PER CHI SUONA LA CAMPANA (For Whom the Bell Tolls), di Ernest Hemingway, 1940
Romanzo intenso, immerso nella guerra civile spagnola 35-39, una guerra che ha sollecitato gli animi della grande maggioranza degli intellettuali nel periodo che ha preceduto immediatamente il secondo conflitto mondiale. Da una parte una repubblica che si era resa libera e che stava cercando, fra mille contraddizioni, di costruire uno stato moderno; dall’altra il fascismo rampante intenzionato a distruggerla e a prendere il potere. Da una parte le pressioni di un’opinione pubblica sui governi degli stati democratici, come Francia, Inghilterra, Stati Uniti, e sul governo comunista dell’URSS (gli stessi stati che costituirono dal ’39 in avanti l’alleanza contro la Germania di Hitler); e dall’altra l’intervento statale degli stati fascisti, in primo luogo Germania e Italia, che con il loro impegno militare resero possibile la vittoria di Franco.
Il romanzo si svolge nell’arco di quattro giorni. Un giovane americano, Robert Jordan, viene incaricato dal generale Golz di far saltare un ponte dietro le linee fasciste. È in previsione un’offensiva dell’esercito repubblicano, ed è necessario interrompere le vie di comunicazione che avrebbero potuto rafforzare l’assetto difensivo dei fascisti. Il mandato è inequivocabile. Il ponte deve essere fatto saltare al momento dell’inizio dell’offensiva: né prima né dopo.
Robert, accompagnato dal vecchio Alfonso, un combattente che conosce bene i luoghi e che ha attraversato il fronte in moltissime occasioni, raggiunge un accampamento di guerriglieri che combattono nelle retrovie fasciste. Questo gruppo è comandato da un vecchio repubblicano, Pablo, noto per essere molto astuto e molto feroce, ma alquanto inaffidabile per quanto riguarda azioni coordinate con l’esercito regolare al di là del fronte. Pablo riceve Roberto e Anselmo con diffidenza. La distruzione del ponte potrebbe scatenare la rappresaglia dei fascisti e costringerli a fuggire. Ma gli ordini di Roberto sono chiari. In un aspro confronto fra Robert e Pablo nel cuore dell’accampamento, gli uomini, guidati dalla compagna di Pablo, Pilar, si schierano con Robert. Il ponte sarà fatto saltare, e Pilar assume il comando del gruppo. Ha così inizio il lavoro di Robert. Prima di tutto occorre fare l’esplorazione del terreno, e controllare le eventuali difese militari: due sentinelle alle due estremità del ponte con relative garitte, e un gruppo di una decina di uomini armati accampati più a valle nella casa cantoniera e nella segheria. Poi occorre organizzare l’assalto e attribuire i diversi compiti da assegnare: ai cinque guerriglieri al comando di Pilar e al gruppo di altri sette accampati poco lontano, agli ordini di El Sordo.
Già il giorno successivo all’arrivo di Robert, le cose si complicano. Nessuno dovrebbe sapere dell’imminente offensiva dei repubblicani, ma nel cielo passano rombando aerei fascisti. Questo potrebbe essere un segno che essi stanno organizzando una resistenza per contrastare l’offensiva repubblicana. Robert invia uno degli uomini a controllare il traffico sulla strada che conduce al ponte. Poi c’è l’incontro con El Sordo nella mattinata. Oltre alle istruzione agli uomini, si pone il problema di come allontanarsi dopo la distruzione del ponte ed evitare di essere intrappolati dai fascisti. La meta è la sierra dei Gredos. Per arrivarci in tempo utile occorrono cavalli. Alcuni ce ne sono, e altri dovranno essere procurati per garantire a tutti la possibilità di salvezza. Se ne occuperà El Sordo. Una nuova complicazione tuttavia viene a turbare le operazioni: alla sera un’abbondante nevicata renderà visibili le tracce degli spostamenti. E infatti un distaccamento di cavalleria fascista in esplorazione si avvicina all’accampamento. Le tracce sul terreno davanti vengono confuse in modo da deviarlo, ma le tracce di El Sordo che è andato a rapire i cavalli necessari finiscono per rendere individuabile il suo rifugio. L’attacco da parte dei fascisti porterà alla distruzione della sua banda.
