figlio la cui salute strumentalizza per dare ordini a destra e a manca, irritando le tre sorelle, che la disprezzano. Nel frattempo si vengono a formare delle attrazioni di natura amorosa: Veršinin nei confronti di Maša, che è sempre più annoiata dal marito; e Tuzenbach nel confronti di Irina. Ma Irina non si sente attratta da Tuzenbach, che è di brutto aspetto, tanto più brutto quanto, avendo dato le dimissioni da ufficiale, ora veste in borghese. A chi la invita ad accogliere un’eventuale proposta di matrimonio, risponde negativamente. Innamorato di Irina è anche il capitano Solënyj, il cui carattere è tale da non accettare un eventuale rifiuto da parte della fanciulla, e si dichiara pronto ad uccidere un eventuale suo rivale.
Nel terzo atto, un incendio mette sotto sopra la cittadina. Tutti lavorano per spegnerlo con grande impegno. Speranze e delusioni si alternano nel gruppo. Ol’ga fa carriera nella scuola e diventa direttrice, facendo stretta amicizia con il collega Kulygin, che è sempre più innamorato della moglie. Ma Maša ormai non lo ama più, e contraccambia invece l’amore per Veršinin, che tuttavia non può liberarsi della propria moglie, la quale tenta ancora una volta il suicidio. Irina visto svanire il suo sogno di tornare a Mosca, alla fine accoglie i consigli delle sorelle e accetta la mano del barone Tuzenbach, che la porterà lontano dalla cittadina, dove potrà finalmente trovare un posto d’insegnante e smettere il noiosissimo e improducente lavoro all’ufficio postale. Andrej non ottiene la cattedra all’università di Mosca, ma in compenso viene assunto come socio del consorzio, posto del quale si vanta con le sorelle, che gli rinfacciano il fallimento della sua vita. Andrej, affetto dal vizio del gioco, è riuscito a sperperare tutte le proprie ricchezze, e ha accumulato così tanti debiti da essere costretto a ipotecare la casa, cosa che ha fatto all’insaputa delle sorelle, di fatto defraudandole. Peccato, tuttavia, che la moglie, Nataša, è diventata l’amante del presidente del consorzio Protopopov, e che tutta la cittadina è al corrente della tresca.
Alla fine, nell’ultimo atto, la brigata di stanza nella cittadina viene trasferita in Polonia. Gli ufficiali partiranno per la nuova destinazione. La cittadina si svuoterà. Amori nati sul posto, come quello fra Maša e Veršinin metteranno la parola fine. Maša tornerà con Kulygin che la seguirà dovunque lei voglia andare. Ol’ga continuerà a fare la direttrice e vivrà in una casa tutta sua. Irina dovrebbe sposare Tuzenbach e partire per l’Italia, ma questo non avviene. Il giorno precedente vi era stato un litigio fra Tuzenbach e il capitano Solënyj, che è finito con una sfida a duello, nel quale Tuzenbach resterà ucciso. Irina non potrà più sposarsi, ma non rinuncerà a partire. Andrej rimarrà nella casa con la moglie.
Il dramma teatrale finisce con questi addii. Čechov descrive con grande delicatezza, ma anche con grande efficacia, eventi che hanno portato allo sfaldamento di una società dominata prevalentemente da un regime di tipo feudale, e al fiorire di una società dominata dai valori di una borghesia produttiva. I caratteri sono molto ben delineati e in questa edizione, per la regia di Claudio Fino, si impongono per la loro identità le tre sorelle interpretate rispettivamente da Elena Zareschi, Lilla Brignone e Valeria Valeri, il comportamento desolante di Andrej, interpretato da Enrico Maria Salerno, e fra i personaggi minori, l’ufficiale medico, interpretato da Salvo Randone, con notevole espressione del cinismo proprio di questo personaggio.