CI RAGIONO E CANTO di Dario Fo, 1966

3 marzo 2013

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Si tratta uno spettacolo nel quale vengono messe in scena una serie di canzoni popolari, riguardanti il lavoro, la guerra, e ogni occupazione umana nella quale fatica, rischi, lotte hanno un ruolo. Ovviamente non c’è una trama. Lo spettacolo offre una serie di quadri che hanno un rapporto visivo con le canzoni. Per esempio già all’inizio, una bella canzone, Le dodici parole della verità, viene cantata in processione su un palcoscenico in penombra. Il canto ha un ritmo molto dolce, lento, e le parole ci parlano del mondo, della luna delle stelle e di tutte le cose che ci circondano in questo mondo, ma ribadisce che la prima cosa, quella da cui tutto procede è Dio (nos car Signur). La canzone è cantata in dialetto Torinese, ed è di origine bretone.

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FULL METAL JACKET (Stanley Kubrick, 1987)

28 febbraio 2013

raftermann

È il penultimo film di Kubrick, e l’ultimo girato integralmente da lui. È un film di guerra. Quindi egli ritorna a un argomento che aveva già affrontato nel 1957 con Orizzonti di gloria, quindi trent’anni prima. Qui la guerra è quella del Vietnam e viene vista, a differenza di quella precedente, non tanto come un massacro generalizzato a causa della stupidità degli alti gradi dell’esercito, ma piuttosto come disumanità che finisce per coinvolgere persone di normali sentimenti, quando si trovano in una situazione di conflitto dove la propria vita è in continuo pericolo, e la risposta non può essere che quella di uccidere il nemico che potrebbe uccidere te. Quando la risposta, sia pure per avere salva la vita, è uccidere, ci fa osservare Kubrick, si finisce per essere coinvolti in una deformazione dell’autostima: ci si sente degli eroi quando la nostra cultura naturale dovrebbe portarci in tutt’altra direzione.
Per arrivare a questa disposizione d’animo, i soldati vengono sottoposti ad un addestramento specifico, il cui obiettivo è quello di farne dei killer.

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SETTIMO: RUBA UN PO’ MENO di Dario Fo (1964)

26 febbraio 2013

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Il tema del lavoro è quello di portare alla luce gli imbrogli del potere nella gestione della cosa pubblica, e di denunciare il fatto che, anche se questi imbrogli dovessero emergere in qualche modo, l’orientamento politico è quello di tenerli nascosti il più possibile, con la scusa che la loro conoscenza potrebbe creare gravi situazioni, paragonabile allo scoppio di bombe in luoghi pubblici, e nel contempo nel poter continuare a trarne vantaggio. Il destino di coloro che conoscono questi “segreti” è quello di finire in manicomio come matti, oppure quella di essere sottoposti ad un accurato e profondo lavaggio del cervello che li rende succubi e obbedienti al potere e ai suoi soprusi.

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SHINING (Stanley Kubrick, 1980)

21 febbraio 2013

jack nicholson in the shining

Kubrick si cimenta con il genere horror trasportando sullo schermo una storia di Stephen King. Occorre dire che lo fa in modo straordinario, sollevando una suspense angosciosa che aumenta col procedere della storia, per giungere a un finale solo parzialmente liberatorio e che lascia nella coscienza dello spettatore più di un interrogativo. Anche in questo film, magistrali sono la fotografia e la colonna sonora che si integrano per accompagnare e sottolineare gli elementi più drammatici della vicenda. Nella colonna sonora, vi sono molti brani di musica classica: la Sinfonia fantstica di Berlioz, il III movimento della Musica per archi percussione e celesta di Bartok e diversi brani di Krysztof Penderecki, etc.

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ISABELLA, TRE CARAVELLE E UN CACCIABALLE di Dario Fo, 1963

19 febbraio 2013

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Dario Fo alle prese con Cristoforo Colombo e la conquista dell’America. L’antefatto lo racconta lui in una specie di prologo. La storia è ispirata a un fatto vero: un attore è stato condannato in Spagna, attorno al 1500, al rogo per eresia (aveva interpretato un lavoro di Fernando de Rojas, autore di origine ebraica e quindi sottoposto a giudizio inquisitoriale). Gli fu concesso di fare un’ultima rappresentazione. Poi la pena gli fu commutata nel taglio della testa.

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