CHE COSA SONO LE NUVOLE? (da Capriccio all’italiana), PierPaolo Pasolini, 1967

1 dicembre 2013

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Racconto di un film a più mani, Capriccio all’italiana. Gli altri racconti sono: La bambinaia di Mario Monicelli; Il mostro della domenica, di Steno; Perché? Di Mauro Bolognini; Viaggio di lavoro diretto da Pino Zac e Franco Rossi; La gelosia, diretto ancora da Mauro Bolognini.

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HELLEQUIN – HARLEKIN – ARLEKIN – ARLECCHINO, di Dario Fo, 1985

29 novembre 2013

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Si tratta di quattro scenette con protagonista Arlecchino rappresentate alla Biennale di Venezia del 1985, al Palazzo del Cinema, nel quattrocentesimo anniversario della nascita della maschera. Esse sono La commedia dell’arte, I becchini, La serratura, L’asino e il leone. Dario Fo le introduce con un prologo nel quale riassume il senso della comparsa di Arlecchino nella Commedia dell’Arte, soprattutto nella sua stagione francese.

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LA TERRA VISTA DALLA LUNA (da Le Streghe), PierPaolo Pasolini e altri, 1967

26 novembre 2013

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Si tratta di un film costituito da cinque episodi che hanno per protagonista una donna, una strega appunto, Silvana Mangano. È diretto da cinque diversi registi. Il primo episodio è di Luchino Visconti: La strega bruciata viva; il secondo è Senso civico, di Mauro Bolognini; il terzo è La terra vista dalla Luna, di Pier Paolo Pasolini; il quarto è La siciliana, di Franco Rossi; l’ultimo è Una sera come le altre, di Vittorio De Sica.

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UCCELLACCI UCCELLINI, di PierPaolo Pasolini, 1966

25 novembre 2013

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Si tratta dell’ultimo film in bianco e nero del regista. Dopo il Vangelo secondo Matteo questo film potrebbe essere interpretato come una parabola. Ovviamente una parabola moderna, che dal Vangelo trae i temi fondamentali che riguardano i rapporti fra gli uomini, e li sviluppa in una società dove i rapporti di classe sono conflittuali.

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FABULAZZO OSCENO, di Dario Fo, 1991 e 2002

21 novembre 2013

TEATRO OLIMPICO " IL MISTERO BUFFO "

Si tratta di tre monologhi secondo uno schema mutuato dalla commedia dell’Arte, quando questa forma di teatro era dovuta emigrare in Francia a causa dell’intolleranza esercitata dalle autorità religiose in Italia. Erano chiamati fabliaux, ossia fabulazzi, e avevano spesso un contenuto osceno. Non pornografico, specifica Dario Fo nell’introduzione, ma osceno, scurrile tale da suscitare lo sghignazzo del pubblico.
Vengono rappresentati: i primi due, La parpàja tòpola e Arlecchino fallotropo al teatro Lirico di Milano nel 1991; il terzo Il tumulto di Bologna nel 2002 al teatro Strehler di Milano.

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