La Piccola Volpe Astuta: il film di Felsenstein su Eins Festival

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Domenica scorsa su Eins Festival è stata tra messa La piccola volpe astuta di Janáček nel filmato prodotto dalla Televisione Tedesca e trasmesso la prima volta il 18 aprile 1965. La regia è di Walter Felsenstein, le scene di Rudolf Heinrich, la direzione orchestrale di Vaclav Neuman.

Il film è una ripresa (in bianco e nero) derivata dalla prima mitica messa in scena alla Komische Oper di Berlino nel maggio del 1956, con lo stesso direttore d’orchestra, lo stesso regista e scenografo e (per le parti principali) lo stesso cast.

C’è veramente da restare stupiti dalla genialità di Felsentein e si capisce bene come la sua interpretazione registica sia considerata con ammirazione largamente condivisa e ancora oggi un modello insuperato.

L’opera in gran parte è ambientata in una foresta, molto ben ricostruita, anche nei particolari: tronchi d’albero di altro fusto, piccole rocce, piccole caverne, cespugli, fiori creano un ambiente magico. La scenografia è prettamente teatrale, quindi fissa per ogni scena dell’opera, mentre mobile è la cinepresa (mi pare che sia questo, più che la telecamera lo strumento di ripresa), con frequenti, ma non assillanti, primo piani.

In questo ambiente, ricostruito con realismo, ma sostanzialmente fantastico, si muove il popolo della foresta: libellule, api, coleotteri, zanzare, farfalle, grilli, ranocchi, civette, picchi, ghiandaie e tanti altri animali, grandi e piccoli, tutti impersonati dal ballerini o cantanti con travestimenti molto realistici: ma anche qui si tratta di un realismo da fiaba, un po’ come il realismo dei giocattoli per bambini.

Alla stessa logica rispondono il tasso, il cane, gallo e galline, e infine, lei, la piccola volpe col suo volpo innamorato. Il tutto è molto armonico, piacevole, e suggerisce l’incanto della natura, così come il guardiacaccia la ama e la gusta nei suoi monologhi iniziale e finale, e così come la musica ci aiuta ad amare nel corso di tutta l’opera.

Da destare grande ammirazione in particolare ho trovato la recitazione e il canto di Bystrouska, impersonata da Irmgard Arnod, e del guardiacaccia impersonato da Rudolf Asmus. Ma tutti i cantanti e i ballerini hanno contribuito a dare innegabile fascino al filmato-rappresentazione.

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