ISOLE NELLA CORRENTE (Islands in the Stream), di Ernest Hemingway (postumo, 1970)

ernest-hemingway

Romanzo inedito. Si compone di quattro episodi, o romanzi che dir si voglia. Solo il quarto, Il vecchio e il mare (1948) è stato pubblicato. Gli altri tre sono rimasti alla stato di manoscritto: Bimini, Cuba e In mare, e sono stati pubblicati dalla vedova Mary in associazione con Charles Scribner Jr.
Sui risultati delle pubblicazioni da parte della vedova, vi sono state molte contestazioni. Non è da tutti accettata l’affermazione della curatrice che sia stato pubblicato solo materiale di Hemingway, e che i tagli riguardassero solo ripetizioni o frammenti non inseribili nel contesto. Nessuno oggi è in grado di sapere con certezza ciò che Hemingway avrebbe tagliato e ciò che lo scrittore avrebbe considerato indispensabile far apparire.

Bimini.
È il primo dei romanzi.
Bimini è una piccola isola fra le Bahamas e la costa atlantica della Florida. È costeggiata dalla corrente del golfo che nel percorrere le acque dell’Atlantico verso nord, assume un intenso color blu che la distingue dalle acque circostanti. In fiume che scorre in mezzo alle acque dell’oceano.
Thomas Hudson, un pittore celebre, con alle spalle una vita avventurosa, possiede una casa su una alta roccia prospiciente il mare. Ha avuto due matrimoni infelici e finiti con la separazione. Dal primo ha avuto un figlio, Thomas Junior; dal secondo altri due figli, David e Andrew. Tutti e tre i figli vivono con la seconda moglie, che a difficoltà lascia che essi si incontrino col padre. Per una serie di coincidenze, dopo Natale, i figli potranno venire a Bimini per cinque settimane. Questo fa la gioia di Thomas che li attende con impazienza.
Il giorno prima dell’arrivo dei figli, giunge all’isola anche Roges, uno scrittore d’incerto successo, molto amico di Thomas, che certamente resterà anch’egli a dormire nella casa di Tom.
Il tempo di attesa dell’arrivo dei ragazzi viene scandito dai soliti incontri nei bar, dove si chiacchiera, si bene, si ride, si canta, e magari perché no, si fanno fuochi d’artificio, e si incontra altra gente venuta all’isola per turismo. Con un gruppo di queste persone si viene a un diverbio e successivamente viene provocata una rissa molto pesante nella quale Roger, persona calma ma anche decisa, fisicamente molto ben messa, insultato oltre la sua capacità di sopportazione, arriva a un vero e proprio incontro di pugilato in stile hemingwayano con il capo di queste persone e lo malmena parecchio, tanto che si finisce per correre un serio rischio quando questi, con la faccia segnata dal pestaggio, imbraccia il fucile.
Tutto, fortunatamente finisce in niente.
I ragazzi arrivano, e Hemingway ce li descrive nelle loro caratteristiche. Tom il maggiore si presenta come una persona posata, riflessiva, padrona dei propri istinti e capace di intraprendere col padre un rapporto di amicizia. David il secondo è un tipo studioso, del fisico abbastanza mingherlino e poco incline agli esercizi atletici, che risultano fuori della sua mentalità. Il più piccolo, Andrew, al contrario, ha un fisico sportivo e un comportamento ribelle: ama interferire col comportamento dei grandi, a volte anche in modo insistente.
I tre ragazzi trovano felicità a vivere in quell’isola, in riva al mare, dove passano ore sulla spiaggia a parlare e a prendere il sole, oppure si tuffano e amano esplorare il fondo marino e cacciare con i pesci che si aggirano, o ancora andare sulla barca per compiere tragitti in mare.
Assieme a loro c’è anche Roger, prodigo di consigli e spesso controparte nelle discussioni.
Fra le discussioni prevalgono i ricordi delle loro vite quando erano ancora una famiglia unita e vivevano in Francia, a Parigi. Vi sono ricordi soprattutto relativi agli amici scrittori, fra questi Joyce, l’autore di Ulisse, libro che Tom junior ha letto, pur non capendoci molto, e altri scrittori come Maddox Ford e Ezra Pound, poco amati da Joyce; e pittori, fra cui Pascin stimatissimo amico conosciuto durante la permanenza di Hemingway a Parigi, che si è lasciato travolgere dall’alcol e che si è ucciso impiccandosi. Se ne tratta ampiamente nel romanzo (sempre di Hemingway, anch’esso inedito) Festa mobile. Altri argomenti di discussione sono le donne che hanno fatto parte della vita passata sia di Thomas, sia di Roger e della loro influenza sulle scelte e sul possibile successo del pittore e della scrittore.
Oltre alle chiacchiere e alle nostalgie, i giovani di dilettano di pesca subacquea, e in una delle immersioni, David riesca a catturare una grossa cernia il cui sangue, che si diffonde nell’acqua, attira uno squalo che mette in pericolo la vita dal ragazzo. David viene salvato dal cuoco Eddy, personaggio che assume aspetti di rilievo nel romanzo, che imbraccia il mitra e con alcune raffiche uccide lo squalo, un pesce martello dalle dimensioni eccezionali.
Infine c’è un lungo episodio che riguarda la pesca d’altura al pesce spada. Con la loro barca, il Pilar, si avventurano nella corrente, e proprio David, riesce ad agganciare un grosso pesce, e con esso ingaggia una battaglia lunga e dura, al termine della quale tuttavia, il pesce riesce a fuggire con grande delusione del ragazzo. La lunga (e prolissa) descrizione dell’episodio diventa quasi un simbolo dei rapporti che intercorrono fra gli adulti esperti e il giovane orgoglioso che li ascolta. Alle spalle di David, stanno infatti Roger e soprattutto Eddy, che lo consigliano, lo sostengono, lo incoraggiano. Lo scacco finale finisce di essere così un esempio di come la vita, in qualunque modo la si affronti, può rispondere o meno alle aspettative, ma che questo non è mai una criterio sufficiente per decretare un fallimento.
Il romanzo si conclude con la partenza dei Roger e dei ragazzi. Pochi giorni dopo la loro partenza Thomas riceve un cablogramma nel quale si comunica la morte di David, Anrew e la madre in un incidente stradale, e quindi si affretta a partire per rendere l’estremo saluto.

