AVERE E NON AVERE (To Have and Have Not), di Ernest Hemingway, 1937
Si tratta di un romanzo sorto dalla fusione di tre novelle, tutte e tre con protagonista Harry Morgan. Harry vive nelle isole della Florida, ed è proprietario di una barca a motore di 11 metri. La affitta a turisti amanti della pesca che accompagna nel braccio di mare in direzione di Cuba, dove si origina la Corrente del Golfo.
Il primo racconto.
Harry si trova all’Avana, per accompagnare un turista americano, Johnson, a una partita di pesca nella Corrente. Sono trascorsi già una quindicina di giorni, senza che Johnson sia riuscito a catturare un bel pesce spada, la preda più ambita. L’ultima giornata di pesca inizia con un sanguinoso episodio di cui Harry è testimone diretto. Tre giovani cubani, che inutilmente avevano chiesto a Harry di essere trasbordati sulle coste americane dietro cospicuo pagamento, vengono avvicinati da due assassini e uccisi a raffiche di mitra. Harry, ancora sgomento, raggiunge la sua barca nella quale è già pronto il cliente, e salpa per la battuta di pesca. Oltre a lui e al cliente sulla barca vi sono Eddy, il personaggio che gli ha procurato il cliente, e che Harry è costretto a imbarcare come marinaio anche se si tratta di un alcolizzato cronico, e il negro che procura le esche ed è particolarmente abile nel montarle sugli ami delle lenze.
La giornata, a differenza delle precedenti, sembra essere di buon augurio. Navigando sul margine della grande striscia blu della corrente, prima si imbattono in una bel pesce spada che sarebbe possibile catturare se Johnson, che vuol provare l’emozione di essere lui stesso a catturarlo, non se lo lasciasse scappare. Poi, prima che la giornata si concluda, davanti alla barca si materializza un nuovo pasce spada, questa volta di dimensioni gigantesche. Il turista, evidentemente inesperto, compie anche questa volta un grave errore e non solo si lascia sfuggire la preda, ma perde tutta l’attrezzatura della pesca e rischia egli tesso di essere trascinato a mare. All’approdo, Harry vuole essere pagato sia per l’affitto, sia per il danno subìto, ma Johnson con un comportamento da furbo disonesto lo lascia con un palmo di naso, e se ne torna in America senza sborsare un soldo.
Ad Harry non resta che ricorrere al contrabbando per risarcire il danno subito. E l’occasione viene fornita da un cinese, Sing, che deve far espatriare clandestinamente suoi connazionali. Harry accetta il traffico, ma capisce che l’affare è molto sporco e tutto giocato sulla vita dei poveri disgraziati. L’accordo è quello di imbarcare 12 persone nel cuore delle notte da una spiaggia deserta. Con lui c’è ancora Eddy. Giunto al luogo dell’appuntamento, Harry prima imbarca i 12 cinesi, poi, incassati i soldi da Sing, lo afferra e lo uccide gettando il cadavere in acqua, appesantito con oggetti di ferro. Quindi si allontana per breve tratto e riporta a riva i 12 cinesi imbarcati. L’azione, si giustifica Harry, è dovuta al fatto che Sing è un assassino il cui scopo era quello di derubare i suoi compatrioti per poi lasciarli morire fingendo di farli espatriare.
Finalmente Harry, con un piccolo gruzzo che gli ha permesso di risarcire il danno subito, può rientrare a casa nella sua isola della Florida.
Lo stile di Hemingway è quello classico: i fatti vengono descritti in modo oggettivo, e l’emozione risalta dai fatti più che non da descrizioni psicologiche o ambientali o personali. I dialoghi fra le persone sono essenziali e la psicologia dei personaggi risalta proprio dal modo con il quale essi affrontano i fatti, dai relativi dialoghi e dal trascorrere del tempo in attività legate al loro lavoro o alla loro condizione. Anche la natura svolge un ruolo, e la fascia blu della Corrente, le alghe che ne delimitano i margini, i piccoli pesci che la popolano, i pesci volanti che sorvolano la barca, le luci delle costa che si accendono e si spengono, lo skyline dell’Avana all’orizzonte con la cupola del Campidoglio, il faro dell’isola che annuncia la costa della Florida, svolgono un ruolo per caratterizzare in modo molto visivo l’ambiente. Naturalmente l’alcol nel racconto occupa un posto privilegiato: non solo fra gli attori vi è un alcolizzato cronico, Edy, che per essere un minimo utile ed evitare il tremore dell’astinenza, deve continuamente bere un “sorso”, ma anche gli altri personaggi nelle brevi pause del loro agire, hanno il piacere di bersi un bicchiere.
La seconda novella, o seconda parte, ha sempre come protagonista Harry Morgan. Mentre il racconto nella novella precedente è in prima persona da parte del protagonista, in questa è in terza persona. Siamo in autunno. Harry ha bisogno di soldi. Con la sua barca sta facendo contrabbando di alcolici fra Cuba e le isole della Florida. È appena sfuggito alla cattura da parte delle polizia cubana, ma è rimasto gravemente ferito a un braccio. Sulla barca con lui c’è un negro che è rimasto ferito a una gamba. Il mare, nel corso della traversata è intensamente burrascoso. I due finalmente riescono a trovare rifugio all’interno della barriera corallina di una delle isole, Woman Key. Harry usando il braccio non ferito, a fatica, butta a mare tutte le bottiglie degli alcolici di contrabbando per evitare di essere incastrato dalla dogana, mentre il negro continua a lamentarsi per il dolore. C’è da sperare che qualcuno, da Key West si accorga della loro assenza e li venga a soccorrere. Mentre i due attendono, compare una barca. Si tratta del capitano William, un vecchio amico di Harry, che porta a pescare, due alti funzionari del governo. Essi capiscono che la barca ferma nell’insenatura è quella di un contrabbandiere, e, con molta arroganza, ordinano a William di accostare per metterli in condizione di arrestarlo. Il capitano William, amico di Harry, cortesemente ma fermamente si rifiuta e porta i due soggetti al largo. Harry e il negro possono rientrare così alla loro isola per farsi curare le ferite.
