Confesso che ho fatto molta fatica a leggere questo libro. La trama è francamente banale: una donna, la protagonista, l’io narrante, alla quale volutamente l’autrice non ha voluto attribuire un nome, appartenente alla nobiltà torinese dell’inizio del secolo, accetta un matrimonio combinato. La convivenza col marito si rivela sostanzialmente impossibile, priva di un legame affettivo, priva di interessi comuni al di fuori delle solite frivolezze; si ha quindi la separazione, con la partenza della donna per una fattoria toscana di sua proprietà, e favorita dalla comparsa nel suo orizzonte di un personaggio misterioso del quale la donna s’innamora, anche se i rapporti amorosi fra i due sono sporadici, avvengono a distanza di anni, quasi per caso, con una partecipazione affettiva più sbandierata che non realmente vissuta. La vicenda avrà una conclusione che vorrebbe essere inaspettata, ma a mio modo di vedere abbastanza banale e comunque del tutto improbabile.
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