Broken Flowers
Si tratta di un fil di Jim Jarmusch, il regista di Daunbailo, del 2005.
Un signore, Don Johnston è il suo nome, giunto ormai nella fase discendente della vita, nel passato grande esperto di computer e grande Don Giovanni, ora sopravvive in una atmosfera di noia, di disinteresse. L’ultima amante lo lascia, ed egli non sa reagire.
Quando la sua vita sembra ormai incanalata in un futuro senza progetti, senza prospettive e senza volontà, una lettera sembra provocare un piccolo terremoto. Una sua amante del passato gli scrive che un figlio, da lui avuto a sua insaputa vent’anni prima, ora è in cerca del padre. La lettera è anonima, e suo amico investigatore lo stimola a fare delle ricerche. Una traccia è costituita dal color rosa. Don, sia pure con riluttanza e apparente disinteresse, intraprende un lungo viaggio e rintraccia le cinque donne, sua antiche amanti di vent’anni prima, che avrebbero potuto essere la autrici della lettera.
Una di loro è morta. Le altre quattro hanno tutte una loro vita. Il tempo ha lasciato tracce profonde. La prima accoglie l’ex amante con gioia, e non esita a passare la notte con lui rinverdendo antichi fasti. Una sua graziosa figlia dimostra di avere ereditato la disinvoltura materna, e non esita a mostrare all’uomo le proprie grazie.
Un’altra è sposata, non ha figli ed è titolare col marito di una fiorente impresa, e vive in discreto benessere. L’incontro con l’antico amante le fa piacere, ma il tutto si conclude con una noiosissima cena. La terza esercita una professione strana: comunica con gli animali. Don, per riuscire a parlare deve superare le resistenze di una segretaria che manifesta atteggiamenti molto protettivi verso la sua principale. Alla fine si rende conto che probabilmente fra le due donne esiste un rapporto lesbico, e non insiste oltre. L’ultima lo accoglie in modo molto aggressivo. Il loro rapporto era stato molto burrascoso, e la donna non ne vuol sentire parlare e mostra di essere turbata e offesa. Alcuni indizi (un motorino col serbatoio rosa, una macchina da scrivere rosa) che l’autrice della lettera potrebbe essere stata lei, non possono essere approfonditi, perché due uomini che vivono con lei lo aggrediscono brutalmente e lo cacciano.
Il viaggio, tutto sommato si è dimostrato un fallimento, ma Don non sembra essere particolarmente deluso.
Un guizzo di interesse residuo viene risvegliato dalla figura di un giovane, che sembra impegnato in un viaggio solitario. Forse è lui il figlio misterioso? Don lo affronta poco lontano da casa sua, dove il giovane appare smarrito e in difficoltà. Gli offre da mangiare, lo tranquillizza, riuscendo a destare nel giovane un certo interesse. Ad un certo momento il giovane gli chiede un consiglio “di tipo filosofico” e Don gli dà una risposta apparentemente banale, ma che riassume il contenuto del film:
“Il passato è passato, questo lo so. E il futuro non è ancora arrivato. Qualunque cosa sia, dunque, l’unica cosa che esiste è questa: il presente”.
Il tentativo di capire se quel ragazzo è il figlio di cui si parla nella lettera fallisce. Ma a casa Don trova un’altra lettera, con busta e calligrafia identica a quella anonima che lo ha indotto alla sfortunata indagine. In questo caso la lettera è dell’amante che lo ha appena lasciato.
Il film termina lasciando in sospeso le domande, che quindi non hanno alcuna risposta. La vita di Don riprende così nel torpore, nel disinteresse, nella mancanza di prospettive, sul divano davanti a una televisione che trasmette solo programmi di evasione. Il passato è passato, il futuro non c’è. L’unica realtà, bella o brutta che sia, è il presente.
Jarmush descrive un’America “normale”, senza riflettori, anzi un po’ noiosa, lontana dalla vita frenetica cui molti film ci hanno abituato. Il protagonista, Bill Murray, è molto bravo a offrire il quadro di un uomo che, raggiunto il successo, smette di cercare e si lascia sprofondare in una vita inutile, che neppure la prospettiva di un possibile figlio, quindi di un affetto, sembra riportare a galla. Accanto al protagonista, fanno brevi ma piacevoli apparizioni mitiche attrici del passato, come Sharon Stone e Jessica Lange.