Cuba
Siamo all’inizio dell’intervento americano nella seconda guerra mondiale. Sottomarini tedeschi scorrazzano per l’oceano Atlantico, spingendosi fino al golfo del Messico. Thomas Hudson vive a Cuba con la sua grossa barca, il Pilar. L’ambasciata americana, con il consenso dell’alleato governo cubano, gli ha assegnato l’incarico di perlustrare le coste dello stretto fra la Cuba e la Florida e segnalare la presenza di eventuali navi nemiche. Il compito deve tuttavia essere segreto, in quanto Thomas Hudson non è un militare, e la sua presenza nelle vicende belliche è contraria alla convenzione di Ginevra.
Il romanzo inizia con la tragica notizia da poco pervenuta al pittore della morte del figlio Tom sul fronte di guerra. Era pilota e il suo aereo è stato abbattuto nel corso di un’azione.
Tutto il romanzo è imperniato su questa vicenda che pesa terribilmente nell’animo del protagonista. Egli non cerca conforto, non ne parla, non vuole che questa tragedia esca dal profondo del suo animo, dove ristagna come un macigno. L’unica sua apparente consolazione sono i gatti e i cani che vivono nella finca con lui; e i ricordi dei suoi momenti felici, tutti ricordi che fanno rivivere i rapporti familiari che via via sono andati spezzandosi. Anche in questa occasione Thomas è sposato, ma la moglie non appare mai, e neppure viene nominata.
Tom, rientrato all’Avana dopo una crociera di servizio fatta con il mare in tempesta, deve recarsi a riferire all’ambasciata americana. L’atmosfera cupa del suo animo, lo accompagna nei ricordi della sua vita passata, che affiorano come tante isole di felicità transitoria: soprattutto i rapporti con le numerose donne che hanno costellato la sua vita. Fra gli altri, quello con una principessa nel corso di un viaggio per nave attraverso il Mar Rosso, fino alle coste dell’Africa un rapporto di passione; oppure quelli con le donne di Cuba, soprattutto prostitute, che allo scoppio della guerra se ne sono dovute partire lasciando l’isola deserta; o il rapporto con Honest Lill, una prostituta non più giovanissima, ma di grandi sentimenti, con la quale Tom in passato ha trascorse ore deliziose. Con lei, nel bar dove fa gara a bere assieme agli amici e agli uomini della sua barca, rivive il passato raccontando storie d’amore, in giro per il mondo, a contatto con le realtà più disparate, come l’incontro a Hong Kong con tre prostitute cinesi di una bellezza folgorante, procurategli da un miliardario poi morto fucilato dal regime, etc. La morte del figlio grava su Tom e sul suo comportamento. Gli amici lo capiscono, cercano di farlo parlare, di aiutarlo, di condividere il dolore. Ma il dolore, questo dolore, non è condivisibile. Tom non ne vuole parlare. Alla fine arriva la madre di Tom junior, una donna che era stata sua moglie e dalla quale poi si è separato. Tom è ancora innamorato di lei, e anch’ella lo ama. Ma la ripresa del rapporto non può essere che occasionale. Le loro vite seguono strade diverse. Quello che in quel momento sembra poterle unire, anche se solo momentaneamente, è il dolore profondo per la morte del figlio. La donna, che fino a quel momento non ne era a conoscenza, viene informata da Tom, che lo fa, da una parte cercando di evitare traumi alla donna, dall’altro informandola in modo brusco, quasi violento lasciando fuoriuscire il proprio dolore. Dopo una giornata di rinnovata intimità le loro vite si separano. Tom deve riprendere il servizio e lascia la donna nella sua villa Finca, dandole tutto il tempo di prepararsi e partire per il suo destino di attrice.

