L’ESATTORE di Petros Markaris, 2012

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Un giallo ambientato nell’Atene contemporanea, in una Grecia in preda a una violenta crisi economica, e guidata da una classe politica inefficiente e corrotta e da una burocrazia corrotta e invincibile. Il protagonista è il commissario di polizia Kostas Charitos. Il tema è intrigante: si trova il cadavere di un uomo al centro di un sito archeologico, il cimitero del Ceramico. La posa dell’uomo fa pensare che sia stato ucciso altrove e poi trasportato in quel luogo. Le solite indagini, la scientifica, il medico legale, etc. sono sul posto per gli accertamenti di rito. La causa della morte è una iniezione di cicuta.

La vittima si chiama Korasidis Athanàsios. Si tratta di un celebre chirurgo, che opera solo a pagamento persone che possono pagare parcelle esorbitanti; che dispone di diverse costosissime ville; che ha una collezione di dipinti del valore di diversi milioni di euro; e che ha due figlie che vivono e studiano all’estero. Charitos mobilita la sua piccola squadra, e fa una scoperta sensazionale. Sulla rete c’è una lettera firmata Esattore Nazionale che chiarisce i motivi dell’omicidio: Athanasios Korasidis è un grande evasore fiscale, non paga le tasse che la sua ricchezza gli imporrebbe. Se non paga il dovuto (il cui importo viene specificato) entro pochi giorni l’Esattore ricorrerà per lui a un condono tombale (eufemismo per dire che lo ucciderà). Il reperimento del cadavere dimostra che questo è puntualmente avvenuto. Siamo quindi in una situazione veramente complessa e insolita. Nella storia delle indagini criminali non si è mai dato movente di omicidio basato su evasione fiscale. Occorre scoprire il vero movente. Cominciano le indagini, secondo la solita tecnica: interrogatori diffusi, perquisizioni e soprattutto cercare di chiarire il fatto che l’omicidio avvenga con un richiamo all’antica Grecia: il sito archeologico, l’uso della cicuta, lo stesso veleno usato per Socrate.

Nel corso delle indagini Markaris ci fa entrare in una Grecia in piena crisi economica: tagli sugli stipendi della gente che lavora, disoccupazione crescente, manifestazioni di piazza quasi quotidiane che rendono difficile la circolazione anche alla polizia, tagli alla stessa polizia che si ritrova a corto di macchine e di uomini. E poi i suicidi. All’inizio del libro, quattro anziane donne non riescono a sopravvivere con la misera pensione e così organizzano un suicidio collettivo; in un altro momento, nel corso delle indagini, all’interno del Partenone una coppia di giovani amanti strettamente abbracciati si dà la morte: per loro continuare a vivere è impossibile; sono disoccupati entrambi dopo aver studiato e conseguito un titolo di studio, non hanno alcuna fonte di reddito, non potranno realizzare il loro sogno d’amore col matrimonio. Anche la famiglia dello stesso Charitos sembra pagare lo scotto. La figlia Caterina, sposata con Fanis medico ospedaliero, e laureata in legge, non ha un’attività che le garantisca una decente retribuzione. Si occupa di immigrati e le viene offerto un posto ben retribuito da una organizzazione dell’ONU per i rifugiati, con destinazione tuttavia un paese del terzo mondo: Africa, Asia? Questa proposta e le possibili decisioni di Caterina sconvolgono la famiglia, e fanno tornare il pensiero ai tempi in cui la gente emigrava (in Germania per lo più) per lavorare, i famosi gastarbeiter, per mettere da parte qualche soldo e tornare in patria per aprire una qualche attività. La crisi sembra colpire duro anche la famiglia di Charitos. Solo un opportuno intervento all’ultimo momento salverà la situazione.

Le indagini sul cosiddetto Esattore Nazionale continuano, mentre fa la propria comparsa un altro morto, nelle stesse circostanze del primo, anch’egli un grande evasore che ha ricevuto una lettera analoga a quello precedente. Le cose si complicano ulteriormente. L’Esattore Nazionale si serve di Internet, scopre tutti i dati finanziari ed economici delle sue vittime, divulga i fatti, minaccia altri evasori, ottiene che molti di loro, impauriti, paghino allo stato il dovuto o quanto meno la cifra suggerita dall’Esattore. Agli occhi dell’opinione pubblica, informata di tutto ciò, l’Esattore Nazionale appare come un eroe, che fa quello che lo Stato, vuoi per corruzione, vuoi per incapacità, vuoi per eccesso di burocrazia, non riesce a fare. Si fanno cortei in suo appoggio, lo si vuole al potere. Finalmente c’è qualcuno che riesce a far pagare le tasse! Il governo si sente in crisi. Non riesce a trovare una soluzione politica. Veti incrociati più in difesa di interessi personali che per dare una corretta soluzione al problema: da una parte al fisco, dall’altra l’arresto di un assassino (perché questo e non altro è l’Esattore). Arriva perfino a bloccare le indagini della polizia nella paura di vere e proprie rivolte popolari. Ma la vicenda non finisce così. L’Esattore, ora che ha fatto ricuperare allo stato le tasse dovute, pretende una percentuale sull’incasso. E per sostenere la pretesa comincia ad assassinare altre persone, sempre in modo che l’omicidio faccia riferimento ai miti dell’antica Grecia. Questa volta non sarà la cicuta, ma arco e frecce, nello stesso modo in cui Apollo nel primo canto dell’Iliade punisce i greci. Il governo, sia pure con molte incertezze decide di riufiutarsi di pagare, convinto che il cedere al ricatto sarebbe di fatto la sua morte politica. Naturalmente, Charitos, che in silenzio continua le sue indagini, riesce finalmente a trovare il bandolo della matassa e portare la vicenda a una conclusione positiva.

Il libro è scritto molto bene. La penna di Markaris è leggera, incline all’ironia quando affronta i problemi di un governo fatto di corrotti e di incapaci, tale da rendere in modo quasi visibile le assurdità che scaturiscono dagli incontri del commissario con le autorità burocratiche, o la circolazione per le strade di una città in subbuglio. Se posso permettermi, farei un paragone con il Simenon di Maigret. In entrambi il legame fra l’indagine sul delitto e l’immersione nell’ambiente nel quale è maturato svolge un ruolo decisivo, e in entrambi l’analisi dell’ambiente si approfondisce negli aspetti più umani. In conclusione direi che è uno dei migliori gialli che oggi sono in circolazione, anche se la letteratura gialla è dilagante.

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