Archivio della Categoria 'Musica'

EVGENIJ ONEGIN, alla Scala

domenica 22 gennaio 2006

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Chajkovskij definì “scene liriche” quest’opera, per significare che essa si allontana dal paradigma aristotelico dell’unità di tempo e di luogo. L’azione si dipana per un tempo che va dall’adolescenza di Tatjana alla sua maturità di sposa nel grande mondo; e per luoghi che si estendono da una Russia di campagna e tutto sommato popolare, agli splendori della capitale.

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IL PÉLLEAS ET MÉLISANDE, alla Scala

martedì 15 novembre 2005

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Il Pelléas è un’opera sulla quale vi sono pareri molto discordi. C’è chi la ama moltissimo, come me; c’è chi la trova noiosa, come diverse persone che conosco. In verità io credo che sarebbe sbagliato aspettarsi emozione dalla musica del Pelleas. Quello che potrei dire è che questa musica, più che essere emozionante, è affascinante, proprio nel senso francese di “charme”. Le armonie continuamente cangianti, i colori orchestrali sempre inattesi, il declamato che galleggia sul suono orchestrale e lo collega agli eventi scenici, alle riflessioni dei protagonisti, sono offerti con una tale raffinatezza espressiva, che, se si deve per forza fare un paragone, lo farei con i paesaggi di Monet.

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STIVALETTI, alla Scala

sabato 15 ottobre 2005

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Confesso che ero un po’ prevenuto. Avevo ascoltato attentamente più di una volta l’unica edizione in CD presente in commercio, quella della Dynamic, ripresa live della rappresentazione di Cagliari, e non mi aveva entusiasmato. Intendiamoci, non che non ci fosse della musica bella: Čajkovskij è sempre Čajkovskij. Bella introduzione orchestrale, bei cori, alcune belle arie, ma non afferravo la presenza del colpo di genio che si avverte subito nell’Onegin e nella Dama di Picche, rispettivamente scritte subito prima e subito dopo Gli stivaletti.

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RINALDO, al teatro degli Arcimboldi

sabato 16 aprile 2005

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Si tratta di una vecchia (risale a circa 20 anni fa) messa in scena di Pizzi per il Teatro di Reggio Emilia, che ha avuto una notevole fortuna, essendo stata ripresentata numerose volte in diversi teatri. Non si può non fare una critica alla direzione della Scala (ma ormai questo è d’obbligo) per avere scelto, per la rappresentazione della prima opera barocca da qui a oltre vent’anni prima, il teatro degli Arcimboldi invece del Piermarini, decisamente più adatto come ambiente.

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PIKOVAJA DAMA, al teatro degli Arcimboldi

venerdì 25 febbraio 2005

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Serata triste: prima di tutto a causa di un teatro con un numero incredibile di posti vuoti. Possibile che un’opera tanto bella sia stata così pesantemente snobbata dal pubblico? E se mai perché? Ignoranza? Sfiducia? Protesta? Davanti al teatro sindacalisti distribuivano volantini che cercavano di convincere la popolazione della giustezza della loro lotta, ma senza apportare novità a quello che già si sapeva, e, mi sembra, non convincendo nessuno su quella che i fatti continuano a fare apparire come una lotta di potere e non un vera questione sindacale. All’interno ho visto persone col telefonino in mano che confermavano a qualcuno in attesa che i volantini, sì, erano stati distribuiti; da altre parti si sentivano crocchi di persone discutere e confermare la vittoria di Muti. Fortunatamente c’era anche chi parlava dell’opera.

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