Nella terza parte Hemingway ha cercato di dare un aspetto di romanzo ai tre racconti, introducendo non solo un finale per quanto riguarda il protagonista Harry Morgan, ma anche introducendo un motivo sociale che giustificasse il titolo: da una parte la vita difficile, pericolosa, violenta della povera gente costretta spesso a ricorrere all’illegalità, ma che vive i rapporti reciproci con l’intensità dei veri sentimenti (non avere); dall’altra la vita dorata dei turisti che affollano le isole della Florida, con i loro yachts ancorati ai moli di Key West, i cui problemi riguardano rapporti reciproci fatti di noia, spesso resi difficili dalla ricerca e dalla comparsa di amanti che si infilano nei loro letti, o dal troppo bere nelle lunghe e noiose serate, o dalla insoddisfazione di rapporti sessuali fatti senza un vero amore, etc. (avere).
Siamo in inverno. Harry ha pagato un prezzo altissimo all’avventura del racconto precedente. Il braccio ferito non è guarito ed è stato amputato. La sua barca è stata sequestrata in seguito all’accusa di contrabbando. Mancano soldi per mantenere in modo decente la moglie, Marie, con la quale esiste un rapporto sessuale fatto ancora di intenso e vero amore, e le due piccole figlie. L’occasione che gli si offre è quella di trasportare a Cuba quattro misteriosi personaggi che stanno organizzando nel loro paese l’ennesima rivoluzione. Non potendo usare la propria barca sotto sequestro, si fa prestare la barca da un amico, Ferdy, il proprietario del bar più affollato delle città. Harry intuisce che la situazione è molto pericolosa, e prima di salpare si munisce di un fucile mitragliatore e delle relative munizioni. Con lui ci sarà un giovane marinaio, Albert, anch’esso poverissimo e nella stringente necessità di fare qualche soldo. Già alla partenza la situazione si presenta drammatica. I quattro cubani, saltano nella barca subito dopo avere effettuato una rapina alla banca. Hanno ucciso un uomo, un avvocato, proprio colui che ha organizzato la loro trasferta a Cuba. Mentre la barca salpa verso il mare aperto, uccidono anche Albert come soggetto la cui presenza è giudicata inopportuna. Harry capisce la situazione in cui si è cacciato, e prende una decisione: ucciderà i quattro cubani e riporterà alla banca il denaro rapinato. Le cose tuttavia non vanno per il verso giusto. Mentre Harry spara a colpo sicuro uccidendo i quattro banditi, uno di loro, prima di morire riuscirà a sua volta a ferire gravemente Harry, che sarà così costretto a spegnere il motore e aspettare una qualche barca che lo tragga in salvo. Sarà la guardia costiera a farlo, ma Harry è in condizioni gravissime e all’ospedale, dove sarà portato d’urgenza, morirà fra la disperazione di Marie, che si vede abbandonata dall’uomo che ama e che per lei rappresentava la vita. Disperata è anche la moglie di Albert, che non capisce le ragioni di quella tragedia.
Mentre avvengono questi drammi di vite al limite (e anche oltre) della sopravvivenza, turisti dalla bella vita se la spassano per i locali di Key West, lungo i moli dove sono ancorati i loro yachts, litigano e si creano problemi per piccole situazioni. Famiglie dorate si separano fra liti furibonde; donne avvenenti e truccatissime si concedono amanti che tuttavia non sembrano soddisfarle; mariti gelosi si ubriacano e fanno a pugni, etc. Altri passano le giornate e le nottate sui loro yachts, bevendo, scopando, oppure passando notti insonni di desiderio insoddisfatto, e così via. Il mondo dei ricchi amplifica piccoli problemi, mentre nel mondo reale i grandi problemi non trovano soluzioni se non nel dolore.
La mia impressione è che questo intreccio fra le disavventure di Harry e della gente comune e il dipanarsi di un mondo gaudente di turisti che solo in rare occasioni hanno l’opportunità incontrarsi senza tuttavia mai confondersi, sia molto artificiale. D’altra parte le disavventure di Harry Morgan di per sé non danno una parvenza di significato al romanzo senza un contrasto che le valorizzi.
Credo che questi siano gli aspetti che hanno stimolato critiche, anche aspre, a questo scritto di Hemingway, che pure, dal punto di vista narrativo e linguistico mostra sempre in modo molto esplicito lo splendido ed efficace modo di narrare dello scrittore americano: asciutto, denso di fatti, incline alle descrizioni solo per dare risalto ai fatti e mai per disegnare un semplice quadro visivo. Credo anch’io, comunque, che rispetto ad altri suoi capolavori, questo romanzo sia meno incisivo, e l’ideologia che lo sostiene più artificiale, rispetto ad esempio, ad Addio alle armi e soprattutto al romanzo successivo, forse il suo capolavoro, Per chi suona la campana.