29 gennaio 2013
In questo film Kubrick si dedica alla fantascienza. Il punto di partenza è una novella (o romanzo breve ) di Arthur Clark, La sentinella, che non solo viene ampliato ma, secondo il modo di lavorare di Kubrick, viene riempito di significati che nella novella mancano. A differenza dei due film precedenti (Lolita e Il dottor Stranamore), questo è a colori. Anzi, bisogna dire che in questo film il colore, oltre che strumento necessario per raccontare la storia, è, assieme alla musica che accompagna il film, un protagonista. Basti pensare alle immagini affascinanti della discesa della capsula con l’astronauta su Giove. La musica che accompagna il film è straordinaria, sia per i brani utilizzati sia per il significato filmistico che essi assumono.
I brani sono stati scelti fra quelli di alcuni grandi compositori: innanzitutto Richard Strauss, con l’inizio del poema sinfonico Così parlò Zarathustra; poi Johannes Straus, con brani dal Bel Danubio blu; quindi György Ligeti con quattro bellissimi brani: Atmospherès, il Kyrie dal Requiem, Lux Aeterna e Aventures; infine Aram Khachaturian con l’Adagio dal balletto Gayaneh.
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28 gennaio 2013
Secondo me l’Enrico IV occupa un posto abbastanza singolare nella produzione teatrale di Pirandello. Certamente il suo tema preferito, quella dell’ambiguità con la quale affrontiamo il quotidiano reale è ancora presente. L’elemento guida è la pazzia: la pazzia vera o quella simulata. Ma poi, si chiede l’autore, esiste una differenza fra i due modi di essere pazzo? O forse non è solo il termine “pazzo” che definisce il comportamento, indipendentemente che chi realmente esista dietro il termine?
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18 gennaio 2013
Dopo il capolavoro Lolita, ecco un nuovo capolavoro di Kubrick. Il tema centrale è l’assurdità dei sistemi di sicurezza militare in un’epoca in cui la bomba nucleare è entrata in gioco. In un eventuale conflitto, cambiano radicalmente le strategie. L’obiettivo non è più quello di vincere un’eventuale guerra, ma di evitarla, dato che questi strumenti di distruzione di massa sono tali da provocare, anche fra i possibili vincitori, enormi stragi. La parola chiave quindi è “deterrenza”. In altre parole: fare in modo che un attacco nucleare renda l’attaccante esposto a una reazione militare tale da determinarne la sconfitta, e assicurare così la vittoria all’attaccato. Questo dovrebbe scoraggiare ogni possibile tentazione di aprire le ostilità. Naturalmente il potenziale conflitto atomico è quello fra Stati Uniti e Unione Sovietica. Nel film l’analisi, esposta in modo sapientemente ironico, dei sistemi di “sicurezza”, quelli in grado di assicurare una sufficiente ed efficace deterrenza, parte ovviamente dalle forze armate americane e dalla flotta aerea permanentemente in volo. Dal punto di vista visivo il film è in bianco e nero e l’aspetto che domina le scene sono immagini aeree: valli, montagne, pianure desolate, batuffoli di nubi, etc. Alternate a queste sono le scene dell’interno di un aereo, claustrofobicamente contrastanti e quindi particolarmente asfissianti; infine a queste scene aeree si alternano quelle della sala operativa militare, arredata con un enorme tavolo rotondo, attorno a quale sono seduti decine di alti ufficiali, ministri e lo stesso presidente della repubblica, e illuminata da una luce algida che traduce in immagine la contorsione della menti alla ricerca di una soluzione che, proprio per quei maledetti sistemi di sicurezza, sembra impossibile trovare.
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15 gennaio 2013
È forse la più famosa, e anche la più intrigante delle commedie di Pirandello. È il trionfo del teatro nel teatro. Vi sono alcune novelle che hanno qualche rapporto con la commedia. Per esempio una è Quando ero matto…, del 1902, dalle Novelle per un anno, raccolta “Il vecchio Dio”. Un’altra è Personaggi (1906), che non compare in Novelle per un anno, ed è stata pubblicata su un periodico genovese, “Il Ventesimo”. Una terza novella che può collegarsi alla commedia è La tragedia di un personaggio, del 1911, in Novelle per un anno, raccolta “L’Uomo solo”; e infine Colloqui coi personaggi del 1915, ancora in Novelle per un anno, in Appendice. In tutte queste novelle i protagonisti sono personaggi che prendono vita nella mente dell’autore, gli espongono problemi, ascoltano le eventuali soluzioni, discutono con lui, etc. Sono e si comportano come esseri viventi.
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12 gennaio 2013
Dopo Orizzonti di Gloria, anche Lolita è in bianco e nero, e come Orizzonti di Gloria un capolavoro. Il film tratto dal romanzo omonimo di Vladimir Nabokov, riesce a farne rivivere lo spirito in modo magistrale. Nulla di erotico o di perverso. Solo l’immagine di Humbert Humbert disperatamente attratto di una ragazzina che se lo trascina dietro, ricattandolo, ingannandolo, e poi lasciandolo quando dal vecchio Humbert giudica di non poter ricavare più nulla. L’interpretazione di James Mason è superlativa: nella mimica facciale, nell’incedere, nell’impegnarsi alla ricerca di un amore che gli si rivela disperato ma che riesce sempre, almeno crede, a ricuperare fino alla fuga definitiva della fanciulla. Perfetta anche l’interpretazione di Sue Lyon, con una mimica infantilmente perversa, che passa repentinamente dai sorrisi invitanti nei momenti della seduzione all’ira più sconcertante quando i caratteri si scontrano. Fra i personaggi di secondo piano una menzione particolare merita Quilty, l’artista, l’uomo che seduce Lolita, interpretato da un grottesco Peter Sellers, mentre forse un po’ troppo carica, anche rispetto all’immagine che ne dà il romanzo, mi è parsa la Charlotte di Shelley Winters.
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