IL GRANDE GATSBY, di Francis Scott Fitzgerald

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«…alla fine Gatsby si rivelò una persona a posto; fu quel che lo assillava, fu quel nefando pulviscolo che si trascinava al seguito dei suoi sogni a reprimere per un po’ il mio interesse per le inutile pene degli uomini e le loro effimere esaltazioni». Chi dice così è Nick Carraway, un giovane rampollo di una ricca famiglia del Midwest, che, alla fine della prima guerra mondiale, dopo aver combattuto in Francia, cerca fortuna all’Est, a New York nel mondo delle banche e degli uffici finanziari. Egli sarà il narratore-testimone delle vicende del romanzo.

Lo scenario d’apertura è quello del modo fascinoso della gente ricca che vive sulla costa ovest di Long Island, in quartieri esclusivi. Fra i protagonisti vi è Tom Buchanan, personaggio pieno di soldi, rozzo e di scarsa cultura; la moglie Daisy, ben più raffinata, e anch’essa proveniente da ricchissima famiglia, lontana cugina di Nick; Jordan Baker campionessa di Golf.

Nick, per derivazione familiare, appartiene a questo ambiente e lo frequenta, venendo a contatto da una parte con la vita indolente fatta di piacevoli serate, di frivole conversazioni, di banali pettegolezzi; dall’altra fatta di tensioni, incomprensioni, tradimenti che si consumano fra i protagonisti, il cui stato tuttavia impone che tutto venga coperto da una falsa atmosfera di serenità.

L’esclusività del mondo dei ricchi tuttavia non impedisce che vi siano rapporti, incontri, relazioni con quello della gente comune. Tom, per esempio, ha un rapporto con George Wilson, personaggio certamente di classe inferiore, proprietario di un garage automobilistico e di una pompa di benzina, col quale fa affari comprando e vendendo automobili; ed è anche, segretamente, l’amante della moglie, Myrtle, che egli considera sessualmente più attraente di Daisy e che vede periodicamente in un pied-à-terre di New York.  Nick è al corrente e, in certo qual modo partecipa di questi segreti, che poi tanto segreti finiscono per non essere.

Nick, oltre ai Buchanan, frequenta un altro personaggio, Gatsby, il signor Gatsby. Questi abita in un grande palazzo con un ampio giardino, proprio dirimpetto alla casa dove abita Nick. In questo palazzo si svolgono ogni sera grandissimi ricevimenti. Nick rimane affascinato dall’indifferenza del suo anfitrione nei confronti degli ospiti, sempre numerosissimi, e che egli in gran parte non conosce, né si preoccupa di conoscere. E, a loro volta, gli ospiti stessi spesso ignorano addirittura la sua persona, il suo aspetto: di lui si parla come di un personaggio misterioso (forse in passato aveva ucciso un uomo, forse era stato una spia dei tedeschi durante la guerra, o forse era un contrabbandiere, etc.). In realtà, si viene poi a sapere, Gatsby è in rapporti non chiari con un certo Wolfshiem, col quale fa affari ancora meno chiari. Il suo modo di parlare è diretto, quasi con sufficienza nei confronti dell’interlocutore, cui si rivolge monotonamente con l’appellativo di “Vecchia lenza”.

Gatsby cerca la conoscenza di Nick per un motivo ben preciso. E questo glielo comunicherà la Baker, ospite spesso sia dei Buchanan che di Gatsby, e in corrispondenza (quasi) amorosa con Nick.

Gatsby aveva conosciuto Daisy diversi anni prima, quando entrambi abitavano in Louisiana, e avevano avuto una storia in comune. Egli, che proveniva da una famiglia piuttosto misera, era stato molto innamorato dalla fanciulla, che per lui rappresentava la prima ragazza «a modo» conosciuta. Il problema di questo rapporto tuttavia stava nel fatto che Daisy era di famiglia molto ricca e quindi i due appartenevano a due caste distinte e molto distanti. Il rapporto non poteva durare. Infatti Daisy, dal momento che Gatsby era stato richiamato in guerra ed era, anche se temporaneamente, scomparso dalla sua vita, aveva contratto matrimonio con Tom, personaggio appartenente alla propria classe di ricchi.

Gatsby, tornato dalla guerra, non solo conserva il ricordo dell’amore, ma è ancora innamorato. E la sua vita viene spesa per cercare di ottenere quella ricchezza che gli avrebbe consentito di riavvicinare l’oggetto del suo amore. Ora è un uomo ricchissimo, ma secondo Fitzgerald, per la classe dei ricchi, diventare ricco non è la stessa cosa che nascerlo. I due mondi, quello dei ricchi per ascendenza e quello della gente comune, continuano a essere diversi e distanti.

Il compito affidato a Nick è quello di invitare Daisy a casa propria in modo che Gatsby possa rivederla e in questo modo far rifiorire il rapporto che in lui è ancora l’obiettivo della sua vita. Daisy accetta questo ritorno del passato, e la crisi, in casa Buchanan sembra avviarsi verso il dramma conclusivo.

Ma Fitzgerald sa che le cose non sono così semplici. Un rapporto amoroso fra due esseri appartenenti ai due mondi, può realizzarsi per un certo periodo, ma non può essere il fondamento su cui basare un’unione per la vita. Gatsby si illude. In una drammatica sera, in cui Gatsby, Daisy e Tom si incontrano per chiarire i reciproci rapporti, Daisy, pur confessando il suo amore per Gatsby, non riesce  staccarsi dal marito, anche se questi, si sa, contrae rapporti amorosi anche con un’altra donna.

La situazione rimane apparentemente in sospeso, mentre la sicurezza di Gatsby sembra declinare. Non vi saranno più le solite feste, la servitù anonima che reggeva la casa viene sostituita da complici delle sue illegali attività, il suo umore si volge verso la depressione.

La conclusione troverà il fattore scatenante in un incidente stradale che causerà la morte di Myrtley Wilson, la moglie di George e amante di Tom, e che coinvolgerà i protagonisti del romanzo: Tom, Daisy e Gatsby. George, nello stesso tempo in cui la moglie viene uccisa, scopre il suo tradimento: doppio dolore, con sintomi quasi di follia. Sulla base di testimonianze che gli fanno credere di riconoscere la macchina, si vendicherà, o almeno crederà di farlo, uccidendo Gatsby e poi se stesso.

Il finale ci riporta alle logiche conclusioni offerte dalla separatezza dei due mondi. Gatsby non ha nessuno che lo pianga. Tutti coloro che frequentavano le sue feste scompaiono nel nulla, come si dileguano coloro che nella vita sono stati complici nel discutibile arricchimento. L’unico che segue il suo funerale è Nick, che dell’amico morto ricorda il “nefando pulviscolo che si trascinava al seguito dei suoi sogni”, cioè il pretendere in modo esclusivo di far rivivere , sulla base di un ricordo, l’amore con una donna di un mondo superiore al suo, e porlo alla base della sua vita.

Tom e Daisy, nonostante le tragiche vicende trascorse sono sempre insieme. E quando Nick, dopo qualche anno incontrerà Tom e lo accuserà di aver consapevolmente imbrogliato le carte in modo che George Wilson uccidesse Gatsby, finirà per accettare la sua giustificazione: non si sarebbe potuto accettare che la vita di due ricchi, lui e Daisy potesse venire sconvolta da fatti avvenuti, tutto sommato, nel mondo “esterno”, fra la gente comune. In sostanza Fitzgerald conclude come Nick, evitando di prendere una posizione di condanna davanti alla logica di un mondo apparentemente superiore.

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