Archivio della Categoria 'Musica'

SIMON BOCCANEGRA, a Ferrara (diretta radiofonica)

domenica 27 maggio 2001

Anche se chi l’ha visto non ha ancora postato nulla, mi sento di dire qualche cosa io. Per me è stata un’esperienza del tutto nuova. Questa opera, chissà perché, è sempre rimasta nel limbo dei miei ascolti. Questa edizione mi ha finalmente fatto rompere gli indugi, e mi ha permesso di ascoltarla con grande interesse.

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IOLANTA, al teatro degli Arcimboldi

domenica 13 maggio 2001

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Effettivamente, a un riascolto più attento, quelle cose che dici si avvertono abbastanza chiaramente. La mia impressione è che in questa opera gli elementi “russi”, che si riscontrano ad esempio in Mazepa e nell’Onegin, manchino pressoché del tutto. Mi sembra una musica che si richiami molto più alla tradizione europea.

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FRANCESCA DA RIMINI, di Rachmaninov

martedì 1 maggio 2001

Ammetto che il mio pre-giudizio su Rachmaninov, soffriva di un certo grado superficialità, almeno per quanto riguarda l’opera Francesca da Rimini. Rachmaninov affronta l’episodio del V° canto dell’Inferno della Divina Commedia con un taglio molto interessante. A differenza, per esempio, dell’opera omonima di Zandonai, nella quale il racconto dell’episodio si svolge in termini realistici, e quindi viene sviluppato come una storia d’amore in ambiente pre-rinascimentale, con diversi personaggi di contorno ai tre protagonisti, Rachmaninov cerca di entrare nell’atmosfera dantesca in modo diretto e “asciutto”, a mio avviso riuscendovi in modo molto convincente.

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IL TROVATORE, alla Scala

giovedì 21 dicembre 2000

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Finalmente ho potuto vedere Il trovatore scaligero, dopo aver letto 
tanti post, aver assistito a tante polemiche di varia natura che 
riguardavano la scelta se fare o non fare il famoso “do”, i tempi, la 
direzione di Muti, le voci… e chi più ne ha più ne metta. 
E dopo aver scritto un post su un’opera diametralmente opposta come 
l’Anacreon, ora provo a dire anch’io la mia sul Trovatore scaligero. 
Ma come è mio costume cercherò di non esprimere giudizi analitici 
sull’esecuzione (anche perché non me ne sentirei in grado), ma di 
partire da una valutazione di tipo drammaturgico.

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ANACREON, a Venezia (ascolto radiofonico)

mercoledì 13 dicembre 2000

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Mi piace l’idea, nel clima infuocato delle discussioni sul Trovatore (discussioni quasi più infuocate della stessa opera), di mettermi a parlare dell’Anacreon di Cherubini. Si passa dai toni guerreschi, infiammati, cupi, drammatici, spavaldi dell’opera verdiana, ad un’atmosfera ben diversa, di serena, anche se melanconica meditazione sui grandi misteri della vita: l’amore, il piacere, ma anche il decadimento della vecchiaia, le paure che esso comporta, i rimpianti (la vecchiaia che del piacere inaridisce le fonti, non estinguendone la sete – dal D’Annunzio). E tutto questo immerso in una musica bellissima, raffinata, nei timbri, nella magia dei temi e delle melodie, nei giochi del contrappunto, nei dialoghi degli strumenti con le voci.

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