Archivio della Categoria 'Film'

VOLVER, di Pedro Almodóvar, 2006

martedì 22 aprile 2014

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La presentazione del film ci mostra in una giornata di sole un vasto cimitero con tante tombe, su ognuna delle quali varie donne sono impegnate a pulire e lustrare le lapidi. Si sente un commento: le donne hanno vita più lunga degli uomini, infatti le vedove sono in numero molto maggiore rispetto ai vedovi. Quindi le donne sono esseri destinati all’infelicità. Ci sono delle eccezioni: un gruppetto di donne è fermo davanti a una lapide nella quale sono scritti il nome di un uomo e di una donna. Sono stati fortunati. Sono morti insieme, bruciati nel casotto dove dormivano abbracciati. Sono il padre e la madre di Raimunda (Penelope Cruz) e di Soledad, detta Sole (Lola Dueñas). Le due sorelle, accompagnate dalla figlia quindicenne di Raimunda, Paula, uscendo dal cimitero, si recano dalla zia Paula, la sorella della donna morta della quale le donne hanno appena visitato la tomba. È una donna chiaramente partita: non riconosce le parenti, straparla, si muove a fatica, anche se nel complesso abita in una casa ben arredata, ordinata pulita e anche la colazione che offre sembra ottima qualità. Qualche dubbio nella mente delle sorelle si crea.

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PARLA CON LEI, di Pedro Almodóvar, 2002

venerdì 18 aprile 2014

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Il film inizia con una strana sequenza: due ballerine ad occhi chiusi, in sottoveste, devono attraversare, con una specie di danza, un palcoscenico occupato da sedie e altri mobili dello stesso tipo. Un uomo corre davanti a loro, spostando gli oggetti, in modo da liberare il percorso che fanno. La musica che accompagna la scena è un’aria da The Fairy Queen di Purcell, “O let me weep”. Fra gli spettatori in platea due uomini seduti in poltrone vicine: Benigno Martín (Javier Cámara) e Marco Zuluaga (Darío Grandinetti). Benigno osserva che Marco ha le lacrime agli occhi. Questi due personaggi non si conoscono, ma, nel corso del film le loro vite si incroceranno grazie a due donne che per diversi incidenti si troveranno ad essere in un coma apparentemente irreversibile.

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I RACCONTI DI CANTERBURY, PierPaolo Pasolini, 1972

martedì 8 aprile 2014

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È il secondo film della Trilogia della vita di Pasolini. È tratto del libro I racconti di Canterbury di Geoffrey Chaucer. La struttura del film è molto simile a quella del Decameron. I racconti si susseguono l’un l‘altro, tutti portatori di un sano e gioioso erotismo; ovviamente, cambia l’ambientazione. Qui siamo in Inghilterra: un gruppo di persone si raccoglie in un villaggio; case di legno, strade in terra, venditori ambulanti, animali di cortile, giovani che fanno la lotta; un grande ambiente a colonne ospita i futuri pellegrini. Arriva anche Chaucer, interpretato dallo stesso Pasolini. L’oste, colui che gestisce il salone, dà il segnale della partenza. Si andrà tutti a Canterbury, ma per vincere la noia ognuno dei componenti dovrà raccontare una storia. L’oste, alla fine darà il premio alla più bella.
Le storie rappresentate nel film sono otto. Come per il Decameron, non è rispettato l’ordine in cui compaiono nel libro, ma seguono un ordine proprio.

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IL DECAMERON di PierPaolo Pasolini, 1971

giovedì 27 marzo 2014

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È il primo film della Trilogia della vita. Vengono portate sullo schermo 10 novelle del Decameron di Giovanni Boccaccio. Gli altri film saranno I racconti di Canterbury, tratto dal libro di Geoffrey Chaucer e Il fiore delle mille e una notte tratto dall’omonima raccolta di fiabe.

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L’UOMO IN PIÙ, di Paolo Sorrentino (2001)

domenica 9 marzo 2014

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È il primo film di Sorrentino. Ha partecipato alla mostra del Cinema di Venezia del 2001 nella sezione Cinema del Presente, ha partecipato a diversi altri concorsi, ed ha vinto nel 2002 il Nastro d’argento per il miglior regista esordiente.
Il film prende in considerazione due elementi della società che coinvolgono, stimolano l’entusiasmo e la partecipazione di grandi masse, soprattutto nel mondo dei giovani: il calcio e la musica. Sia nel calcio che nella musica, i portatori del successo ne diventano anche gli artefici e vengono acclamati dagli spettatori. Essi vivono momenti di celebrità che ne coinvolgono il modo di essere, soprattutto influenzano gli obiettivi della loro vita che finiscono per essere non più la realizzazione della loro umanità, ma la loro celebrità.
Nella vita non esiste il pareggio, ci dice Sorrentino all’inizio, parafrasando una frase di Edson Arante do Nascimento, detto Pelé.

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