Il problema si complica: da un lato per la mancanza di uomini, e dall’altro per il fatto che il controllo del traffico sulla strada sta a indicare che i fascisti sono a conoscenza dell’offensiva e stanno preparando il contrattacco. Robert invia un uomo, Andres, al di là delle linee, in terra controllata dai repubblicani con un messaggio per il generale Golz, il quale viene avvertito della situazione e sconsigliato a iniziare l’attacco, che potrebbe incorrere in un fallimento. Il compito di Andres è difficile: in territorio repubblicano diffidenza e burocrazia dominano incontrastate, e il messaggio arriva al generale ad attacco già iniziato. Robert si vede così costretto a organizzare la distruzione del ponte, con i pochi uomini di cui dispone. Un aiuto insperato viene da Pablo, il quale, si pente di avere contrastato l’operazione, e trova presso altre bande alcuni uomini disponibili.
Nella parte finale il romanzo descrive l’operazione militare. Il ponte viene raggiunto, le sentinelle uccise, il plotone di sostegno neutralizzato, le infrastrutture minate e finalmente il ponte fatto saltare. Tuttavia nell’operazione muoiono alcuni degli uomini: il vecchio Anselmo, colpito dall’esplosione del ponte; altri due uomini della banda di Pablo sono colpiti dal fuoco nemico, e gli uomini procurati da Pablo, appartenenti ad altre bande, vengono cinicamente uccisi da quest’ultimo. Sarà così disponibile un numero sufficiente di cavalli per la fuga. Proprio negli ultimi momenti, mentre il gruppo riesce ad allontanarsi, un’autoblinda con una cannonata riesce centra Robert, che chiude gruppo dei fuggiaschi. La ferita subita gli impedisce di raggiungere i compagni e quindi decide di fermarsi e proteggere la loro ritirata.
Nel romanzo è inserita una commuovente e intensa storia d’amore fra Robert e una fanciulla ricoverata nel gruppo guerrigliero, Maria. La ragazza è stata liberata qualche mese prima nel corso di un assalto al treno. Era stata catturata dai fascisti che avevano occupato il suo paese, fucilato tutti i repubblicani, compreso il padre sindaco e la madre, rapato e stuprato le ragazze compresa lei. Maria è un essere spaventato, pieno di vergogna per l’insulto subito, ma in graduale ripresa con l’aiuto di Pilar. Robert se ne innamora a prima vista e la sua tenerezza viene corrisposta con ardore dalla ragazza. Hemingway descrive in modo toccante, con momenti di grande emozione l’amore fra i due, che nei quattro giorni che trascorreranno assieme, nei pochi ma intensi momenti che potranno passare assieme, avranno la certezza di avere vissuto tutta la loro vita. Splendida la descrizione che Hemingway fa dei loro rapporti, soprattutto nel momento in cui fanno l’amore.
Il romanzo è ravvivato dal racconto di episodi che hanno caratterizzato la ferocia di una guerra civile che ha visto lo scontro fra due ideologie contrapposte in un popolo caratterizzato da persone di sangue ardente, di convinzioni estreme, di sentimenti esorbitanti. Racconti di fatti cruenti ricorrono con una certa frequenza, come le vicende del paese di Maria, le fucilazioni e gli stupri; oppure la conquista da parte dei Repubblicani guidati da Pablo di una cittadina dove gli esponenti falangisti sono stati costretti a passare attraverso due ali di folla inferocita armata di bastoni, e alla fine gettati nel dirupo che strapiomba nel fiume; o altri episodi ancora che completano l’ambiente nel quale si è svolta questa guerra sanguinosa civile.
I caratteri dei vari personaggi: Robert Jordan è il personaggio che viene da un mondo molto diverso da quello in cui sta combattendo: un mondo in cui essere repubblicano, come lo è lui stesso, come lo è stato il padre, e come lo è stato soprattutto il nonno, eroe della guerra civile e della guerra contro gli indiani, è la norma. Non si parla certo di fucilazioni per reati di opinione. L’ideale politico è quello che lo guida. Il suo è un carattere tutto concentrato sul lavoro, e l’amore per Maria interviene come una turbativa, contro la quale cerca di reagire in modo da non perdere la ragione. Solo una persona così può avere la freddezza mentale di mettere al posto giusto le cariche di esplosivo nel ponte, mentre la morte è in agguato.
Di Maria, la dolce fanciulla si è detto. Il suo amore per Robert si confonde con la vergogna dello stupro subito, vergogna che viene superata quando gli si concede, e quando Robert le assicura che, per quanto lo riguarda, nessuno l’ha toccata, e che l’episodio non deve essere più parte della sua vita. Maria desidera intensamente essere la sua donna, e questo suo desiderio è un po’ il leitmotiv del suo comportamento. Il distacco finale fra i due, Hemingway lo descrive in modo straziante: Robert non morirà perché sarà sempre dentro Maria, che lo porterà con sé nella fuga che egli le impone.