In mare.
Il protagonista è sempre Thomas Hudson a capo della sua barca, il Pilar e dei suoi uomini. Un sottomarino nazista è stato avvistato e colpito dall’aviazione americana. L’equipaggio in parte si è salvato ed è sbarcato su una delle piccole isole che costeggiano la costa settentrionale di Cuba. Si tratta di rintracciarli e di farli prigionieri. Ma i tedeschi non accettano. Vogliono salvarsi, tornare in patria. Massacrano gli abitanti di un villaggio per impadronirsi delle loro barche. Si spostano in continuazione, nel tentativo di sfuggire alla caccia che fanno loro gli americvani, fino a trovare qualche imbarcazione non ostile che li riporti in Germania. L’inseguimento da parte del Pilar è continuo, ma deve avvenire nel massimo segreto. Cuba non è ancora in guerra, e comunque Thomas non è un militare, e i civili non possono partecipare allo scontro bellico, le convenzioni internazionali non lo consentono. Quindi tutto avviene in segreto, fra le difficoltà varie di navigare fra un isolotto e l’altro in un mare dalle profondità ineguali, modificate dalle alte e basse maree.
I tedeschi sembrano molte esperti e sfuggono a ogni tentativo di aggancio. Ogni tanto lasciano sul terreno un ferito grave o un morto. Alla fine gli uomini del Pilar riescono a intercettare le loro barche e a stringerli d’assedio in uno degli isolotti. Si scatena una battaglia nella quale Thomas Hudson viene colpito, e probabilmente ucciso dal fuoco nemico.

I tre romanzi sono abbastanza noiosi da leggere. Probabilmente Hemingway non li ha pubblicati ritenendo di dover intervenire ancora, o comunque non ritenendoli all’altezza dei suoi scritti pubblicati.
Nel primo dei tre romanzi l’atmosfera del ritrovo famigliare, padre e i suoi tre figli, dovrebbe essere alla base del racconto. Solo che non c’è racconto. Ci sono molte conversazioni, e piccoli episodi abbastanza scontati. Anche la parte che dovrebbe essere più coinvolgete, la lotta di David col pesce spada e tirata per le lunghe, non ha niente a che vedere con quella molto più vigorosa che viene descritta in Il vecchio e il mare. Nel caso di Bimini la preoccupazione di Hemingway sembra essere catturata dal tentativo di descrivere l’evoluzione di David che sta intraprendendo la via per diventare uomo. E questo finisce per soffocare l’emozione della lotta dell’uomo con pesce, o forse meglio ancora, del pesce con l’uomo. Cosa che invece è il perno sul quale gira tutto il racconto de Il vecchio e il mare.
Nel secondo romanzo l’atmosfera che dovrebbe essere alla base è il dolore per la morte del figlio, appresa subito prima di tornare alla base di l’Avana dopo un’operazione di perlustrazione fatta con la propria barca. Ma anche qui l’atmosfera viene diluita nella descrizione dei gatti che dovrebbero essere una forma di approdo dello stato d’animo, ma che non mi pare che svolgano in modo evidente questa funzione. E parimenti, i ricordi, soprattutto quelli di eventi amorosi del passato non destano particolari emozioni. Come abbastanza inutile mi pare la conclusione dell’incontro di Tom con la donna dalla quale ha avuto il figlio Tom, e delle rievocazioni dei loro momenti felici che apparentemente sembrerebbero volersi rinnovare.
Il terzo romanzo è una noiosissima descrizione dell’inseguimento dell’equipaggio tedesco, nella quale abbondano gli aspetti tecnici della navigazione in un mare ristretto e difficile quale è quello fra gli isolotti che costeggiano la cosate settentrionale di Cuba. Il finale con la battaglia e la morte (forse) di Tom non aggiunge interesse.
La scrittura è quella caratteristica di Hemingway. I dialoghi stringati mettono a confronto diretto gli stati d’animo. L’alcol, il whisky, la birra, il Tom Collins e soprattutto il Daiquiri (senza zucchero, specifica Tom) la fanno da padroni al bar, sulla barca, o per le strade dell’Avana.

Scrivi un commento