SHAKESPEARE: RE LEAR – DRAMMATURGIA

King_Lear_mourns_Cordelia's_death

La tragedia si svolge in quattro luoghi diversi: il palazzo reale di Britannia, la residenza del conte di Gloucester, la residenza del duca di Albany e della moglie Gonerill primogenita di Lear, e le vicinanze di Dover dove avviene lo scontro fra le armate inglesi e quelle francesi accorse in appoggio a Cordelia.
La trama. Vi sono due trame: una principale, che consiste nel tradimento delle due sorelle maggiori che cercano di liquidare il vecchio padre spogliandolo della sua maestà, dopo che egli ha consegnato loro metà del regno e che ha disconosciuto, mandandola in esilio sposa al re di Francia, la figlia minore Cordelia privandola della sua eredità. Una seconda trama si sviluppa al di sotto della trama principale, ma finisce per intrecciarvisi. È il tradimento del figlio bastardo di Gloucester, Edmund, contro il fratello Edgard, che accusa falsamente davanti al padre di volerlo uccidere, e successivamente contro lo stesso padre, che accusa di tradimento in quanto sostenitore delle truppe francesi sbarcate a Dover. Lo fa accecare dal duca di Cornovaglia, marito di Regan, la secondogenita di Lear, appropriandosi in tal modo di tutti i suoi beni e del titolo.

Come sviluppo drammaturgico si considerano cinque sequenze.

Prima sequenza. (I,i – I,ii)
I luoghi sono il palazzo reale e la residenza dei Gloucester. In entrambi i luoghi si preparano i due tradimenti che si svilupperanno in seguito.
Al palazzo reale il re distribuisce il regno alle due figlie maggiori, Gonerill e Regan, spose rispettivamente del duca d’Albania e del duca di Cornovaglia. Esse avranno tutto il potere, mentre egli si riserva solo il titolo di re, e una scorta di 100 cavalieri. Alloggerà presso le due figlie un mese a testa. La figlia minore, Cordelia, che non ha saputo esprimere con altrettanto calore delle sorelle l’amore per il padre, viene diseredata, e data in sposa al Re di Francia, che se la porta in patria. Il conte di Kent, tempra di gentiluomo fedelissimo al re, tenta di opporsi a questo situazione, ma viene mandato anche lui in esilio. Le due sorelle, ottenuto il potere si accordano per mettere sotto consegna il re.
Nello stesso tempo, nella residenza di Gloucester, Edmund, il secondo genito del vecchio conte, ma bastardo di nascita, lascia credere al padre che il primogenito Edgard, figlio legittimo, voglia ucciderlo per impossessarsi dei suoi beni. Poi avverte Edgard che il padre lo sta cercando per punirlo e lo invita a fuggire e stare nascosto.

Seconda sequenza. (I,iii – I,v)
Il luogo è il palazzo del duca di Albany e della moglie Gonerill. Il re sceglie di vivere il primo mese nella residenza della figlia maggiore. Gonerill fa di tutto per rendergli la vita impossibile. Lo accusa di prepotenza, invita i servitori della sua corte a trattarlo con sufficienza, cerca di licenziare 50 dei 100 cavalieri che fanno parte del suo seguito, insomma lo costringe ad andarsene. Lear reagisce duramente. Forse la sorella Regan lo tratterà meglio. Il conte di Kent, quello esiliato per aver difeso Cordelia, si traveste da servo e si dà da fare, non riconosciuto, per proteggere il suo re dalle angherie delle figlie.

