25 settembre 2012
È l’ultimo lavoro teatrale di Pirandello, se si eccettua I giganti della montagna, rimasto tuttavia incompiuto. È stato scritto nel 1934, lo stesso anno nel quale gli venne conferito il Premio Nobel per la Letteratura. La prima rappresentazione ebbe una gestazione piuttosto difficile, soprattutto a causa della morte dell’attore cui Pirandello aveva intenzione di affidare la parte del protagonista Romeo Daddi, l’attore austriaco Alessandro Moissi. La prima si sarebbe dovuta rappresentare a Milano, poi a Vienna, ma ciò non avvenne. Andò invece in scena al Teatro Nazionale di Praga il 19 dicembre 1934 (nove giorni dopo la consegna a Stoccolma dell’ambito premio al drammaturgo) con la regia di Karel Dostal, e la parte di Romeo Daddi affidata a Zdĕnek Stĕpánek. La prima rappresentazione italiana ebbe luogo quasi un anno dopo a Roma, al Teatro Argentina, il 13 dicembre 1935 con scene su bozzetti di Cesare Ligini, e la parte di Romeo Daddi interpretata da Ruggero Ruggeri. In quell’occasione le due parti femminili furono affidate ad Andreina Pagnani (Bice) e a Fanny Marchiò (Ginevra).
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24 settembre 2012
Premetto, come ho affermato in diverse occasioni, che io non sono un bersaniano. Nel 2009 alle primarie per l’elezione del segretario del partito non votai per lui. Comunque egli fu eletto, e questo per me basta a riconoscergli l’autorità necessaria. Ciò non significa che io condivida tutto quello che dice e che fa. Il diritto di critica appartiene a tutti i militanti e ai seguaci del partito, ed è giusto avvalersene.
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22 settembre 2012
Come il film precedente, Blow up, anche questo è stato girato in lingua inglese. Il film si svolge in California all’epoca della contestazione studentesca contro una società costruita sull’imperialismo economico e sulla violenza.
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14 settembre 2012
Decimo lungometraggio di Antonioni. Il film è stato premiato al Festival Internazionale dei cinema di Cannes del 1967 con la Palma d’oro. Dopo avere affrontato il tema dell’incomunicabilità nel trittico così denominato, e prolungato in Il deserto rosso, Antonioni rimane sul tema dell’ambiguità della comprensione umana approfondendo il rapporto fra immagine e realtà. Il film trae spunto da un racconto di Julio Cortázar Las babas del diablo. Il protagonista del film è un fotografo di successo, Thomas, interpretato da David Hemmings; ma forse ancora più del personaggio, la vera protagonista potrebbe essere la fotografia. La trama del film ha, in certo qual modo, le caratteristiche del “giallo”: la fotografia rivela a Thomas un probabile omicidio; il fotografo cerca di chiarire il mistero, scopre il cadavere, ma poi tutto sembra svanire, lasciando nello spettatore il dubbio se l’immagine ripresa dalla fotografia non abbia influenzato anche l’immagine offerta dai sensi, da considerarsi apparentemente più reale.
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13 settembre 2012
L’assassinio a Bengasi dell’ambasciatore americano Chris Stevens e di altri tre diplomatici USA è stato un atto di una ferocia incredibile. Oggi sulla stampa, sulla TV e sulla radio si stanno scatenando svariate opinioni sui mandanti, sul movente, sulle conseguenze, sulle cause. Ognuno dice la sua. Tuttavia una cosa non ho notato. E allora la dirò io, tanto per aggiungere una voce a un coro stonatissimo di opinioni.
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