Altro personaggio con un carattere straordinario è Pilar: donna definita barbara, violenta, capace di prendere decisioni e di imporre la propria volontà. Gli uomini della banda la adorano. Pilar ama Maria che cerca di aiutare ridandole l’orgoglio dell’essere donna, e, come dice Robert, sarà lei a mettergliela nel letto. È ormai vecchia e brutta, ma lo spirito è ancora giovane. Ha avuto come amante un torero, e ora ha come amante Pablo. Ma il Pablo di un tempo, quello feroce, cinico, capace di guidare le orde repubblicane contro i fascisti per massacrarli, astuto e coraggioso non è certo il Pablo attuale, che sembra essersi seduto, invigliacchito, dedito soprattutto al vino. E questo di Pablo è l’altro carattere emergente: personaggio ambiguo, frenato dalla paura della morte che egli gabella come senso di responsabilità per proteggere i suoi uomini. Giunge perfino a sabotare l’azione di Robert sottraendo agli zaini i detonatori, cosa che finirà per costare la vita al vecchio Anselmo.
Anselmo: altro personaggio molto vivo nel romanzo. È un combattente intriso di moralità. Non vorrebbe mai uccidere nessuno, perché ciò lo considera male; ma ancora più male è non eseguire gli ordini di chi combatte per la Repubblica, e allora, se necessario ucciderà. Robert ha molta fiducia in lui, ed egli lo aiuterà nel far saltare il ponte.
Anche tutti gli altri personaggi del romanzo sono vivi, e entrano nelle vicende col proprio carattere anche se brevemente accennato: lo è il generale Golz, ufficiale efficiente e vero comandante militare; lo è El Sordo che, a differenza di Pablo, capisce che la lotta per la repubblica è il compito principale; lo sono i diversi uomini delle due bande, ciascuno con un suo modo di essere e dicombattere, ma lo sono anche il soldati dell’esercito fascista che danno l’assalto alla collina del Sordo, per quanto rapida ed episodica sia la loro comparsa, e lo sono i soldati e gli ufficiali repubblicani che rendono difficile l’impresa di Andres di consegnare il messaggio al generale Golz.
Nel portarci in piena guerra civile, Hemingway non solo ci descrive lo scontro militare ma anche e soprattutto ideologico fra repubblicani e fascisti. Ma, in certe occasioni, accenna, anche alle divisioni interne del movimento repubblicano. Non nasconde la sua simpatia per i comunisti, appoggiati dai Russi, che combattono in modo scientifico e cercano di ottenere il risultato militare, mentre esprime chiaro disprezzo per gli anarchici, il cui comportamento finisce per essere di ostacolo a una guerra vittoriosa, e deride come insignificanti i trozkisty del POUM.
Per finire il clima che pervade il romanzo: è un clima di morte. Questo clima viene introdotto da Pilar quando legge la mano a Robert e si rifiuta di rivelare quello che ha visto. Poi il clima è continuamente richiamato da episodi in cui la morte la fa da protagonista: Robert uccide un suo collega che, ferito durante un’azione terroristica, rischia di essere catturato vivo. Anche Robert pensa a questa eventualità per lui, e più di una volta discute il modo con il quale potrebbe suicidarsi. La morte non gli fa paura, mentre considera pericoloso essere catturato vivo (soprattutto il rischio di parlare sotto tortura). La morte entra negli episodi in atto, nelle prospettive del futuro, nei ricordi dei singoli individui, soprattutto di Robert. Tutto il romanzo è dominato dal senso della morte, senso che in Hemingway è sempre stato presente in molti suoi romanzi: basti pensare a Morte nel pomeriggio, ad Addio alla armi, ad Avere e non avere, ma anche in Verdi colline d’Africa (la morte degli animali cacciati).
La scrittura è quella classica di Hemingway: mai retorica, mai prolissa, ma efficacissima nel racconto dei fatti, nei dialoghi, nelle descrizioni scarne fatte soprattutto per dare al lettore un senso visivo del racconto. Anche in questo romanzo l’alcol scorre liberamente, come d’altronde in tutti i suoi romanzi, e la figura di Pablo è quello che ne fa soprattutto le spese.