Terza sequenza. (II,i – IV,i)
È la più importante, quella dove i tradimenti giungono a consumazione. La drammaturgia di questa sequenza è complessa. Le scene si susseguono e i luoghi cambiano quasi come in una successione cinematografica.
Da una parte abbiamo Edmund che non solo insiste nelle persecuzione al fratello, che per sfuggire alle ricerche si traveste da pazzo mendicante, ma alla fine della sequenza giunge ad accusare di tradimento il padre davanti al duca di Cornovaglia, facendolo così accecare. Nello stesso tempo il duca di Cornovaglia viene ucciso da un servo che difende il suo padrone.
Intanto si porta a termine il tradimento delle due sorelle contro il padre. Questi viene privato del suo seguito e, alla fin fine, sostanzialmente cacciato dalle loro abitazioni. Lear in tal modo è costretto a vagare per l’arida steppa sotto l’infuriare degli elementi. La sua ragione ne soffre. La sua salvezza a questo punto, con l’aiuto di Kent, potrà venire solo dalla figlia Cornelia che, con l’esercito francese, è sbarcata sulla costa vicino a Dover. Un personaggio chiave che si presenta come una specie di commento alle tragiche vicende, è il “matto”, the “fool”, che vive accanto al re quasi come un alter ego, condividendo la sua demenza. Anche il conte di Gloucester, ormai accecato, è costretto a vagabondare per la brughiera, dove incontrerà Edgard, il figlio che, secondo le false accuse, avrebbe dovuto volere la sua morte e che invece lo aiuta a raggiungere la costa. Gloucester vorrebbe togliersi la vita precipitando dalle scogliere di Dover, ma il figlio con un trucco gli impedisce di suicidarsi.

Quarta sequenza (IV,ii – IV,vi)
L’armata francese incombe minacciosa. La truppe inglesi dovranno sbarrare il passo. Saranno comandate dal duca di Albania e da Edmund. In questa sequenza le due sorelle vengono a contrasto, entrambe innamorate di Edmund: Regan conta sul fatto di essere vedova, Gonerill sulla possibilità di liberarsi del marito. E a tal fine, per invitarlo a sopprimere il marito, scrive una lettera a Edmund che cade nella mani di Edgard.

Sequenza quinta (IV,vii – V,iii)
Siamo alle conclusioni. Re Lear, nella mani di Cornelia riacquista un po’ della perduta ragione. L’esercito inglese si prepara alla battaglia. Edgard, avverte il duca d’Albania del destino che lo aspetta facendogli leggere la lettera che la moglie ha indirizzato a Edmund.
La battaglia viene vinta dagli inglesi. Cornelia e Re Lear vengono fatti prigionieri e Edmund dà ordine a un ufficiale di ucciderli. Ma il duca d’Albania, al corrente delle intenzioni dell’uomo, lo fa arrestare con l’accusa di tradimento. Edmund naturalmente respinge l’accusa e si prepara a un duello per dimostrare la sua innocenza. Al duello si presenta Edgar che sconfigge il fratellastro, e lo uccide. Contemporaneamente muoiono anche le due sorelle; Regan avvelenata da Gonerill, e Gonerill suicida non sopportando la morte di Edmund. Purtroppo, tuttavia, questi eventi impediscono il salvataggio di Cornelia, che, come da ordine di Edmund, viene uccisa. La tragedia termina con Lear che porta in braccio la figlia davanti a tutti, compiangendola e morendo disperato a sua volta sul cadavere della figlia.

Ho quattro diverse rappresentazioni della tragedia, tutte di alto livello. Due sono della BBC, doppiate in lingua italiana. La prima è più completa, il testo viene seguito molto fedelmente. È del 1977, e la regia è di Jonathan Miller. La seconda è stata girata successivamente, nel 1983. Protagonista è Laurence Olivier e regista Michael Elliot. Questa rappresentazione e un po’ più concentrata rispetto alla precedente, ma sempre di altissimo livello, soprattutto per l’interpretazione di Lear.
Altre due rappresentazioni sono invece italiane: una, della RAI, è del 1960. Il regista è Sandro Bolchi, e il protagonista, nelle vesti di Re Lear è Salvo Randone. Il filmato manca di brillantezza, e si salva solo per un’ottima interpretazione del personaggio del re. Più complessa è invece la rappresentazione fatta al Piccolo Teatro di Milano nel 1972 con la regia di Giorgio Strehler. Il protagonista nella vesti di Re Lear è Tino Carraro. In questa rappresentazione il regista riesce a far scorrere la recitazione su un palcoscenico fisso, ricuperando pienamente, in questo modo, il carattere drammaturgico della tragedia. Forse delle cinque rappresentazioni è quella che più ha attirato la mia attenzione.

Scrivi un commento