L’ARCO (Hwal) di Kim Ki-duk, 2005

Kim_Ki-duc

Una grossa barca in mezzo al mare. Il proprietario è un vecchio sud-coreano che vi vive con una ragazzina, che ha trovato, dispersa, in tenera età. L’ha salvata, la portata a bordo e la fa crescere in modo che, quando avrà raggiunto l’età opportuna, potrà sposarsela.

Quando il film inizia, la ragazzina ha l’apparente età di 15-16 anni. È molto graziosa, e sulla barca si dà da fare in aiuto al vecchio.
La barca è immobile, il suo motore è irreparabile, e viene usata come una specie di isola artificiale per pescatori che il vecchio, dietro pagamento, trasporta dalla costa con un motoscafo.
La fanciulla è occupata a preparare tutto il necessario, compresi i pasti per gli avventori.
Mentre i pescatori sono intenti al loro sport, il vecchio mette a punto una strumento a corda, e con l’archetto suona delle melodie orientali. Questa musica, un po’ lamentosa, accompagna lo svolgimento del film.
Può accadere che qualcuno dei pescatori, attirato dall’avvenenza della fanciulla, la chiami vicino a sé e finisca per allungare le mani o assumere atteggiamenti che suscitano la disapprovazione del vecchio. Questi allora imbraccia la sua arma, un arco, e, con mira perfetta, scaglia delle frecce in stretta vicinanza al disturbatore, spaventandolo.
Episodi di questo genere si ripetono: ne nasce l’immagine di una fanciulla indifesa e di un vecchio ardito, con un carattere che non si lascia sorprendere. Il vecchio, oltre a suonare e imbracciare l’arco per difendere la virtù della fanciulla, sa anche predire il futuro. Ed è proprio l’arco che glielo consente.
In un occasione, alcuni pescatori, hanno capito che la fanciulla di per sé è intoccabile. Per riuscire a possederla, decidono di rendere inoffensivo il vecchio aggredendolo e legandolo con robuste funi. Assalire e violentare la ragazza, quindi, dovrebbe essere un gioco da ragazzi. Ma non hanno fatto i conti con il fatto che ella, avendo vissuto per anni assieme al vecchio, ne ha imparato le astuzie e le capacità di difesa. Sfugge agli assalitori disperdendoli attraverso cunicoli interni di cui la barca è ricca, e alla fine compare davanti a loro con l’arco testo e la freccia incoccata. Li ferisce e quindi va a liberare il vecchio che rispedisce a casa i due mancati stupratori sconfitti e umiliati.
Il racconto subisce una svolta. Un bel giorno arriva sulla barca un pescatore giovane e di bell’aspetto, dal dolce sorriso e dai modi gentili. Fra il ragazzo e la ragazza nasce subito una simpatia e quindi una forma di attrazione. Il ragazzo si rende conto che la fanciulla, avendo sempre vissuto sul mare, nulla conosce del mondo esterno. Questo è un torto che il vecchio le ha fatto, e il ragazzo glielo rinfaccia.
La ragazza non accetta più di stare al servizio del vecchio. Si rende conto che può uscire da una vita di reclusa. Si apre un conflitto. Il vecchio addirittura arriva a minacciare il ragazzo con l’arco, ma la fanciulla si infrappone. La frattura ormai è irreversibile. Poiché il vecchio si vanta di poter predire il futuro con l’arco, il giovane gli chiede di farlo. La domanda cui rispondere è: chi dei due sposerà la fanciulla? La risposta viene sussurrata all’orecchio.
Dopo di che, i due giovani salgono sul motoscafo di trasbordo e si dirigono verso la costa. Il vecchio decide di suicidarsi: si lega la gomena al collo in modo da morire soffocato. Ma il tentativo di suicidio non funziona. Per la fanciulla il vecchio rimane come un padre, e l’amore che il vecchio le porta è stata la costante di tutta la sua vita. Decide così di accettare di sposarlo. Il matrimonio verrà celebrato con tutta la sontuosità del caso. Vengono indossati i lussuosi vestiti acquistati proprio per quella cerimonia. La musica suonata sullo strumento a corda accompagna il rito. Ma il matrimonio è solo formale. La fanciulla non si dà al vecchio, il quale imbraccia l’arco e scaglia una freccia in alto, verso il cielo, e poi si getta nel mare scomparendo fra le onde. La freccia, dopo un po’ di tempo tornerà sulla terra, e si depositerà fra le gambe della fanciulla, dalle quali sgorgherà sangue: il vecchio, il suo spirito almeno, in tal modo la possiede e realizza il sogno di una vita. Ora, il giovane e la fanciulla possono unirsi. Sul motoscafo di trasbordo se ne vanno verso la costa, mentre la grande barca, che è sempre stata immobile, riesce a muoversi poco poco, li segue un attimo e poi affonda, e con lei lo spirito del vecchio.
Dal punto di vista della regia c’è da osservare che né il vecchio, né la fanciulla pronunciano una parola per tutta la durata del film. E, sempre per tutta la durata del film, l’ambiente in cui si svolge la vicenda è il mare. Questi due aspetti sono quelli che danno al film il valore di un simbolismo che coinvolge il rapporto a tre, e si conclude con la ricca cerimonia nuziale e la sopravvivenza oltre la morte del vecchio e del suo arco.

Scrivi un commento